Marcatura CE, ma quanto costa?
Il costo della marcatura CE può essere minimo se la si fa correttamente e molto più alto se non la si fa.
250, 350, 450, sono le cifre in euro che leggiamo per avere degli strumenti per fare la marcatura CE, ma sono queste le cifre della sicurezza?
Crediamo che Voi che ci leggete e che Vi interessate di marcatura CE, siate in grado di sapere quanto può effettivamente costare la sicurezza di un prodotto.
La sicurezza di un giocattolo per i bambini, o di una macchina utensile, sono paragonabili? Si può veramente ritenere possibile che un’azienda possa risolvere il problema della sicurezza affidandosi ad investimenti di questo livello?
A noi non interessa fornire una risposta fin troppo ovvia, ci interessa però ribadire un concetto basilare per la marcatura CE, così come è basilare per la qualità dei prodotti; -la sicurezza e la prestazioni di qualsiasi prodotto si definiscono a partire dalla progettazione.
La marcatura CE e la qualità dei prodotti iniziano con l’analisi dei rischi e con la loro eliminazione o la riduzione al minimo livello ottenibile.
Per fare ciò non è possibile compilare un po’ di moduli e approssimare un manualetto, tanto per accontentare la forma, è invece necessario un lungo e profondo lavoro, che si avvicina per approssimazioni successive alle soluzioni ottimali.
Quindi se state cercando la strada giusta per fare bene la Marcatura CE e la qualità dei Vostri prodotti, occhio alle scorciatoie, con qualche centinaio di euro potete procurarVi un fac simile di documentazione, ma non la sicurezza dei Vostri prodotti.
Se non Vi piace prenderVi in giro e farVi prendere in giro valutate bene quanto può valere la sicurezza dei Vostri prodotti, per i Vostri clienti e per il Vostro futuro.
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In questo caso, la marcatura CE è di Sua completa responsabilità e forse Le converrebbe fare da mandatario più che da importatore, comunque questo lo deve decidere Lei:
Per gli obblighi ed i criteri di marcatura vale quanto scritto nella precedente risposta.
Cordiali saluti
Buongiorno e grazie per la risposta. Nella mia domanda c’è un refuso: lo sviluppatore del software che distribuirei è extra-cee (al di fuori della comunità europea), io mi sono offerto di curare la traduzione in italiano, oltre che commercializzarlo. Per questo motivo le chiedevo se devo/posso procedere con la marchiatura CE. grazie ancora. buona domenica
Salve, ovviamente dipende dall’impiego finale del Suo software, Le faccio un esempio, se vendo un bisturi destinandolo per potare i bonsai, questo prodotto non può essere considerato un dispositivo medico, pur essendo stato costruito come tale.
Quindi se le immagini trattate dal Suo software non hanno un utilizzo medico, ma di altra natura ( no saprei quale ), allora il software non è un dispositivo medico, se al contrario le immagini sono usate a vari livelli in campo medico, potrebbe trattarsi di dispositivo che potrebbe essere a vari livelli di importanza.
Per il software che distribuisce, l’onere è della ditta produttrice, perchè assumerlo Lei?
Cordiali saluti.
Salve, e complimentio per il blog.
Sono uno programmatore e sto sviluppando alcuni applicativi che trasferiscono, archiviano su pc e cd immagini biomediche prodotte da diagnostiche (tac, risonanze..) o provenienti da altri software in infrastrutture cosiddette PACS. i miei applicativi devono essere marchiati CE? sono da considerarsi dispositivi medici?
In accordo con una softwarehouse entra-cee, dovrei distribuire un loro software per la visualizzazione di immagini biomediche. devo/posso procedere alla marcatura ce? grazie. saluto cordialmente.
Salve, dalla Sua descrizione, credo che ci sia un frigorifero o un sistema di refrigerazione, quindi un’alimentazione di energia elettrica, se tutto ciò è corretto c’è almeno la direttiva bassa tensione.
Siccome le informazioni che ha fornito non sono molte, non credo opportuno andare oltre, se desidera una valutazione più approfondita ci contatti pure all’indirizzo mail presente sul blog.
Cordiali saluti.
buongiorno ing. Carraro,
ho una piccola ditta, che tratta, con piccolli carrelli inox a braccia, la vendita di granite , volevo sapere a quale direttiva europea devo avvalermi.
la ringrazio anticipatamente.
La bicicletta come attrezzo sportivo o per movimento non è soggetto a marcatura CE, come giocattolo per bambini si.
In ogni caso è soggetto alla direttiva 2001/95/CE ed al D.Lgs 172/2004 sulla sicurezza dei prodotti, quindi a prescindere dalla presenza del marchio, la sicurezza deve essere garantita.
Per quanto riguarda i costi, credo purtroppo che le centinaia non siano relative ad alcuna marcatura e si parte da una fino a molte migliaia per macchinari complicati.
Se desidera un preventivo esatto ci contatti alla nostra mail.
Cordiali saluti.
Buonasera.
Vorremmo iniziare la produzione di velocipedi a 4 ruote in varie misure, destinati a diverse fasce di età. Dovrebbero essere inquadrati come normali velocipedi, quindi biciclette (tradizionali, non elettriche), ma si tratta di un prodotto di alta qualità, con componentistica tutta italiana, per cui ci piacerebbe proporre un prodotto anche e soprattutto sicuro per gli utilizzatori, adultti e bambini. E’ una cosa costosa? Intendo: nell’ordine delle centinaia o delle migliaia?
Grazie.
Buona sera, come ha detto Lei le bici si intere che pieghevoli non devono essere marcate CE.
Marcarle “per precauzione” non è consentito, la marcatura CE si appone se necessario non si appone se non è richiesta, quindi lei non deve fare nulla.
Occorre poi precisare che qualsiasi prodotto è soggetto alla direttiva 2001/95/CE e quindi ci sono tutta una serie di procedure da attivare.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
Ho visto tra i commenti che bici normali non hanno bisogno del marchio CE.
Avrei intenzione di importare bici pieghevoli dalla Cina e mi chiedevo se anche queste non abbiano bisogno del marchio. Sono bici normali non elettriche. E se non e’ necessario si puo’ chidere al proprio produttore di ottenerlo in modo da essere piu’ sicuri noi o se non e’ necessario non si fa. Se si puo’ fare dovrei chiedere a loro o ordinare una bici farla testare e chiedere il marchio a nome nostro?
La ringrazio anticipatamente per tutte le informazioni che mi puo’ dare.
Cordiali saluti
Marco
Grazie per i complimenti, ma se andate avanti così ci copieranno il nome in altri 10 modi, magari mettendo le lineette tra le varie sillabe, comunque non importa, l’importante è che siate soddisfatti Voi.
Questi supporti venendo fissati stabilmente ad un edificio, ricadono nella direttiva dei prodotti da costruzione, e supportando dei prodotti in cui arriva energia elettrica e magari ci si fissano pure i cavi, potrebbero essere soggetti alla direttiva bassa tensione, dovendo escludere di creare danni all’impianto di alimentazione degli stessi.
Per dare una risposta esatta occorre prendere visione dei prodotti, a noi è già capitato di eseguire la marcatura di prodotti simili.
Come avrà compreso, se lo desidera può rivolgersi a noi, almeno per un preventivo, perchè il lavoro lo possono fare anche altri consulenti, non credo che siamo i soli, né i più bravi, anche se ci piacerebbe.
Ci accontentiamo di impegnarci a comportarci sempre correttamente.
Cordiali saluti.
Ing. Carraro
Innanzi tutto complimenti per l’informativa data in questo sito, poi dicono che in italia non funziona niente. Volevo porle una domanda un po’ particolare.
Sono un artigiano e vorrei costruire dei supporti audio/video per poi venderli.
Tali supporti verranno poi dotati di attrezzatuta elettronica gia marchiata tipo un televisore, un dvd ecc…
Vorrei sapere se x tale supporto è necessaria qualche tipo di certificazione o basta quella della casa degli apparecchi.
E cosa fondamentale a chi dovrei rivolgermi fisicamente per effettuare tali operazioni? grazie
Certo, se Lei chiede al fruttivendolo di darLe solo frutta fresca, pensa che le dica “questa no, la darò a qualcun altro”?
Chiedendo ad un laboratorio se servono le prove di laboratorio, che risposta si attende? Ritengo anche che i vari laboratori siano giustificati nel dire che le prove servono, è il loro lavoro, ma servire ed essere obbligatorio, sono due termini che spesso vengono scambiati.
Come ho già avuto modo di dire altre volte io non scrivo opinioni personali, a quelle ho dedicato uno spazio apposito nel blog ed ho anche aperto un blog personale, ciò che scrivo qui è sempre documentabile con direttive, norme e leggi.
Sarei lieto se Lei mi riportasse i termini di legge che impongono prove di laboratorio per i giocattoli, anzi ne sarei lieto in modo particolare ,perchè lo ritengo un grosso “buco” legislativo. Possono eventualmente esserci norme per specifici prodotti, ma non per i giocattoli in generale, per tale ragione la prima fase della marcatura è rappresentata dalla verifica delle norme.
Ciò che succede in dogana è un’altra cosa, cioè l’applicazione errata ed illegale di regolamenti europei, che sono stati modificati nel trasferirli nel regolamento interno delle dogane.
In questo blog ci sono vari articoli dedicati a questo argomento.
Lei può scaricarsi da internet sia la direttiva giocattoli, sia il regolamento della comunità europea sulle importazioni e se trova a) l’obbligo di prove per i giocattoli, b) obbligo di certificati per passare la dogana, me lo segnali pure su questo blog, sarò contento di ammettere pubblicamente il mio errore ed imparare una cosa nuova, da comunicare a tutti i lettori.
La ringrazio anticipatamente.
grazie per la risposta ma facendi piccole indagini mi hanno riferito che se il prodotto non è possiede il certificato alla dogana viene sequestrato.MAI NESSUNO MI HA RIFERITO CHE è FACOLTATIVO MI PUO SPIEGARE UN PO MEGLIO QUESTA SITUAZIONE
GRAZIE BRUNO
Salve, noi non abbiamo quasi mai rapporti diretti con questi laboratori, perchè lasciamo al cliente la scelta ed il contatto, per motivi di trasparenza.
Occorre precisare che la direttiva sui giocattoli, non impone le prove di laboratorio, che rimangono di tipo volontario, quindi la scelta dipende dalla stima che Lei fa della pericolosità dei giocattoli.
Se conosce il produttore, se il giocattolo è semplice, se ritiene che non ci siano particolari pericoli, può anche accettare le prove che i cinesi scrivono di aver eseguito.
Non tutti i cinesi sono malfattori, così come non tutti gli italiani sono onesti.
Lei ha l’obbligo della marcatura e la deve fare secondo quanto previsto dalla direttiva, se nel fascicolo tecnico aggiungerà anche delle prove di laboratorio, sarà sicuramente meglio, ma non è un obbligo.
Cordiali saluti.
salve io vorrei importare giocattoli dalla cina premetto che la storia delle certificazioni gia’ la conoscevo sono stato li e ho preso una 50 di campioni tutti giocattoli ovviamente….per farli certificare in italia ho trovato 5 centri ma prima di inviargli i campioni volevo sapere dei prezzi ma nessuno si sbilancia esempio macchina telecomandata,bambola che piange,pista treno,pista auto.ecc orientativamente sapete darmi un prezzo ho si puo anche fare a blocchi.tipo 50 referenze ti costa tot spero sia stato chiaro vi ringrazio anticipatamente BRUNO
Salve, innanzitutto Le dico che la Sua è una buona idea e che stiamo già lavorando con altri clienti che stanno in parte sfruttando le stesse tecniche.
Il prodotto deve essere marcato CE, in quanto è soggetto a più direttive ed anche a norme specifiche.
Come ribadito altre volte, in questo blog non si trattano questioni commerciali, quindi se Lei è interessato può fare le Sue richieste utilizzando la nostra mail o contattarci mediante gli indirizzi indicati in questo blog.
La ringrazio per l’attenzione, cordiali saluti.
salve, ho progettato e realizzato degli inserti (SCAMBIATORI) per termo camini applicabili all’interno del camino gia’ esistente, possono funzionare o solo collegati nei radiatori o radiatori e puffer o integrabili con caldaia a gas o anche con pannello solare, il tutto avendo un circuito a vaso aperto quindi senza pressione, naturalmente sotto centralina elettronica , sono testati a 12 bar.
dato che quest’idea sta prendendo via sarei intenzionato a richiedere una marchiatura CE , le chiedo gentilmente se hanno bisogno della marchiatura CE e casomai la prassi ed il prezzo
grazie
Grazie a Lei, senza di Voi a cosa servirebbe questo blog?
Il progettista PUÒ non DEVE essere indicato come persona autorizzata a costituire il fascicolo tecnico, è un incarico che può essere affidato e accettato, ma non esiste obbligo per nessuna delle due parti:
In merito alla necessità di conservare la documentazione, se il progettista dimostra e dichiara di aver consegnato tutto il materiale di progettazione e si fa sottoscrivere una liberatoria che lo sollevi dall’onere della conservazione, può eliminare gli elaborati, se invece esegue semplicemente una fornitura di elaborati, essendoci a monte di questi tutto il lavoro di calcolo e progettazione, che non è detto venga consegnato al cliente, allora a mio avviso l’obbligo di conservazione esiste.
Inoltre ritengo che sia un vantaggio per lo stesso progettista, il poter dimostrare che ha condotto bene il suo lavoro, a prescindere da come poi lo ha realizzato il cliente.
Personalmente ho l’abitudine di consegnare una parte degli elaborati e farmene firmare una copia per ricevuta di consegna.
Cordiali saluti
ing. Carraro
La ringrazio per la risposta e la puntualizzazione sulle responsabilità.
Il progettista che firma elaborati, relazioni di calcolo, valutazione dei rischi etc, quindi deve esser indicato come persona autorizzata a costituire il fascicolo. Ma, perdoni se non mi è chiaro, in questo modo il progettista, al di là delle buone prassi di conservazione dei propri documenti, dopo aver consegnato il fascicolo all’artigiano che lo ha commissionato, può ad esempio ritenersi esente dalla responsabilità di metterlo a disposizione delle autorità in caso di controlli, nell’arco dei 10 anni durante i quali potrebbe anche non essere più un fornitore del suddetto artigiano?
Coridiali saluti,
Ing. Riccardo Ravello