Marchio CE, ulteriori chiarimenti!
Sulla marcatura CE c’è sempre quancosa di nuovo da sapere.
Ribadiamo ancora una volta il punto fondamentale da cui partono tutte le direttive e tutte le normative che vengono emesse in merito al Marchio CE, questo punto è LA SICUREZZA.
Il legislatore quando approva e pubblica direttive e norme, parte dalla necessità di garantire all’utente finale la massima sicurezza possibile, compatibilmente con i progressi della tecnica e le possibilità produttive, per questa ragione molte norme e direttive vengono aggiornate in continuazione.
Quindi facendo intervenire il buon senso, ognuno è in grado di comprendere che sono i requisiti di sicurezza a determinare la complessità delle procedure da attivare per applicare il Marchio CE su un prodotto e non il suo costo commerciale o la sua diffusione.
Tanto più un prodotto può creare danni all’utente, come nel caso delle macchine, tanto più accurata deve essere l’analisi dei rischi e tanto più complessi gli interventi per eliminare o ridurre i pericoli.
Per tali ragioni e non per speculazioni commerciali, l’assistenza o l’attività eseguita internamente per applicare il Marchio CE, possono avere un costo estremamente variabile e passare da poche centinaia di euro a svariate migliaia.
Si dice in modo puramente teorico e retorico, che la sicurezza non ha prezzo, ma i fatti quotidiani dimostrano che molto spesso non ha valore e proprio per garantire un minimo di sicurezza il Marchio CE può essere apposto solo dopo aver seguito un percorso ben definito, che non è la compilazione burocratica di moduli, ma la valutazione attenta di caratteristiche e circostanze.
Affrontate quindi l’applicazione del Marchio CE con l’obiettivo di ottenere dei prodotti sicuri prima ancora che funzionali, perchè è sempre meglio che vada fuori uso un prodotto piuttosto che chi lo usa.
Un prodotto sicuro è garanzia di tranquillità per chi lo utilizza, ma anche per chi lo produce e lo mette in commercio, altrimenti diventa una bomba ad orologeria, è solo questione di tempo.
La nostra società esegue la marcatura CE e fornisce la consulenza per capire cosa è necessario fare.
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Buonasera Sig. Carraro,
ho cercato molto sia sul vostro sito sia in internet ma non ho trovato riferimento agli alimenti.
Il mio caso è il seguente:
sarei intenzionato ad esportare all’estero, in un paese comunitario, un prodotto alimentare surgelato prodotto in Italia. Il titolare della ditta produttrice mi ha riferito che per fare ciò dovrebbe apporre la marcatura CE. E’ obbligatoria la marcatura CE per poter esportare questo tipo di prodotti? Ed eventualmente io come importatore ho degli obblighi?
La ringrazio per la sua gentile attenzione.
Enrico
Salve, per i prodotti elettrici, con qualsiasi voltaggio è necessario il marchio CE.
Per i modellini, se vengono venduti ai minori di 14 anni serve il marchio CE.
Il marchio applicato dai cinesi, o indiani o altri extra CEE, è sempre un falso e non tanto perché il prodotto non rispetti la norma, ma perchè solo gli europei possono apporre il marchio CE.
Cordiali saluti.
Salve Sig. Carraro
avendo un negozio di modellismo vorrei acquistare direttamente dalla cina sia degli articoli elettronici a bassa tensione che altri articoli privi di elettronica tipo strutture di aeromodelli, elicotteri barche ecc.
premetto che buona parte di questi prodotti hanno sulla confezione esterna un marchio ce…. 1^ domanda: posso utilizzare quel marchio e quindi esser in regola?? presumo di no pertanto le faccio la seconda domanda: cosa dovrei fare per regolarizzare questi articoli modellistici in riferimento al suddetto marchio?? e sopratutto a chi mi doveri rivolgere?? è possibile una autocertificazione??
GRAZIE FILIPPO
faccio a metteremi in regola quindi come importatore apporre io il marchio ce??
Salve, finalmente un caso in cui almeno formalmente i cinesi fanno le cose fatte correttamente, invece di cercare vie alternative o farsi fregare da “consulenti” europei.
L’unico modo che i produttori extra CEE hanno per poter apporre il marchio CE è quello di avere un mandatario ( o filiale ) in Europa.
Questo mandatario agisce in nome e per conto della ditta, mandante ed è responsabile della marcatura, con tutto ciò che ne consegue.
Il fascicolo tecnico ( che non è il manuale ) sarebbe meglio si trovasse in Europa (Italia in questo caso) in modo da poter essere esibito su richiesta delle autorità di controllo.
A parte questo tutta la prassi è corretta.
Buona giornata e grazie per l’attenzione.
Buon giorno Sig. Carraro,
volevo sapere se la filiale cinese di un’azienda italiana può marchiare CE un prodotto (firma il progettista cinese).
Il progetto è italiano (azienda certificata in Italia) viene assemblato in Cina.
Tutta la documentazione tecnica di supporto sarà in Cina?
Grazie per il chiarimento
No, nel momento in cui Lei modifica in qualsiasi modo anche nella confezione il prodotto, deve fare la marcatura CE.
Stiamo però parlando di cose ignote, nel senso che non sapendo di cosa si tratta, protrebbe anche darsi che sia un prodotto non soggetto a marcatura obbligatoria e che il costruttore marca per errore o eccesso di zelo.
Il prodotto di cui sta parlando è un DM, un attrezzo, un ricambio o che altro?
Diventa difficile esprimere pareri sull’ignoto ed anzi direi che ho fatto anche troppe ipotesi, per una valutazione oggettiva si deve partire da dati certi, quindi la conoscenza del prodotto.
Saluti
Salve, forse non mi sono espresso bene
compro delle conf da 100 pz e vorrei confezionarli da 10 pz
posso utilizzare il ce del produttore e personalizzare una mia etichetta
facendo riferimento al produttore?
Quindi non modifico il prodotto lo personalizzo.
Grazie
Salvatore
Salve spero di aver compreso bene il significato di quello che scrive, in caso contrario me ne scuso, Lei modifica il prodotto che acquista e poi riattacca l’etichetta del produttore originale, in questo caso commette un certo numero di illeciti oltre a mettere l’attrezzatura fuori garanzia.
Nel caso invece Lei apponga la marcatura CE con i Suoi dati, deve seguire tutta la procedura per la marcatura e non solo attaccare l’etichetta.
In ogni caso Le consiglio di fermarsi, anche perchè se non sbaglio i prodotti di cui si occupa sono dispositivi medici, quindi soggetti anche a registrazione presso il Ministero della Sanità.
Se non ho sbagliato a comprendere ci sono sia illeciti di tipo civile che penale.
Cordiali saluti
Buona sera sig. Carraro
Volevo sapere se acquisto un prodotto, posso riconfezionarlo o etichettarlo apponendo il CE del produttore?
Grazie
Salvatore
Salve, lasciamo perdere ciò che diceva la precedente direttiva, basti pensare che in base a quella, qualche importante associazione di categoria sosteneva che le pompe non sono macchine, perchè senza motore non girano e ci ha messo 5 mesi dall’entrata in vigore della nuova direttiva per arrendersi all’evidenza.
La nuova direttiva distingue tra “macchine” e “quasi macchine”, ma la differenza non sta nel modo in cui lavorano o sono costruite, ma se lavorano da sole o inserite in un insieme di altre macchine.
La stessa attrezzatura può essere macchina o quasi macchina a seconda se ha sistemi di comando autonomi o interagenti con altri.
Nel caso da Lei citato si tratta di quasi macchina e l’unica differenza tra le due situazioni sta nella dichiarazione che rilascia il costruttore.
Per la macchina si tratta di dichiarazione di conformità ed abilità la macchina all’utilizzo.
Per la quasi macchina si tratta della dichiarazione di incorporazione e non consente l’utilizzo della macchina se prima non si fa la marcatura dell’intero sistema, marcatura che deve essere eseguita a carico del committente o di chi ne è incaricato.
Emettere una dichiarazione di conformità invece che di incorporazione comporta il rischio di assumersi la responsabilità anche per le altre quasi macchine collegate e proprio non lo consiglierei.
Buona giornata sig.Carraro,
avrei un dubbio che spero Lei possa chiarire.
Con la vecchia normativa c’erano differenze tra macchine che potevano lavorare “da sole” cui andava rilasciata la dichiarazione CE e semi-macchine, cui andava rilasciato l’allegato “tipo B”.
Se non ho capito male con la nuova normativa vengono equiparate macchie e semi-macchine, quindi va rilasciata sempre la CE giusto?
Un esempio concreto: la nostra macchina potrebbe funzionare anche da sola, basterebbe che un operatore la carichi manualmente e un altro la scarichi al termine del ciclo do lavoro, ma sappiamo benissimo, visto che abbiamo effettuato montaggio e collaudo, che alimentazione e scarico vengono effettuati da un sistema di nastri trasportatori non di nostra fornitura e competenza. La dichiarazione CE va comunque rilasciata giusto?
Grazie infinite
Davide
Se l’azienda da cui acquistate è extra CEE, siete Voi i responsabili dell’immissione nella CEE e quindi siete considerati alla stregua dei produttori.
Voi siete rintracciabili in Europa ed in Italia, il “cinese” no, è per questa ragione che la marcatura assume un aspetto importante per la salvaguardia del consumatore, infatti individua un responsabile raggiungibile. Per la stessa ragione molti importatori evitano di apparire con la loro ragione sociale sulle etichette e lasciano il nome del produttore, tanto chi lo becca più?
Per utilizzare il marchio CE non serve un titolo in quanto è un obbligo, come avere la patente per guidare.
Si può avere la patente prima di 18 anni ? No.
Si può guidare la macchina senza patente? Si
Occorre distinguere l’assolvimento di un obbligo, dal rispetto della legge, ed infine il rispetto solo formale da quello sostanziale.
Non è il marchio che rende sicuro il prodotto, la sicurezza è una caratteristica oggettiva, il marchio dovrebbe servire ad evidenziare questa oggettività.
Quindi il problema vero è: i colori sono sicuri e possono essere utilizzati dai bambini che ovviamente li metteranno in bocca? Se la risposta è affermativa vale la pena di considerarli come gioco e destinarli anche ai piccoli.
Se come mi sembra di capire, non sapete nulla del contenuto di questi prodotti, come fate a metterli in commercio, con o senza marchio, destinandoli anche ai bambini?
Se fossero tossici vi basterebbe dire che la colpa è del “cinese” di turno? Voi non avreste nessuna responsabilità?
Aggiungo un’ultima considerazione, Lei portebbe a Suo figlio o al Suo fratellino o nipote, quei colori perchè ci giocasse?
I criteri ed i metodi per stabilire se un prodotto è sicuro per i bambini o per gli adutli, esistono e sono a Vostro carico, dato che in genere il “cinese” se ne frega ( legga l’articolo “la sicurezza cinese” ).
Nel dubbio non si applica un marchio a caso, si fanno le ricerche di conformità
Ritengo che la sua risposta si presti ad ulteriori approfondimenti!
Quando Lei dice “… se è il caso di esporsi al rischio di dover pagare un’ammenda…”, intende dire che, se l’azienda dove io lavoro ha acquistato un prodotto che dovesse avere il marchio CE contraffatto o irregolare diventeremmo noi responsabili in quanto la merce è in carico a noi?
Io avrei dato per scontato che dovesse essere il produttore o comunque chi immette sul mercato un determinato prodotto, a doverne rispondere in tutto e per tutto !
Anche perchè, credo, che sia diversa la posizione di chi utilizza un marchio di conformità, pur non avendone alcun titolo, e chi, pur avendone i requisiti o essendo in possesso delle certificazioni richieste ometta o si “dimentichi” di farlol
D’altronde con quale criterio è possibile stabilire o escludere, con certezza, se un prodotto destinato ai bambini, quale potrebbero essere i pastelli colorati o i pennarelli, possano essere considerati anche giocattoli e quindi, nel dubbio, è preferibile indicare un marchio di conformità quando magari non è necessario?
Cordiali Saluti
Ambrogio
Grazie per l’intervento, vediamo di rispondere ad una cosa per volta.
Il marchio CE va applicato solo per le categorie oggetto di direttiva e tra queste non mi risulta esserci la cancelleria per adulti o per bambini, a meno che non sia oggetto di gioco.
Il marchio CE apposto a vanvera corrisponde ad un marchio che manca quando dovrebbe esserci.
Il marchio CE contraffatto, cioè sbagliato, comporta un’ammenda di 2.500 € ed il possibile seuqestro della merce, quindi veda Lei se è il caso di pensare ad un cambio di etichetta, certo possibile, ma che non protegge dai rischi suddetti.
La domanda che mi sorge spontanea è: perchè fare una seconda etichetta con il marchio corretto se si sa all’origine come deve essere fatto a norma di legge? Non è forse possibile che lo si sbagli apposta per poter eventualmente affermare che non è il marchio CE, dato che magari c’è solo il marchio e niente più? Non sono ancora riuscito a spiegarmi perchè anche aziende multinazionali abbiano sui loro prodotti il marchio sbagliato, provi a controllare le pennette usb della Vodafone.
Cordiali saluti
Buongiorno sig. Carraro,
lavoro in un’azienda che si occupa della fornitura di prodotti di cancelleria, tra cui, anche, matite colorate, pennarelli o astucci ad uso scolastico, tutti prodotti destinati principalmente ai bambini e pertanro dovrebbero avere la marcatura CE, giusto?
Le faccio questa domanda perchè nel nostro mondo circolano tanti manufatti cinesi ed ho sentito parlare di problemi legati ad una errata applicazione o addirittura ad un uso improprio del marchio CE.
Alcuni fornitori mi dicono che se anche il marchio CE non è quello corretto, l’importante è che loro siano in possesso delle certificazioni di conformità e che è possibile risolvere il problema rietichettando il prodotto con il marchio CE a norma.
E vero?
Cordiali Saluti
Ambrogio
La Tua risposta e non solo quella è la dimostrazione che il mio lavoro ha una qualche utilità e soprattutto che saper ascoltare i giovani è sempre utile ed opportuno, Ti assucuro che è una grande soddisfazione.
Le maggiori soddisfazioni nel mio lavoro di consulenza le avute proprio dai giovani e soprattutto da quelli che mettendo da parte il rispetto reverenziale nei confronti dell’esperienza, della conoscenza e perchè no dell’età, esprimevano i loro pareri in modo chiaro e convinto.
I giovani, proprio per la loro età, sono fortunatamente disposti a inserirsi nei dibattiti senza timori di sbagliare o di fare domande inopportune, certamente hanno tante cose da imparare, ma il loro entusiasmo è impagabile.
Ti ringrazio e spero di ricevere ancora Tuoi commenti e magari anche qualche osservazione critica, sarà sempre un piacere dialogare e discutere con Te, servirà certamente ad una comune crescita. Come vedi sono passato al Tu, mi è venuto naturale.
Giustissimo! Abbiamo affrontato il problema su 2 livelli differenti.
Lei è andato alla base cioè ha spiegato il perchè le direttive hanno un impostazione differente..adesso ho colto la finezza!! Io invece cercavo la motivazione dell’utilizzo volontario o meno delle norme giustificandolo sulla differenza tra idoneità all’uso di un prodotto da costruzione e conformità ai requisiti di sicurezza per una macchina.
La ringrazio per la sua disponibilità e per l’esperienza messa a disposizione dei più giovani!
Apprezzo le sue conoscenze e rispetto il Suo punto di vista, ma le spiegazioni da Lei riportate oltre a non essere in contrasto con quanto da me affermato non contengono la motivazione secondo la quale le direttive siano impostate in modo diverso. Lei sostiene che sono diverse perchè sono diverse e su questo sono d’accordo, è un dato di fatto, ma il perchè siano diverse non lo vedo spiegato dalla Sua argomentazione, peraltro erudita.
Inoltre l’aspetto della sicurezza è alla base di tutte le direttive in modo indistinto e le norme entrano in questioni prestazionali, con l’intento di disciplinare in modo più efficace i prodotti che devono rispettare anche leggi di tipo nazionale ed europeo, come quelle sul risparmio energetico da Lei citate.
Ribadisco quindi il criterio diverso dipende da una utenza di tipo diverso, per le macchine esiste un manuale d’uso a disposizione dell’utente, per una costruzione es. un palazzo, gli utenti non dispongono di questo manuale e si aspettano prestazioni determinate e garantite, a prescinde dal costruttore.