Marchio CE, ulteriori chiarimenti!
Sulla marcatura CE c’è sempre quancosa di nuovo da sapere.
Ribadiamo ancora una volta il punto fondamentale da cui partono tutte le direttive e tutte le normative che vengono emesse in merito al Marchio CE, questo punto è LA SICUREZZA.
Il legislatore quando approva e pubblica direttive e norme, parte dalla necessità di garantire all’utente finale la massima sicurezza possibile, compatibilmente con i progressi della tecnica e le possibilità produttive, per questa ragione molte norme e direttive vengono aggiornate in continuazione.
Quindi facendo intervenire il buon senso, ognuno è in grado di comprendere che sono i requisiti di sicurezza a determinare la complessità delle procedure da attivare per applicare il Marchio CE su un prodotto e non il suo costo commerciale o la sua diffusione.
Tanto più un prodotto può creare danni all’utente, come nel caso delle macchine, tanto più accurata deve essere l’analisi dei rischi e tanto più complessi gli interventi per eliminare o ridurre i pericoli.
Per tali ragioni e non per speculazioni commerciali, l’assistenza o l’attività eseguita internamente per applicare il Marchio CE, possono avere un costo estremamente variabile e passare da poche centinaia di euro a svariate migliaia.
Si dice in modo puramente teorico e retorico, che la sicurezza non ha prezzo, ma i fatti quotidiani dimostrano che molto spesso non ha valore e proprio per garantire un minimo di sicurezza il Marchio CE può essere apposto solo dopo aver seguito un percorso ben definito, che non è la compilazione burocratica di moduli, ma la valutazione attenta di caratteristiche e circostanze.
Affrontate quindi l’applicazione del Marchio CE con l’obiettivo di ottenere dei prodotti sicuri prima ancora che funzionali, perchè è sempre meglio che vada fuori uso un prodotto piuttosto che chi lo usa.
Un prodotto sicuro è garanzia di tranquillità per chi lo utilizza, ma anche per chi lo produce e lo mette in commercio, altrimenti diventa una bomba ad orologeria, è solo questione di tempo.
La nostra società esegue la marcatura CE e fornisce la consulenza per capire cosa è necessario fare.
Il nostro telefono è 049 8875489.
Potete richiedere informazioni e preventivi gratuiti. La nostra mail è carraro@marchioce.net
Per consultazioni veloci chiamate il n° 335 7815 770, Ti risponderà direttamente l’ing. Carraro.
Siamo i migliori? Non spetta a noi dirlo, ma certamente siamo onesti!
CHIAMA SUBITO, NON PERDERE TEMPO
Possiamo farTi superare le difficoltà di un argomento complesso, con efficacia ed efficienza.
Prima di Te hanno lavorato con noi:
- multinazionali che operano in vari settori produttivi, dal petrolifero all’oleodinamico
- squadre di calcio di serie A per i loro gadget
- Guardia di Finanza
- Polizia Tributaria
- Carabinieri
- Polizia di Stato
- Dogane e spedizionieri
- e centinaia di aziende, proprio come la Tua
Pensi che siano TUTTI degli sprovveduti?
Contattaci, riceverai sempre e comunque una risposta immediata! Niente attese telefoniche, linea diretta con l’esperto al 335 7815 770
Ascolta il podcast
Fabbricante, produttore, mandatario, importatore
Fascicolo tecnico - Domande e risposte
I nostri video tutorial
La marcatura CE e la conformità dei prodotti
Un primo contatto è sempre gratuito. Contattaci adesso!
Se hai una webcam ci potremo anche vedere con Skype o altro strumento di videoconferenza, così non saremo solo una voce o una mail.
Telefonaci
Uff: +39 049 8875489
Cel: + 39 335 7815770
Invia una mail
carraro@marchioce.net
Skype
carraro@marchioce.net
I nostri orari
Dal lunedì al sabato
dalle 8.30 alle 20.00
Salve, grazie per i complimenti, ma devo riconoscere che non sono proprio meritati dato che Le Sue considerazioni sono più corrette delle mie.
Lei riporta il testo esatto io avevo fatto un riassunto.
In ogni caso, siccome in tutte le direttive si dice che un accessorio applicato ad un dispositivo deve essere valutato con gli stessi criteri del dispositivo, credo che pur rispettando ciò che Lei ha riportato sia opportuno fare un riferimento alla direttiva sulla compatibilità elettromagnetica.
Cordiali saluti
Grazie ancora della Sua risposta Ing. Carraro,
confortato dallo spirito di questo blog (sito) da Lei curato, dove il confronto e le osservazioni di noi utenti sono sempre benvenute, mi permetto di continuare sull’argomento.
In merito alle due tipologie di prodotti prima elencate vorrei chiederle se, rispetto alla direttiva sulla compatibilità elettromagnetica, l’art 1, comma 3, non fosse una clausola di esclusione applicabile.
Secondo lei un auricolare, o una calcolatrice a batterie non rientrano (per almeno uno degli aspetti previsti) tra quei prodotti che:
“ART. 1
co 3. Il presente decreto non si applica alle apparecchiature che per
loro natura e per le loro caratteristiche fisiche:
a) non generano o non contribuiscono a generare emissioni elettromagnetiche che superano un livello compatibile con il regolare funzionamento delle apparecchiature radio e di telecomunicazione e di altre apparecchiature;
b) funzionano senza inaccettabile alterazione in presenza delle perturbazioni elettromagnetiche abitualmente derivanti dall’uso al quale sono destinate.”
Cordiali saluti,
Marco
Salve, comprendo la Sua perplessità ed è evidente che il campo elettromagnetico prodotto da questi apparecchi è minimo, infatti la norma prevede che in questi casi non sia necessario eseguire prove in laboratorio.
La marcatura CE introduce un concetto per noi italiani non proprio scontato, cioè che occorre dichiarare il rispetto ad una norma anche quando non esiste alcun pericolo connesso all’uso del prodotto.
Nell’analisi dei rischi ad esempio, è necessario evidenziare sia i punti che si prendono in esame, perchè comportano un rischio, sia quelli che non vengono considerati in quanto non presenti, ovviamente con un simbolo diverso.
Nella valutazione di sicurezza non è quindi previsto il silenzio assenso, ma ogni cosa deve essere dichiarata esplicitamente.
Nel Suo caso si dichiara il rispetto della Direttiva di Compatibilità elettromagnetica, anche se non comporta alcuna prova da superare in quanto è intuitivo che non emette campi significativi.
Cordiali saluti.
Ing. Carraro la ringrazio della immediata risposta.
Nello specifico trattasi di calcolatrici alimentate a batteria (non comprese) e di auricolari.
Anche queste tipologie secondo lei creano un campo elettromagnetico? O non è talmente lieve da essere trascurabile?
Rinnovandole i saluti, la ringrazio
Salve, qualsiasi prodotto che funzioni con qualsiasi tensione emette onde elettromagnetiche, quindi è soggetto alla direttiva Compatibilità Elettromagnetica, anche quando le emissioni sono infime e non è necessario fare prove di laboratorio.
Comunque la direttiva va rispettata, anche solo per dire che il prodotto non crea alcun problema in merito a disturbi emessi, perché c’è anche la questione dei disturbi subiti.
Cordiali saluti
Buonasera Ing. Carraro,
volevo chiederle quale sia il riferimento normativo che obbliga l’apposizione della marchiatura CE anche ai prodotti elettrici al di sotto dei 50V, o 75V (come previsto dalla direttiva 2006/95) che non rientrino in altre direttive specifiche.
Cordiali Saluti
Mi fa piacere di averLe fornito delle informazioni corrette.
Per quanto riguarda la Sua nuova richiesta, avere il certificato emesso in Inghilterra è una cosa utile , ma non sostituisce la marcatura CE, che deve fare Lei come importatore da un Paese extraCEE, come la Cina.
Quindi se vuole importare questo prodotto deve eseguire tutte le procedure previste per la marcatura.
Ovviamente se Le dovesse servire una consulenza specifica i nostri uffici sono a disposizione.
Cordiali saluti
Gentile Ing. già ci siamo sentiti tempo fa per del materiale edile da cina , e aveva ragione lei ( profili di acciaio) ora vorrei importare dispenser acqua e l’azienda mi sta proponendo un CE certification fatto in Inghilterra , non va bene? che faccio? come faccio a sapere se va bene , per importarli che devo fare se CE non va bene?
Ringraziamenti
Andrea Cepollina
Mi pare che Lei abbia le idee chiare, anche se è evidente che sono diverse dalla nostre, quindi non vedo motivo per farle cambiare idea e modo di operare, spero che non citi noi come coloro che hanno ispirato il Suo comportamento.
Cordiali saluti.
Chiarissimo.
La ditta che mi fornisce le centraline ha però tutti i test report effettuati sui suoi prodotti, per poterli dichiarare conformi a tutti i requisiti richiesti dalla legge.
Sono io che, sotto loro autorizzazione, rietichetto i loro prodotti e modifico la dichiarazione di conformità sostituendo il loro nome con la dicitura generica “Il costruttore”.
Nel caso di un eventuale controllo ho tutti i test report dei prodotti che commercializzo. Ci sarebbe solo una non corrispondenza fra il nome riportato sull’etichetta del prodotto da me venduto e quello riportante sulla documentazione dei test report. Ma il prodotto è lo stesso.
Salve, Le faccio solo una domanda, senza rispondere al Suo quesito, così Lei capirà lo stesso, poi se desidera sapere quello che dovrebbe fare, ci può contattare direttamente.
Ecco la domanda:- se domani si presenta alla Sua ditta B, l’autorità di controllo ( es. G.d.F. ) e Le chiede di esibire il fascicolo tecnico ( che presumo non abbia neppure la ditta A ), Lei cosa mostrerà alla suddetta autorità?
La marcatura CE scorretta o mancante, non è solo illecito civile, ma anche penale, quindi preferisco non parlarne in relazione ad un caso specifico.
Cordiali saluti.
Buonasera.
Ho una piccola azienda (chiamata A) che commercializza centraline elettroniche per tapparelle.
I prodotti che vendo li acquisto da un’azienda (chiamata B) costruttrice che me li fornisce con la sua etichetta e la relativa dichiarazione di conrmità.
Su autorizzazione scritta di questa azienda io posso rietichettare le centraline con una mia etichetta, riportante il mio logo, e fornire insieme al prodotto la dichiarazione di conformità.
Effettuo solo una modifica su questa dichiarazione. L’azienda B me la fornisce con scritto: “L’azienda B dichiara che il prodotto centralina elettronica modello…..è conforme…..”. Io la cambio in “Il COSTRUTTORE dichiara che il prodotto centralina elettronica modello…..è conforme…..”. Sto commetendo un illecito? Grazie
Mi è stato molto utile
Grazie ancora per la sua cortesia e disponibilità
Salve. Lei potrebbe fare arrivare i prodotti con un’etichetta che riporti il nome della Sua ditta, la descrizione del prodotto. l’anno di produzione e la scritta “made in Cina”, inoltre ci deve essere il manuale d’uso scritto in italiano.
Non sono in grado di fornire indicazioni su come superare indenni la dogana, ho appena finito di seguire un caso in cui del materiale è stato sequestrato, prima di essere immesso in commercio cioè alla dogana, e la non conformità consisteva nel fatto che era mancante di etichetta descrittiva con il marchio CE e di manuale.
Per avere un parere tecnico il materiale è stato inviato ad un primario istituto di qualità, che ha confermato la non conformità per tali motivi.
Noi dopo aver preparato la documentazione mancante, abbiamo avuto lo scrupolo di voler controllare la sicurezza del prodotto ed abbiamo riscontrato che la messa a terra non funzionava, quindi era pericolosissimo, ma l’importatore non ha mai ricevuto questa contestazione e potrebbe mettere in commercio i prodotti anche senza ripararli.
Ovviamente noi gli abbiamo indicato il corretto comportamento, ma nel frattempo lui ha già pagato un fermo merce di 7 mesi e costi quasi pari al valore della stessa, vede quindi che sui controlli non si può fare nessuna previsione, in qualche caso sono corretti in altri no.
Grazie mille per la risposta
Quindi se ho capito bene, la prego di correggermi se sbaglio, le direttive mi dicono che le custodie e in generale oggetti di tipologia simile senza parti elettroniche le posso importare senza problemi,il problema è invece sapere come reagiranno i doganieri che non sempre seguono alla lettera le direttive.
Però mi chiedo anzi le chiedo non esiste nessun documento, per esempio la dichiarazione di conformità o altro che possa sbloccare eventuali situazioni problematiche alla dogana?
Non vorrei dovermi rassegnare a sperare nella “buonasorte” di incappare nel doganiere giusto.
Grazie
Matteo
Salve, grazie per i “non complimenti” l’importante è che ciò che è presente nel blog serva a qualcuno, a noi certamente è utile, sia perché abbiamo la necessità di approfondire molti argomenti, sia perché qualche azienda ci chiede la consulenza e noi viviamo di quella.
Per i prodotti che ricadono sotto la direttiva 2001/95/CE non si può e non si deve applicare il marchio CE, la legge lo considera un messaggio ingannevole per il consumatore.
Cosa ne pensa il “doganiere” all’ingresso del prodotto in Europa, non è dato sapere, quindi ciò che scriviamo noi corrisponde alle direttive, ma non a quello che può succedere in dogana.
La dichiarazione di conformità serve sempre.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buongiorno,
Non le faccio i complimenti per il sito dato che ho letto più volte che chiede ai suoi lettori di evitare.
Spero che possa chiarirmi alcune idee e la ringrazio in anticipo.
Ho intenzione di iniziare una piccola attività di importazione da paesi terzi (soprattutto Cina) di accessori per cellulari.
Ora, sono al corrente che per gli accessori a bassa tensione e comunque per tutto quello che ha una parte elettronica è obbligatorio il marchio CE quello che però mi crea confusione è l’iter da seguire per l’importazione di materiale non elettronico quali custodie per esempio, per lo più composte di plastica, silicone ed alluminio.
Per quel che ho capito questi ultimi articoli ricadono nella direttiva 2001/95/CE quello che non mi è chiaro però è :
Per questi articoli il marchio CE non è formalmente obbligatorio ma non metterlo è una classica prassi da furbetti?
oppure è necessaria solo la dichiarazione di conformità?
La ringrazio e le porgo cordiali saluti
Ringraziamo per la richiesta e ricordiamo che le procedure per la marcatura sono indicate in questo blog.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali della richiesta, accettiamo ovviamente la richiesta di risposta privata, non avremmo agito altrimenti.
Cogliamo l’occasione per ricordare due regole fondamentali da rispettare nella partecipazione al blog:
1 parlare della marcatura CE, evitando discussioni o valutazioni nei confronti di altri partecipanti ( di noi potete dire ciò che volete )
2 non entrare in questioni commerciali, per queste potete utilizzare la nostra mail
p.s. i commenti con la pubblicità di aziende e blog concorrenti non sono graditi, grazie
buon pomeriggio
siamo una piccola casa editrice. Vorremmo applicare il marchio CE su una nostra scatola di un puzzle 3 D fatto di Laminil da 3 mm. La scatola ed il puzzle sono prodotti in Italia .
Ci può indirizzare come fare , qual’è la procedura ?
E quanto costa questo Suo servizio di consulenza ?
E come potremmo fare per avere anche l’ok sulle norme EN 71 e segg.?
Risposta privata. Grazie
Giuseppe Villamaina
Lev sas
telefono e fax 081 62 88 64
Salve, La ringrazio per la domanda che mi permette di chiarire un punto che spesso è oggetto di discussione.
Il fatto che Lei non abbia trovato nel nostro sito e neppure in altri, alcun riferimento alla marcatura CE degli alimenti è già una risposta, cioè gli alimenti non devono essere marcati CE.
Quando si fanno delle affermazioni tecniche si dovrebbe sempre portare la documentazione di supporto, chieda quindi al Suo interlocutore in base a quale direttiva gli alimenti devono essere marcati, io non gliela posso dire, perché non c’è, ma se mi sbaglio sono pronto a riconoscerlo e ad imparare qualcosa di nuovo.
Tenga inoltre presente che apporre il marchio CE quando non è richiesto equivale a non metterlo quando è obbligatorio, c’è sempre la sanzione civile e penale.
Purtroppo nel nostro Paese veniamo dettagliatamente informati su un appartamento a Monaco o su omicidio ad Acerra, ma su questioni “banali” come la nostra sicurezza quotidiana, NESSUNO sente la necessità di fornirci qualche informazione chiara, penso che dovremo aspettare la melamina nel latte o qualche giocattolo letale.
Cordiali saluti.