Adesso in dogana esplodono i televisori!
Conoscere le leggi eviterebbe perdite di tempo e cattive figure.
Tranquilli la notizia NON è vera e neppure siamo impazziti, riportiamo nel titolo la sintesi della storia che ora Vi raccontiamo.
Un nostro cliente ha acquistato 3 totem multimediali, esattamente come quelli che vediamo nelle stazioni, negli aeroporti o in altri luoghi pubblici e che visualizzano immagini pubblicitarie registrate in un computer che sta all’interno, nulla più di un video collegato ad un mini computer.
I totem sono fermi in dogana ormai da molti giorni, il MISE interpellato dal “solerte doganiere” ha avanzato tre proposte: restituzione al mittente (in Cina), distruzione, messa a norme dei totem.
Siccome i totem non sono stati immessi in commercio, dato che sono bloccati in dogana, nessuna delle proposte era corretta, dato che il MISE, secondo la legge avrebbe dovuto dire semplicemente che il materiale NON poteva essere immesso in commercio, perchè non conforme con le leggi sulla marcatura CE, ed avrebbe dovuto dare questo “difficilissimo” responso entro 3 giorni lavorativi.
Il cliente si è dichiarato disposto a mettere a norma i tre prodotti ed ha chiesto di ritirarli, come nel suo pieno diritto e senza null’altro presentare.
Il “solerte doganiere” (in questo caso per rispetto delle quote rosa, donna) ha comunicato al nostro cliente che ne poteva ritirare uno solo e per farlo avrebbe dovuto presentare dei certificati da Organismo Notificato, da notare che il cliente non ha ancora visto i prodotti, non ne ha disponibilità e quindi non si comprende come possa eventualmente ottenere quei certificati.
A specifica domanda in base a quale legge dovessero essere presentati questi certificati, la “solerte doganiera” ha risposta ahlei per iscritto, citando due specifiche leggi, sulla bassa tensione e sulla compatibilità elettromagnetica.
A questo punto abbiamo fatto notare che solo per la compatibilità elettromagnetica degli apparecchi di radiotrasmissione è necessario fare eseguire dei test ed ottenere il certificato da lei richiesto, inviandole copia degli articoli della legge da lei citata, ma forse non letta.
La “solerte doganiera” ha risposto che questo era corretto e che quindi non era necessario alcun certificato, ma la dichiarazione del il totem non presentava il rischio di esplosione, da sottolineare che in tutto questo tempo i totem li ha tenuti nel luogo di lavoro dei suoi colleghi.
Dopo aver consegnato tutti i documenti richiesti (l’intero fascicolo tecnico) invece di consegnare la merce la “solerte doganiera” ha inviato nuovamente tutto al MISE ed ora il cliente aspetta un nuovo responso, ovviamente dopo la resurrezione pasquale con annesse ferie.
Nel frattempo la macchina implacabile della giustizia si è messa in moto ed il cliente ha ricevuto dalla Camera di Commercio un avviso di sanzione di 14 mila euro, per aver immesso in commercio i tre totem, che lui non ha mai ritirato.
Quindi oltre ai video che possono esplodere ci sono i prodotti fantasma, cioè che non essendo nel mercato devono però pagare la multa per esserci stati immessi. A quando un intervento di bonifica?????
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Sig. Carraro buongiorno,
poi ci racconta come è andata a finire questa faccenda vero?
non ci lasci in sospeso 😉
distinti saluti
Salve, al momento tutta la documentazione è stata rimandata al MISE, però c’è una buona notizia, che riguarda un’altra vicenda, cioè 30 container di sanitari provenienti dall’Egitto e bloccati in dogana per circa 2 mesi con le stesse motivazioni dei monitor, sono finalmente arrivati alla sede dell’importatore.
In quest’altra vicenda non è stata richiesta la dichiarazione di “non esplosione”, l’iter è stato lo stesso.
Sintesi: rendere difficile il facile attraverso l’inutile, una volta questo era lo slogan dell’esercito, penso che si possa estendere per la proprietà transitiva a tutta la burocrazia italiana, e se qualcuno decidesse finalmente di “combatterla” non solo a parole, sarebbe sempre ora.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buonasera,
faccio due premesse:
1) sono sempre stato un dipendente e mai un imprenditore
2) non voglio che quanto affermo faccia passare il messaggio errato che gli evasori fiscali fanno bene ad esserlo perchè devono “sopravvivere” allo stato italiano…
detto ciò dopo avere riso (per non piangere) leggendo il suo articolo mi viene da chiedermi: ma vale la pena lanciarsi nel mondo dell’ imprenditoria in questo paese? dove la burocrazia o quanche ignorante possono metterti in seria difficoltà se non stroncarti?
Distinti saluti
Salve, la Sua è una domanda impegnativa e dimostra quanto i nostri imprenditori siano da un lato molto bravi e coraggiosi e dall’altro “incoscienti avventurieri” (nel senso buono del termine), cioè non considerano che oltre alle oggettive difficoltà del mercato, non solo in questo frangente storico, ma sempre, esistono anche una serie di vere e proprie trappole, nelle quali possono cadere in qualsiasi momento.
Naturalmente questa situazione fornisce alibi a molti, per trovare poi le solite scappatoie, è come quando c’era il servizio militare obbligatorio, dopo il periodo di addestramento, le sole cose che si imparavano e si facevano erano: l’imboscamento ed il furto. Il primo per evitare di fare qualsiasi cosa, il secondo per ingannare il tempo recuperato. Nella maggioranza dei casi i furti erano perfettamente inutili e senza scopo di lucro, ad esempio saponette, lamette ed altri genere di assoluta inutilità, ma il gusto del furto era auto gratificante.
Porre ostacoli, trappole e prese in giro a complicare la vita delle aziende, sembra sia una necessità per migliaia di inutili incapaci burocrati e come risultato secondario spinge i più a cercare soluzioni alternative.
Alcune di queste, perfettamente legali, le suggeriamo anche noi, altre appartengono alla fantasia di coloro che si trovano loro malgrado coinvolti.
La saluto cordialmente e La invito su http://www.amicidellasicurezza.net , abbiamo bisogno di fan.
ing. Carraro