Dichiarazione di conformità, ma a cosa?
Molte volte si parla di dichiarazione di conformità a sproposito.
Abbiamo già presentato in linea generale l’argomento “Dichiarazione di conformità” (molti abbreviano in DICO tanto per fare confusione) e ci torniamo per chiarire alcuni punti.
La Dichiarazione di conformità è il passo immediatamente precedente all’applicazione del marchio CE, nella procedura di marcatura.
Viene redatta alla fine dell’Analisi dei rischi e per poter essere veritiera, cioè essa stessa conforme al reale, è necessario che:
- si conoscano le normative pertinenti al prodotto di cui si sta trattando,
- il prodotto rispetti nel progetto e nella realizzazione, tutte le prescrizioni contenute nelle norme.
I non addetti ai lavori, cioè i clienti, forse sono convinti che chi per esempio, costruisce un lampadario, conosca perfettamente le normative relative a questo prodotto. Purtroppo questa è una condizione razionale ed ideale, ma che non trova corrispondenza nella realtà.
Sia a livello di progettazione che di costruzione, in questo ed in molti altri settori si procede per esperienza, per informazioni trasmesse oralmente, per abitudine e per sentito dire. I casi in cui le aziende possiedono ed utilizzano le norme che riguardano i loro prodotti, sono in realtà una minoranza e riguardano le aziende di eccellenza.
Questo dato di fatto comporta che la maggioranza dei prodotti marcati CE e con “regolare” Dichiarazione di conformità, siano conformi alle esigenze delle norme, ma questo fatto non è verificato da chi sottoscrive le dichiarazioni.
Quali sono i rischi che i clienti corrono? In realtà ben pochi rispetto a quelli potenziali, perchè i costruttori non sono imbecilli o incapaci, ma certamente superficiali e facilitoni nel sottoscrivere documenti, che non hanno nulla di conforme, se non il modulo su cui sono scritti.
In aggiunta questo c’è da dire che molte associazioni di categoria, non tutte per fortuna, si affannano a fornire moduli e fax simile di dichiarazioni, ma non si soffermano a spiegare l’importanza della marcatura CE sul piano della sicurezza, ed anzi sono impegnate in strenue lotte per allontanare il più possibile le date di entrata in vigore delle direttive e delle norme, piuttosto che aiutare i loro iscritti a mettersi in regola. Ha un senso tutto questo?
A volte poi si sfiora il ridicolo, in quanto alcune associazioni affermano che non serve il marchio CE, sottintendendo che non serve la marcatura in senso generale, mentre sanno bene che se non è sempre obbligatorio il marchio, la dichiarazione di conformità serve sempre, e quindi la differenza tra mettere il marchio e rilasciare la dichiarazione di conformità sta solo nella presenza dell’etichetta.
Gli iscritti credono o fanno finta di credere alle associazioni ed immettono quindi sul mercato prodotti che non hanno il marchio CE, ma per i quali non è stata messa in atto nessuna procedura di sicurezza, il tutto con il placet delle loro associazioni. Ribadiamo allora:- Qui Prodet?-. Certamente non ai clienti, che paradossalmente possono essere gli stessi iscritti alle varie associazioni.
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buongiorno
vorrei sapere se le serrature per porte e finestre che si possono acquistare liberamente nei magazzini devono essere soggetti a marcatura ce. ho avuto modo di notare, in fase di acquisto di un cilindretto di ricambio per il portone di casa, la mancanza della marcatura CE.
Salve, molti accessori per porte e finestre rientrano nell’obbligo della marcatura CE, non fosse altro perchè entrano a far parte di un prodotto che ha questo obbligo.
Esistono varie norme sugli accessori per serramenti e tra queste anche alcune sulle serrature.
Naturalmente qualche produttore più “intelligente” di altri dirà che il cilindretto non è la serratura, quindi non va marcato CE, non compete a me entrare in queste argomentazioni, che ognuno può valutare da sè.
Esistono norme per le cerniere, per le serrature, per le chiusure di vario tipo, basta verificare nel sito NANDO della Comunità Europea, oppure consultare l’UNI.
A prescindere dal marchietto CE sul prodotto, giova ricordare che in ogni caso il fabbricante DEVE costituire e tenere a disposizione un fascicolo tecnico per qualsiasi prodotto, con o senza marcatura CE e che una parte del fascicolo (istruzioni in italiano, dichiarazione ed etichetta, con o senza marchio CE a seconda dei casi) deve SEMPRE accompagnare il prodotto alla vendita.
Come può verificare, tutto ciò è disatteso migliaia di volte, ma siamo o non siamo il Paese con il maggior numero di leggi al mondo?
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Salve ingegner Carraro,
innanzitutto La ringrazio per il tempo che dedica costantemente a questo utilissimo blog.
Vorrei porLe una domanda: dovendo marcare CE un elettroattuatore alimentato a 24V, sulla dichiarazione di conformità è necessario indicare solo il rispetto della direttiva macchine e della EMC, oppure va indicata anche la direttiva bassa tensione?
La ringrazio nuovamente, cordiali saluti
Salve, mi scusi per il ritardo nella risposta, ma i nostri siti sono stati sotto attacco e sono scomparsi dal web, con altre conseguenze, evidentemente non tutti sono d’accordo con la Sua valutazione, per la quale ringrazio.
Nella dichairazione vanno riportate tutte le direttive e tutte le norme pertinenti, quindi se nel sistema c’è anche la bassa tensione è meglio riportarla, anche se a rigore sia questa che la compatibilità sono già implicite nella direttiva macchine, ma per convenzione o abitudine, si riportano comunque.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Buonasera Ingegnere
Ho letto con attenzione tutte le sue risposte, e mi viene un dubbio.
Se io prendessi un corpo illuminante a LED, marchiato CE, alimentato a 220V AC con un trasformatore interno che va ad alimentare i led diciamo a 24V CC, e chiedessi ad un elettricista di rimuovere (o bypassare) questo trasformatore in modo da alimentare i led direttamente a 24V dall’esterno, in che situazione mi troverei? Avendo portato l’oggetto in bassa tensione in teoria non lo ho portato al di fuori dei confini della certificazione? Il resto dell’oggetto rimane tale e quale, quindi io voglio supporre che non siano variate le sue caratteristiche di ergonomia e sicurezza. Capisco benissimo che modificare un oggetto richieda una nuova marchiatura CE, ma in questo caso mi pare di aver fatto modifiche che non possono in nessun caso rappresentare fonte di pericolo. Non è sufficiente che l’elettricista documenti l’intervento?
Salve, precisando che la nuova situazione è in bassissima e non in bassa tensione, anche in questo caso il prodotto deve essere marcato CE.
Non esistono prodotti elettrici/elettronici che possano essere utilizzati senza marcatura CE, perchè non c’è solo la direttiva di bassa tensione che impone la marcatura.
In ogni caso Lei da per scontato che le modifiche abbiano ridotto le condizioni di rischio, ma chi e cosa lo dimostra? Solo il fatto che Lei lo supponga, ma questo non basta per la legge, che oltre ai componenti disciplina anche il come si fanno gli interventi, quindi la documentazione di marcatura CE (fascicolo tecnico) deve garantire e dimostrare la conformità del cosa e del come.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Caro Ingegnere,
ha colto perfettamente nel segno. Innanzitutto la ringrazio della cortese e dettagliata risposta.
Per quanto riguarda i protagonisti stiamo parlando di una ditta manutentrice di Global Sxxxxxx che è tenuta a sostituire il reattore di una plafoniera (cone riportato, tra l’altro, nel contratto di appalto sottoscritto dalla ditta) di uno dei luoghi di lavoro da me gestiti. Io sono soltanto l’addetto dalla mia azienda a controllare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte delle varie ditte.
Grazie ancora. Cordiali saluti
Buonasera Ing. Carraro,
vorrei chiederle gentilmente un parere. Una ditta di manutenzione mi accusa di non volere sostituire il reattore danneggiato di una plafoniera poiché decadrebbe la marcatura CE. Alla luce di ciò, Le vorrei porre due domande:
1) Cambiando semplicemente il reattore con uno uguale il marchio CE decade? (mi riferisco a questo caso perché andrebbero tagliati e riconnessi dei cablaggi)
2) Nell’eventualità che il reattore non fosse più disponibile in commercio, utilizzandone uno simile, con identiche caratteristiche tecniche a quello originale, il marchio CE decadrebbe?
La ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti
Salve, la sostituzione di un pezzo di ricambio originale, fornito dalla ditta produttrice di un prodotto, non costituisce un intervento tale da richiedere la marcatura CE nuova, ma in questo caso il pezzo sostituito proviene dal libero mercato e non dalla casa madre, quindi si può utilizzare anche un prodotto simile ed analogo, ma l’intervento implica un’apertura del cablaggio ed una sua richiusura, più l’aggiunta del pezzo nuovo.
L’intervento può essere fatto solo da un tecnico esperto per tale ragione, la rimarcatura CE sarebbe necessaria, peraltro relativa alla sola sostituzione del reattore, quindi piuttosto semplice.
Personalmente farei le foto del prodotto prima e dopo, e rilascerei una dichiarazione di conformità.
A rigor di logica e di legge, Lei nel momento in cui apre la plafoniera e dovesse scoprire altri problemi, dovrebbe segnalarli ed eventualmente intervenire e non potrebbe richiudere sostituendo solo il reattore.
Quindi la situazione non è così semplice, supponiamo ad esempio che un cavo interno sia deteriorato, ma non interessi la sostituzione del reattore, Lei cosa farebbe? Richiuderebbe facendo finta di nulla o sostituirebbe il cavo, andando così oltre la richiesta del cliente?
Quando si interviene su un prodotto, si ha l’obbligo di consegnarlo, perfettamente funzionante e segnalare in corso d’opera eventuali ulteriori necessità, sarà il cliente a decidere se approvare gli ulteriori lavori.
Ovviamente sto facendo un ragionamento di carattere generale, che può sembrare eccessivo in questo caso, ma quello che vale è il principio.
Quando invece si sostituisce un pezzo di ricambio, originale fornito direttamente dalla casa produttrice, si risponde solo della correttezza dell’intervento.
Per ovviare al problema potrebbe far acquistare il reattore dal cliente e Lei fare solo la sostituzione, in questo caso risponderebbe esclusivamente del lavoro eseguito e non sarebbe necessaria una nuova marcatura CE.
Essendo questa situazione “border line” e riguardano un intervento molto semplice su un prodotto altrettanto semplice, direi che se ne sta facendo più una questione di principio che di sostanza, soprattutto il mio parere potrebbe essere diverso da quello di altri professionisti del settore, in quanto si può anche considerare l’intervento come una manutenzione, che non richiede la rimarcatura CE.
Questo è un classico esempio di come sostituendo il buon senso con le questioni di principio, sempre e comunque, si riesca a creare un contenzioso su una banalità.
In realtà c’è poi un aspetto a monte che non è chiaro, ovvero non comprendo questa frase “Una ditta di manutenzione mi accusa di non volere sostituire il reattore danneggiato”, chi deve sostituire il reattore, la ditta di manutenzione o Lei? Di chi è la plafoniera? Perché la ditta di manutenzione ha voce in capitolo? Ho fornito una risposta di carattere generale, ma nel caso specifico non è chiaro il ruolo dei protagonisti.
La ringrazio e La saluto cordialmente
ing. Carraro
Buongiorno,
ringraziandola anticipatamente per l’attenzione rivoltami, sono a sottoporle un quesito in merito a dei corpi luminosi composti da una parte elettrica e da parlumi realizzati con tessuti diversi a seconda delle esigenze, lavoro per uno studio di architettura che si occupa di strutture alberghiere e occorre che tutti gli articoli acquistati siano dotati di dichiarazione di conformità ma dal momento che la parte elettrica ogni volta è abbinata ad un paralume realizzato con tessuti e finiture diverse occorre che sia redatta ogni volta una dichiarazione nuova? Se alla parte elettrica, ossia la base di un applique è aggiunta una base in legno occorre che sia fornita una dichiarazione di conformità nuova anche per questa? Al momento la ditta produttrice ci ha fornito la dichiarazione di conformità a marchio CE per quasi tutte le basi lampada e la dichiarazione di conformità del tessuto impiegato, mi domandavo se occorre una dichiarazione congiunta o meno?!
Ringraziandola sin d’ora
le porgo cordiali saluti
Buongiorno, la risposta sintetica alle Sue domande è: Assolutamente SI!
Ogni singolo prodotto o serie omogenea di prodotti forniti deve essere accompagnato da: istruzioni di installazione, uso e manutenzione, dichiarazione di conformità, etichetta CE su ogni singolo pezzo, indicazioni sulla potenza massima della singola lampadina montata.
La mancanza anche di uno solo di questi elementi invalida di fatto la fornitura, che risulta incompleta, oltre che non conforme alla direttiva.
Spero che la risposta sia chiara.
La saluto cordialmente.
ing. Carraro
Spett.le Ing.ho omesso di comunicarle che gli oggetti in questione sono prodotti artigianali, quindi ci è stata consegnata dichiarazione di conformità per le parti elettriche prodotte, senza libretto di manutenzione ed uso, e a se stante la dichiarazione di conformità dei tessuti impiegati, è corretto a questo modo?
Grazie per la sua attenzione
Salve, la risposta fornita in precedenza rimane la stessa, questo metodo NON è corretto, il sistema di produzione non è un fattore modificante rispetto agli obblighi di legge e neppure il numero di esemplari prodotti.
Non sono necessarie mille lampade per prendere la scossa e fulminarsi, ne basta una.
I documenti che si devono preparare sono quelli elencati precedentemente, quindi ciò che Lei ha descritto è una libera interpretazione del Suo fornitore, d’altronde gli italiani sono famosi per interpretare le leggi, soprattutto per semplificarle o eluderle, sapesse quante ne vedo di cose come questa.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Non la disturbo più allora! Grazie e buon lavoro!
Cordialmente
Che dire, complimenti oltre che per il Suo lavoro anche per l’autoironia che contraddistingue le Sue risposte.
Quando ho letto del blog in russo mi sono quasi spaventata: ma come, sa anche il russo? Per fortuna anche Lei ha dei limiti.
La ringrazio, continuerò a leggere i suoi blog perché trovo gli articoli utili dal punto di vista formativo e informativo e trovo chi li scrive (Lei, senza nulla togliere ai suoi collaboratori) d’esempio dal punto di vista umano.
Grazie, buon pomeriggio.
Non conosco il russo ed il mio inglese è di sopravvivenza, soprattutto perchè sono pigro e non ho voglia di leggere tanto in inglese, compenso però con l’italiano, perchè la lettura è una delle mie grandi passioni e non mi addormento senza una decina di pagine alle spalle. Ho libri di carta ed anche in tutti i dispositivi elettronici, quindi le cose da leggere mi seguono dappertutto ed appena mi ritaglio un intervallo libero, leggo.
I limiti miei sono molti e credo che la cosa più importante sia riconoscerli ed accettarli, ma non dirli mai alla moglie, dato che lei me ne attribuisce molti di più.
Più invecchio e più scopro cose da fare e da imparare, per esempio la fisica quantistica ed il tai chi, ma devo mettere tutto in fila, perchè lavoro “solo” dalle 8,30 alle 19,30 e nel resto del tempo devo fare tutto, compreso dormire.
Il vantaggio è che non conosco la noia, e l’apatia, mentre qualche volta un po’ di agitazione mi fa andare più veloce.
Grazie per avermi consentito di divagare e dilagare al di fuori della marcatura CE, però ora rientro nell’ambito, devo scrivere dei leasing disattenti.
Cordiali saluti
ing. Carraro
La ringrazio molto per la Sua risposta, come sempre competente, completa e corretta e mi spiace se forse ho fatto domande troppo applicate alla mia realtà, ma sono felice che Lei abbia colto il senso di generalità e abbia potuto dare una risposta utile anche ad altri.
Per quanto riguarda il fatto che gestisce 3 blog, mi sono già chiesta in effetti come ci riesce, considerando che a questo si aggiunge come minimo il Suo lavoro (quello per il quale si fa pagare, intendo) e considerando che dà risposte praticamente in tempo reale (e risposte che richiedono anche un certo tempo per essere redatte). Davvero complimenti.
Infine, se ho bonariamente invidiato il Suo viaggio estivo, invidio ancora di più (sempre bonariamente, s’intende) il Suo soggiorno a Miami Beach anche se immagino che avere una nipotina lontana per il resto dell’anno non sia per niente invidiabile.
Grazie ancora, cordiali saluti
Salve, per gestire 3 blog (in realtà sono di più, uno in inglese, uno in russo in costruzione, uno sulla sicurezza dei prodotti, uno sulle importazioni ed altre attività di servizi commerciali da e per gli USA) mi avvalgo della collaborazione di un ingegnere a tempo pieno, che praticamente vive con noi (va a casa solo a dormire) e di altri esterni, perchè in America ci deve essere qualcuno e la lingua russa non la conosco.
Diciamo che mi piace essere impegnato per non accorgermi di invecchiare e perchè sono convinto che tenendo in attività il cervello, forse rimbecillisco più lentamente, da tutto questo ne ricavo un reddito che mi permette di dedicare parte del tempo ai blog (tutti gratuiti, ovviamente) ed ai viaggi, poi ho tante altre passioni a cui dedico però troppo poco tempo, escluso cibo e vino, ai quali dedico quasi tutte le serate ed i fine settimana.
Le risposte in tempo reale sono una scelta e riguardano tutti i contatti (tel, cell, skype, mail, chat) che a volte si accavallano, perchè ho deciso che sono la priorità e dato che il tempo lo devo dedicare comunque a queste attività, meglio farlo al più presto.
Ho dimenticato la collaborazione con il sito di Liberazione Italiana e con Striscia la Notizia.
La nipotina di 4 anni mi chiama con l’ipad immancabilmente ogni mattina quando si sveglia, però riesce comunque a svegliare i genitori, ed a questo dovremmo porre rimedio, quindi la lontananza è mitigata, inoltre le assicuro che 2/3 mesi li ed uno qui in Italia, ci consentono di godercela forse per un tempo maggiore di quanto accadrebbe se vivesse qui.
Sono entrato in dettagli personali in relazione al Suo commento, me ne scuso con i lettori che certamente non saranno interessati a come vivo e lavoro io, però possono saltare il commento senza perdere tempo.
La saluto cordialmente e La ringrazio per la cortesia.
Ing. Carraro
p.s. ecco la correzione apportata al commento da Lei segnalato
Accanto al CE
ci deve essere il n° di registrazione al Ministero. Questa informazione è errata, la registrazione è obbligatoria, ma non va riportata in etichetta. La correzione è stata eseguita su segnalazione della Signora Cinzia, che ringraziamo nuovamente.Scusi, quando dico “tutte le versioni di uno stesso modello (prodotti identici fatta eccezione per il colore o il nome commerciale)” intendo semplicemente una famiglia di prodotti come scrive Lei nel messaggio qui sopra del 24 luglio.
Salve, se dicessi che ricordo il nostro scambio di 8 mesi fa direi una bugia, sono vecchio e la memoria non è quella dei vent’anni, inoltre gestire i commenti di tre blog e rispondere a decine di mail al giorno, tralasciando telefonate da fisso, mobile e skype, mi fa dimenticare molte cose.
Mi fa comunque piacere che Lei ritorni nel nostro blog, anche con correzioni, come nel precedente commento e soprattutto perchè la cortesia e la correttezza che si leggono tra le righe di ciò che Lei scrive, fanno sempre piacere. Purtroppo non è sempre così, ho appena finito uno spiacevole scambio di mail con un ingegnere, che sul blog ha inserito un commento come se lui fosse il costruttore e poi in mail privata, mi richiedeva consulenza gratuita (mascherata da informazioni tra colleghi) per un incarico professionale per il quale viene pagato. Lasciamo perdere.
Ho scritto più volte che il blog è dedicato alle discussioni di interesse generale e non alla consulenza per le aziende ed i professionisti.
Se gli altri guadagnano dalle nostre informazioni, non vedo per quale ragione dovremmo fornirle gratuitamente, quindi separiamo nettamente le informazioni generali ad uso collettivo e la consulenza che forniamo tramite incarichi professionali.
Rispondo volentieri alle Sue domande, perchè mi consentono di chiarire un punto che può interessare a molti, ovvero la dichiarazione di conformità riguarda ogni singolo prodotto fornito al cliente, quindi può riguardare un singolo numero di matricola o un numero di lotto che riguardi una serie di prodotti realizzati tutti assieme e quindi uguali in tutto e per tutto.
La dichiarazione di conformità deve accompagnare ogni singolo prodotto, sia che sia individuato con numero di matricola o con numero di lotto, solo per forniture multiple dello stesso prodotto allo stesso cliente si può rilasciare una dichiarazione cumulativa.
La dichiarazione presente nel fascicolo tecnico del prodotto è non a caso un fac simile della stessa, in quanto è chiaro che non si possono inserire le copie di tutte le dichiarazioni emesse.
Il fatto che la dichiarazione di conformità debba essere conservata dal fabbricante non contrasta con il fatto che debba contemporaneamente accompagnare ogni singolo prodotto, perchè esistono le copie.
Quindi in sintesi:
– un fac simile di dichiarazione in ogni fascicolo tecnico del prodotto
– una copia per ogni prodotto presso il fabbricante
– una copia con il prodotto
Non esistono due tipi di dichiarazione, la dichiarazione è sempre la stessa, mentre è il prodotto che può essere individuato in modo diverso (matricola, lotto, ecc.)
Spero di aver chiarito tutti i Suoi dubbi, e sono stato lungo perchè ho aggiunto altre cose, per quanto riguarda le vacanze sono andate molto bene, anche se abbiamo avuto un intoppo meccanico in partenza, e posso dire che Copenaghen è bellissima, ma anche Rotterdam, Lubecca, Berlino, Anversa, Monaco e tante altre che abbiamo visto.
Nel frattempo ho anche trascorso due mesi invernali a Miami Beach, dalla nipotina, ma questi sono di vacanza – lavoro, dato che lavoro fino alle 14 e poi vado in giro, con la mia nipotina.
Spero che le mie risposte siano chiare ed esaustive.
La ringrazio e La saluto cordialmente
ing. Carraro
Egr. ing. Carraro,
noi produciamo dispositivi medici di classe IIa ad uso domestico, che vengono immessi sul mercato tramite distributori.
Ho due dubbi, ecco il primo:
io elaboro due tipi di Dichiarazione di Conformità (e mi sto chiedendo il perché, visto che già questa affermazione suona male):
1) una, sulla base del fascicolo tecnico, dove dichiaro la conformità di tutte le versioni di uno stesso modello (prodotti identici fatta eccezione per il colore o il nome commerciale) e dove elenco nel dettaglio le direttive e tutte le norme cui il mio prodotto (in tutte le sue versioni) è conforme (dalla sicurezza elettrica, al software, all’usabilità ecc ecc). Questo tipo di dichiarazione di conformità mi viene richiesta dall’Organismo Notificato in fase di certificazione o all’estero per le application internazionali.
2) Poi elaboro un’altra Dichiarazione di Conformità, per lotto (emessa quindi alla fine della produzione dopo aver verificato che il lotto è conforme), che contiene il nome del solo modello prodotto in quel lotto, il numero di lotto e il riferimento alla direttiva 93/42/CEE e s.m.i (e non a tutte le norme).
Secondo dubbio: io invio la Dichiarazione di Conformità (la seconda, quella fatta per il lotto) insieme al lotto, solo a quei pochissimi distributori che me ne fanno richiesta (nella direttiva 93/42/CEE c’è scritto che la Dichiarazione di Conformità è conservata dal fabbricante – allegato II; punto 2), e non la includo mai in ogni singolo prodotto destinato al consumatore finale.
Ogni singolo prodotto riporta invece ovviamente il marchio CE. Nelle istruzioni d’uso indico a quali norme il prodotto è conforme.
Ecco quindi le mie domande/sospetti:
– la Dichiarazione di Conformità non dovrebbe SEMPRE essere per lotto? (“la dichiarazione riguarda un dato numero di prodotti fabbricati” si legge sulla direttiva). Se sì, la Dichiarazione di Conformità al mio punto 1 non è corretta (ma è sempre andata bene a tutti…). Allo scopo per cui mi viene chiesta, forse sarebbe più corretto se fosse una “bozza” dove si prevedono gli spazi (vuoti, in origine), da compilare con numero di lotto, quantità e data di produzione. La stessa dichiarazione sarà poi compilata con numero di lotto, quantità e data di produzione per ogni lotto spedito.
– devo mandare la Dichiarazione di Conformità di default ai distributori? E ai consumatori finali? Visto che ho sempre letto su questo blog che la Dichiarazione di Conformità deve seguire il prodotto, interpreto io male la direttiva?
Mi scuso davvero tanto per la lunghezza e capirò se deciderà di non pubblicare il mio messaggio, ma volevo essere chiara nell’esposizione.
(non so se si ricorda, ci siamo lasciati a luglio rimandando un interessante discorso sul mondo delle formiche al rientro dalle ferie, e sono già passati più di 6 mesi…Ho invidiato il suo giro per l’Europa, è stata una bella vacanza?)
Grazie per l’attenzione.
Cinzia
Egr. ing. Carraro,
ringrazio per la risposta, avrei ancora un chiarimento:
per ogni prodotto che metto sul mercato devo produrre la relativa dichiarazione di conformità ed applicargli il marchio CE, e solo se ritengo opportuno (non obbligatorio) posso richiedere anche una certificazione ad un ente terzo, che fondamentalmente andrà a supporto della mia dichiarazione di conformità.
Mi corregga se sbaglio. Grazie ancora per la disponibilità.
Cordiali saluti
Olaf Sedmak
Corretto, con le seguenti precisazioni:
– per ogni famiglia di prodotti Lei deve predisporre il fascicolo tecnico da tenere in casa
– per ogni prodotto che vende dovrà consegnare: manuale, dichiarazione di conformità, etichetta con marchio CE attaccata al prodotto.
Il ricorso ad ente terzo per fare prove ha senso solo se non è sicuro della correttezza di ciò che fa, cosa di cui dubito io e dubitano anche coloro che hanno scritto le direttive (vedi considerando n°9 della nuova direttiva sulla bassa tensione), con buona pace degli “amici del certificato”.
La dichiarazione di conformità non è e non sostituisce la marcatura CE, ne è solo un simbolo, come l’etichetta con il marchio, quindi non basta.
La saluto cordialmente.
ing. Carraro
Buongiorno, mi permetta una domanda, nella realizzazione di mobili con automatismi/azionamenti elettrici vado a reperire vari componenti commerciali (motore elettrico, alimentatore, cavi, controller..), tutti certificati ce, e senza modificarli, vengono assemblati ed il sistema inserito nel mobile. Devo certificare tutto il prodotto, ho basta una dichiarazione di conformità dell’installazione? Stessa cosa se inserisco corpi illuminanti all’interno di mobili, senza apportare modifiche ai loro componenti. Grazie per la sua disponibilità, cordiali saluti.
Olaf Sedmak
Salve, il prodotto che Lei realizza in un caso e nell’altro è un nuovo prodotto, non è coperto dalla marcatura CE dei componenti, e con la marcatura CE Lei fornisce la garanzia sia dei componenti (già marcati) che dell’attività di metterli assieme.
Infatti se Lei commette un errore nell’assemblaggio (collegamenti sbagliati, corti circuiti, cavi tagliati) il prodotto ottenuto non è sicuro, anche se lo sono tutti i componenti.
Marcatura CE significa: sicurezza del prodotto venduto, ed il Suo prodotto non è solo l’insieme di ciò che ha acquistato, è qualcosa di più.
La risposta pertanto è: i Suoi prodotti devono essere marcati CE! ATTENZIONE non ho mai usato il termine certificato o certificazione, ma sempre e solo marcatura, occhio alle trappole dei certificati e dei “venditori di certificati”, sono sempre in agguato, pronti a scattare sui Suoi soldi.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Salve, la ringrazio per la risposta, quindi per la plafoniera elettronica non ci sono problemi, per la plafoniera con reattore magnetico la sostituzione dello starter lei la interpreta come una modifica oppure no, perchè lo starter può essere sostituito anche in caso di guasto, e spesso le plafoniere vengono vendute senza lo starter
Grazie ancora per la sua disponibilità
Cordiali Saluti
Maurizio Paoli
Buongiorno, anche io avrei un paio di domande sulle plafoniere tradizionali(neon) per ospitare tubi a led, nel mio caso abbiamo due tipologie di tubi che non necessitano di modifiche alla plafoniera
1) Con il nostro tubo nelle plafoniere con reattore magnetico basta semplicemente la sostituzione dello starter, c’e’ lo stesso un decadimento della certificazione della plafoniera?
2) Nelle plafoniere con reattore elettronico basta semplicemente sostituire il tubo, anche in questo caso cosa succede con la certificazione ?
3) Mi domandavo se anche il solo fatto di mettere il tubo led nella plafoniera comprometta la certificazione per il fatto che la plafoniera nasce per i neon
la ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità
Cordiali Saluti
Salve, se il tubo può essere inserito senza alcun intervento sulla plafoniera, questa non necessita di alcuna marcatura, viceversa se sono necessari interventi di qualsiasi tipo, la nuova marcatura è dovuta.
Cordiali saluti.
ing. Carraro
salve,
occorre ri-marcare CE una plafoniera neon alla quale sono stati rimossi tutti i componenti interni e quindi si trasforma in un semplice portalampada?
Salve, direi proprio di si, perché il prodotto ottenuto è diverso e nuovo rispetto a quello precedente.
Cordiali saluti.
Mi scusi ancora ma dimenticavo di fornirle una notizia che ritengo sia utile per fornire la risposta , l’ambiente in cui va installato il tutto è un ambiente industriale .
Ing. Carraro buonasera ,
supponiamo di comprare da un fornitore delle plafoniere marcate CE e di comprare da un altro fornitore dei tubi a LED marcati CE , di fare eseguire il montaggio e l’installazione ad un elettricista abilitato . IN questo caso è sufficente la dichiarazione di conformità o bisogna certificare il prodotto che siottiene dal montaggio dei tubi nelle plafoniere ?
La ringrazio e le auguro eancoraa una buona serata
Salve, rispondo ad entrambe le domande, la risposta è si, non è necessario marcare l’insieme dato che la plafoniera è predisposta per ricevere il corpo illuminante e viceversa, non si tratta di assemblaggio ma di installare un componente finale che non modifica nulla.
Quindi la Sua interpretazione è corretta: è sufficiente la dichiarazione di conformità dell’installazione e non sul “prodotto” plafoniera più tubo.
Saluti.
salve dovrei sostituire una caldaia, chiedevo per la conformita’ era possibile rilasciarla solo per il tipo di intervento.saluti vittorio
Salve, Le chiedo scusa ma sinceramente non riesco a comprendere la domanda.
Cordiali saluti.
quando serve un dichiarazione di conformità o di installazione .
se monto un lampadario serve lasciare una dichiarazione di conformità?
se installo un pistone elettromeccanico?
se sostituisco una presa?
chiaramente non vado a modificare l’impianto esistente
Salve, l’installazione di un lampadario (presumo che il termine montaggio si riferisse a questo) può essere eseguita solo da elettricista abilitato.
La sostituzione di un pistone (che è di per sè macchina o quasi macchina a seconda dei casi) deve essere eseguita da personale abilitato che deve dichiarare cosa ha sostituito e come, perchè ad esempio potrebbe montare un pistone non idoneo allo scopo originario.
La presa (elettrica) come per il lampadario può essere sostituita solo da elettricista abilitato
Spero che la risposta sia esaustiva.
Cordiali saluti..
La dichiarazione di conformità e non “certificazione” è una parte della marcatura ed in questa caso sono due una dichiarazione di conformità del nuovo prodotto e che andrà a far parte della marcatura ed una dichiarazione di conformità per l’installazione, che è un’altra cosa.
Saluti
Egr. Sig Carraro,
la ringrazio per la tempestività nella risposta e per la precisione.
Le chiedo una ulteriore precisazione sul tema ch ele ho presentato.
L’elettricista che ha eseguito la modifica, per esempio scollegando il reattore dei neon, ed eseguendo a regola d’arte il lavoro deve fare la sola CERTIFICAZIONE DI CONFOMITA’ ?
Grazie
Salve, quando un prodotto viene modificato decade la marcatura applicata ed è necessario che chi apporta queste modifiche rifaccia la marcatura CE.
Il soggetto obbligato è chi esegue il lavoro finale, in questo caso l’elettricista se è lui che fa la modifica.
Cordiali saluti
Buongiorno, le sottopongo il seguenti casi:
1) Su una plafoniera con neon, tradizionale, sostituiamo, per esempio, i due fluorescenti con due tubi a LED. Per farlo dobbiamo togliere gli starter e disalimentare il reattore per eliminare ulteriori consumi.
2) Nel caso di una plafoniera elettronica è richiesta la disalimentazione della parte elettronica ed il collegamento dei LED a 220V.
In questi casi la certificazione CE del produttore ha ancora validità?
Occorre una certificazione di conformità dell’elettricista che ha eseguito la modifica?
Grazie per la disponibilità.
Mauro Cancian
Salve, la Sua è una richiesta di tipo professionale che non evadiamo in questa sede e con questa modalità. Se cortesemente Lei legge la nostra Vision, comprenderà lo scopo per cui abbiamo realizzato questo sito e quindi deciderà se contattarci alla nostra mail o procedere in modo diverso.
Cordiali saluti
Buon Giorno
E’ possibile ricevere via email un modello al quale riferirsi per redigere una corretta dichiarazione di conformità ai sensi della marcatura CE CAT. 1, per tutti i dispositivi di protezione individuale ?
Grazie sin d’ora per l’attenzione riservatami .
Cordialità
Silvia Vietti
Entrambe i documenti devono essere firmati dal produttore o importatore e non da figure esterne, più o meno professionali.
Un laboratorio può rilasciare la certificazione su un prodotto, ma è chi lo immette in commercio che deve garantire la sicurezza di tutti gli esemplari prodotti e commercializzati, quindi chi li vende.
I componenti di una macchina possono essere singolarmente marchiati, se vengono reperiti sul mercato, in questo caso il costruttore o assemblatore finale, ha l’onere della marcatura della macchina finale, ma ritiene conformi i componenti, senza occuparsi della loro marcatura.
Buongiorno chiedo scusa ma nonostante abbia letto qualcosa in merito alla “dichiarazione di conformità” nonche al marchio CE, alcune cose se non tutto non mi è chiaro:
1) Se è obbligatorio per i due adempimenti predetti che gli stessi siano dichiarati da un terzo Professionista oppure se si possono fare da se.
2) Se pezzi di una intera macchina. possono essere certificati.
Grazie e Cordiali Saluti.