L’intelligenza del sentito dire

Se l’intelligenza artificiale si autoalimenta attingendo le informazioni da internet è una raccolta del sentito dire, senza alcuna discriminante o verifica.

Ovvero come può capitare che 300 pecore seguano nel burrone la prima che si è buttata.

Il sottotitolo riporta un fatto di cronaca accaduto a Cortina qualche anno fa, ma fornisce una similitudine con ciò che sta accadendo a proposito della discussione sull’intelligenza artificiale.

L’equivoco, che definiamo mondiale, nasce probabilmente dal fatto che si utilizzano delle parole senza conoscerne l’etimologia.

Intelligenza deriva dal latino inter legere ovvero leggere tra le righe, quindi non solo le parole ma il loro significato nel contesto di un discorso.

Ad esempio, se dico: “sono con l’acqua alla gola”, un malato della sindrome di Asperger, correrà a prendere un salvagente perchè teme che io stia annegando.

Avere l’acqua alla gola significa letteralmente che sono quasi totalmente immerso nell’acqua, ma tutti sappiamo che non è questo il significato di questa allocuzione.

Conoscete AL?

Il dibattito che in questi giorni si svolge nel web riguarda appunto “l’intelligenza artificiale” ed in particolare il risponditore automatico di nome AL.

Questa parola assomiglia ad A. I. (artificial intelligence) ma può essere l’abbreviativo di Albert e suona anche come TUTTO in inglese, un messaggio per dire che Al sa più o meno tutto. Il nome è certamente azzeccato.

La domanda da porsi, ma sembra lo facciano in pochi è : un soggetto che sa tutto è intelligente?

La riposta è semplice: NO!

Purtroppo, confondere conoscenza con intelligenza è un errore comune, ma su questo errore si basa l’enorme confusione presente nel dibattito sull’intelligenza artificiale.

Come per ogni cosa ci sono gli entusiasti iperfavorevoli che a volte fanno tenerezza; di contro, ci sono gli assolutamente contrari a prescindere, perché ogni novità è pericolosa e deve essere osteggiata.

Sul programma che sta dietro ad Al, soggetti come Elon Musk e Microsoft hanno investito circa 30 miliardi di dollari e stanno spendendone 3.000.000 al giorno per mantenerlo attivo. Quindi, visti i precedenti, possiamo pensare che il progetto sia stato attentamente valutato.

Qual è l’obiettivo del progetto?

Eliminare la necessità di fare ricerche in Google, consentendo all’utente di fare qualsiasi domanda a cui riceverà certamente una risposta.

Dovranno temere molti professionisti la concorrenza di Al?

Probabilmente tutti quelli che si limitano a copiare le loro risposte da un libro o addirittura da internet. Infatti, quelli intel-ligenti non hanno nulla da temere, vedremo per quali motivi.

Come fa Al a conoscere tutte le risposte?

Il sistema utilizzato è semplice nel suo criterio e non semplice nell’esecuzione. Nello specifico, vengono raccolte tutte le informazioni pertinenti un determinato argomento, vagliate sulla base di criteri di accettazione e poi fornite ai richiedenti. Tali informazioni, qualora fossero per la maggior parte sbagliate nel web, porterebbero ad una risposta sbagliata.

La motivazione di questi possibili errori, e Al lo comunica spesso nelle sue risposte, deriva proprio dal modo in cui le informazioni vengo raccolte ed elaborate.

Al precisa che non ha alcuna responsabilità nelle risposte. Ciò significa che non potrà essere chiamato in causa in alcun modo e questo è già un punto interessante per valutare l’effettivo aiuto che potrà fornire, né più, né meno di quello che possiamo trovare adesso in Google, con il vantaggio che si potrà risparmiare molto tempo.

Chi deve temere Al?

Certamente lo teme Google che infatti è già in preallarme; vale lo stesso anche per tutti gli utenti che oggi utilizzano Google gratuitamente fornendo in cambio i loro dati che sono merce importante per il gestore.

Se Al come sembra probabile sostituirà in tutto o in gran parte Google, passerà dal gratuito all’abbonamento. Quindi, ciò che oggi ci viene dato in cambio di dati, domani lo pagheremo, risparmiando del tempo, ma con la consapevolezza che le risposte potrebbero essere errate.

Che tipo di informazioni può dare Al?

Abbiamo ovviamente fatto dei test con Al e se per tutto ciò che riguarda dati certi, è imbattibile, quando si tratta di utilizzare l’intelligenza le cose cambiano un “pochino”.

Ad esempio, non è cosa di poco conto confondere un dispositivo medico con un dispositivo di protezione individuale. Si dirà, lo ha fatto anche il governo in tempo di pandemia, ma questa non è certo una giustificazione per chi viene identificato come ”intelligenza”.

Non entriamo poi nel merito di argomenti attinenti all’ironia ed al sarcasmo. Tali elementi sono essenziali nella comunicazione tra umani pensanti e totalmente assenti nei rapporti tra gli animali e men che meno nelle macchine.

Confrontarsi con Al sul piano dell’ironia, del sarcasmo e delle similitudini, diventa estremamente divertente. Al infatti, quando capisce di aver dato delle risposte fuori tema, risponde con le stesse parole dell’interlocutore e ammette La sua incapacità a comprendere questi aspetti comunicativi.

Conoscenza artificiale

Se si precisasse che con il termine “intelligenza artificiale” si intende in realtà “conoscenza artificiale” smisurata certamente, ma sempre e solo “conoscenza”, forse il dibattito sarebbe più sereno e costruttivo.

Al potrà raccontare tutte le barzellette esistenti al mondo ed in quasi tutte le lingue, ma non potrà mai ridere di nessuna.

Inoltre, la sua conoscenza è per sentito dire. Si tratta di una sorta di Gazzettino enciclopedico nel quale sono contenute tutte le notizie del mondo e se le ricerche dicono che l’80% del contenuto internet è errato o falso, possiamo trarre le nostre considerazioni.

Ne consegue che per coloro che vorranno conoscere il testo di una legge Al sarà ottimo mentre per coloro che dovranno applicare quella legge nei casi reali, non sarà la stessa cosa.

Per Al il furto di una penna ed il furto di un milione di euro sarà sempre e solo un furto, chi lo commette è un ladro e la storia finisce li.

Se fosse anche giudice condannerebbe entrambe, con gli umani invece chi ruba il milione potrebbe farla franca.

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