Compatibilità elettromagnetica, un “campo” molto vasto
Le onde elettromagnetiche sono ovunque, meglio saperne di più.
La nostra società esegue la marcatura CE delle apparecchiature soggette alla compatibilità elettromagnetica e fornisce la consulenza per farvi diventare autonomi.
La direttiva sulla compatibilità elettromagnetica è certamente una delle più interessanti tra quelle in vigore e tratta di un elemento presente ovunque ed è tra le meno conosciute ed applicate, proviamo a capire perché.
Le onde elettromagnetiche sono praticamente presenti ovunque, ed in qualche caso rappresentano un vero e proprio inquinamento dell’ambiente nel quale viviamo.
Le onde elettromagnetiche sono generate da un’infinità di apparecchiature che funzionano con l’energia elettrica, e nascono dalla presenza stessa della corrente alternata, ci sono poi le onde elettromagnetiche che si formano per cause naturali, la più importante e vitale è la luce.
La produzione di onde elettromagnetiche da parte dell’uomo, inizia con l’avvento dell’energia elettrica e con la scoperta che il passaggio di corrente in un filo, genera un campo magnetico e se la corrente è alternata, il campo non è stabile ma variabile, con moltissime conseguenze positive e negative.
Le conseguenze positive hanno dato luogo al motore elettrico, alle trasmissioni via etere e sostanzialmente a gran parte delle comunicazioni dell’era moderna, le conseguenze negative si traducono in disturbi alle apparecchiature, da parte di onde che interagiscono con esse in maniera autonoma ed incontrollata.
La direttiva sulla compatibilità elettromagnetica si occupa appunto di questo aspetto, stabilire cioè le modalità ed i limiti di funzionamento delle apparecchiature elettriche, in modo tale che esse non disturbino e non siano disturbate tramite le onde.
E’ necessario che le normali apparecchiature elettriche emettano un numero ed un livello di onde elettromagnetiche, limitati e che le stesse apparecchiature siano immuni, almeno fino ad un certo livello, rispetto alle onde normalmente presenti ovunque e sempre.
Naturalmente ci sono impieghi nei quali è necessario proteggere le apparecchiature in modo particolare es: impieghi medicali, aeronautici, militari, altri in cui è necessario impedire che le normali apparecchiature disturbino es: il telefonino vicino al computer.
Se è vero che tutto ciò che funziona con l’energia elettrica produce onde elettromagnetiche, non si deve però pensare che tutto debba essere sempre sottoposto a controlli, per esempio che il disturbo di una lampadina non è apprezzabile e importante, ma già quello di una luce al neon ha la sua importanza.
Ci sono apparecchiature che svolgono la loro funzione grazie alle onde elettromagnetiche e sono le apparecchiature di radiotelecomunicazione, come il già citato telefono cellulare e come tutti gli apparecchi che ci consentono di scambiare informazioni e dati con gli altri.
Queste apparecchiature sono disciplinate da una specifica direttiva che ne limita il campo operativo, ovvero l’intervallo di frequenza all’interno del quale devono operare per non disturbarsi a vicenda.
La nostra società esegue la marcatura CE e fornisce la consulenza per capire cosa è necessario fare.
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Buongiorno,
Mi sono laureato in ingegneria elettronica l’8 Giugno dell’ormai lontano 1998 con una tesi bibliografica sulla realizzazione di una camera schermata per misure di compatibilità elettromagnetica. La vita poi mi ha portato a fare altro (informatica)
A distanza di tanti anni vorrei sapere se è possibile intraprendere un percorso di riqualificazione professionale per poter lavorare come tecnico nel campo, visto che è rimasto un mio interesse e l’informatica non mi dà più le soddisfazioni degli inizi.
Siccome ci aspetta ancora un anno di chiusure e smart-working vorrei approfittarne per studiare e “mettermi in pari” per poi candidarmi.
Mi può dare qualche consiglio a riguardo, eventualmente consigliandomi qualche percorso di (ri-)studio?
La ringrazio in anticipo
cordiali saluti
Salve ho già risposto alla Sua mail privata e non credo che la mia risposta alle Sue richieste sia di interesse pubblico, quindi non la inserisco in questa risposta, Potrà sempre contattarmi con la mia mail, ma le questioni Sue, private, per quanto mi riguarda, rimarranno private, a meno che non le voglia pubblicare Lei.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Grazie per la risposta, Ing. Carraro
Egr. Ing. Carraro,
spero mi possa aiutare sciogliendo un mio dubbio: una certificazione CE di un UPS datata 2011, che validità ha? quanto dura tale certificazione? e se dalla sua emissione ad oggi sono cambiate le Norme, i ldocumento è ancora valido fino alla sua scadenza o deve essere riemesso?
Grazie in anticipo
MG
Salve, ritengo che con UPS Lei intenda un gruppo di continuità, in questo caso forse Le farà piacere sapere che questo prodotto DEVE essere marcato CE, ma non necessita di alcun certificato. Quindi quel documento che Lei ha non era necessario neppure nel 2011, ora non so se Lei ha fatto fare e pagato quel certificato, oppure Le è stato consegnato con il prodotto, perchè Lei è il cliente finale, in entrambe i casi quel documento può essere ritenuto utile, purché vero, ma tra utile e necessario c’è una bella differenza, che ovviamente i “venditori di certificati” si guardano bene dal precisare.
Nel caso Lei sia il cliente finale e Le abbiano consegnato il certificato al posto della marcatura CE, la hanno semplicemente imbrogliata.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Salve buongiorno,
ho questo dubbio che mi sta tenendo in forte apprensione in relazione ad un apparecchio di comunicazione wireless che stiamo producendo e sul quale si è proceduto senza un iter procedurale sensato.
Chiarendo che ho compreso come la marcatura CE, anche grazie a questo blog, sia un atto di completa responsabilità del produttore, non riesco ancora a comprendere quando è necessario l’intervento di un organismo notificato. Nel caso specifico il prodotto deve essere conforme alla direttiva EMC e quindi non è detto che si debba necessariamente seguire la procedura dell’allegato III che prevede che la documentazione sia data ad un organismo notificato, ma posso seguire anche quella dell’allegato II…indi…le prove elettromagnetiche possono essere fatte all’interno dell’azienda. Ma l’azienda deve essere certificata come organismo che effettua prove. Perdoni la confusione ma o son io che credo sia farraginosa come materia oppure lo è effettivamente. Grazie
Salve, chiariamo una volta ancora un aspetto fondamentale delle direttive e che il nostro dna non riesce a recepire, ovvero lo scopo primo delle direttive e quindi la preoccupazione prima dei produttori è (dovrebbe essere) quello di mettere in libera pratica dei prodotti sicuri, per tutti coloro che in qualche modo ne vengono a contatto.
Per ottenere questo risultato, che è appunto l’obiettivo principale, si segue il dettato delle direttive, le quali quasi sempre danno indicazioni esaustive per comprendere se esiste la necessità di eseguire test, fino a che livello spingersi e comunque in ogni caso rimandano la responsabilità al produttore.
Quindi maggiore è il livello di indagine con cui si analizza il prodotto, minore sarà la responsabilità reale, dato che minore sarà il rischio che qualcuno sia danneggiato dal prodotto.
Il rispetto della compatibilità elettromagnetica in teoria è dovuto per ogni prodotto elettrico o elettronico, dato che tutti indistintamente producono campi elettromagnetici, ma ……
Il campo elettromagnetico si misura con la potenza di emissione e con la frequenza delle onde, quindi il campo prodotto da un lampadina, alla distanza di un metro è già difficile da rilevare, tenendo conto che nessuno si tiene una lampadina appoggiata alla testa, si può concludere che quel campo magnetico è irrilevante ai fini della sicurezza.
Molto diverso è il discorso per un telefono cellulare sulla cui dannosità molto si discute e che comunque danneggia più per il calore che trasmette al cervello, anche tramite le onde ma non solo, e non per il semplice effetto delle onde stesse.
Siamo invasi dalle onde elettromagnetiche, anche la luce è composta da onde elettromagnetiche e sappiamo che anche l’esposizione prolungata alla luce solare può essere dannosa, dal sole sappiamo che dobbiamo (dovremmo) ripararci, così dobbiamo imparare a ripararci anche da altre fonti di onde, es: il cellulare.
Nel caso specifico, Voi siete i primi a sapere se il campo emesso può diventare pericoloso per l’utilizzatore, l’analisi dei rischi serve a questo, quindi sapete se è il caso di fare i test all’interno o presso un O.N. o addirittura non farli, se poi il wireless rimane all’interno (credo di si) il problema non si estende, se invece si esce sulla radiotelecomunicazione, non si tratta più solo di compatibilità elettromagnetica.
Quindi oltre alle leggi è necessario il buon senso, che è quello che dice che non ha senso sottoporre a prove di compatibilità un lampadario, mentre sottoporlo a test di sicurezza elettrica è sempre molto utile.
La saluto cordialmente.
ing. Carraro
Buongiorno,
volevo un suo cortese parere in merito all’importazione di telecamere per auto da Paese extra UE (Cina, Korea, Singapore, ….); le confezioni recano la marcatura CE conforme al modello comunitario (non per così dire quello similare China Export), il Fabbricante ha fornito il Certificato di Conformità direttiva EMC 2004/108/CE e RoHS 2011/65/EU in lingua inglese, eseguiti entrambi nel 2013, per gli articoli in questione. Per l’immissione in consumo sul mercato nazionale quale importatore, oltre alla dichiarazione che i modelli forniti sono corrispondenti ai campioni testati per le prove CE e RoHS, verificata ed apposta se assente la marcatura CE sulle videocamere, fornita la dichiazione di conformità CE (EMC), serve altro? Il manuale di installazione, uso e manutenzione è stato ovviamente tradotto in Italiano e si provvederà alla marcatura RAEE e relative incombenze, rientrando nel campo di applicazione poichè apparecchi elettronici.
Grazie per la sua cortese disponibilità e professionalità.
Gabriele
Salve, seguendo il Suo ragionamento si potrebbe immettere in commercio un prodotto costruito in Cina, applicando eventualmente i marchi CE se sono assenti (se ci sono già non sono necessari) e senza alcun controllo di alcun genere da parte di chi mette in vendita questi prodotti (l’importatore). Questo è ciò che succede tutti i giorni, ma non è ciò che dice la legge.
Per capire se ciò è lecito o meno è sufficiente leggere una qualsiasi direttiva sulla marcatura CE.
Non ritengo rientri negli obiettivi di un blog stabilire come si debbano applicare le leggi in casi particolari e specifici, questa si chiama consulenza, mentre in questo ambito affrontiamo questioni di interesse generale.
Quindi oltre a consigliare la lettura attenta della/e direttiva/e applicabili al prodotto, non so che altro aggiungere.
Cordiali saluti.
ing. Carraro
Ing.CARRARO, buongiorno.
Sono un piccolo assemblatore di computers che utilizza solo i migliori componenti del mercato, tutti certificatissimi CE, FCC, ecc…, quasi tutti (75%) prodotti in China. Un importante cliente ci chiede il marchio CE in quanto deve esportare, anche in China. Già li dichiaro “made in China”, ho anche l’obbligo di apporre il marchio CE ? Data la esigua quantità prodotta, dubito di poterne sostenere i costi, anche della sola verifica di conformità EMC. Cosa mi consiglia per non chiudere questa attività ? La ringrazio anticipatamente, cordialità.
Salve, il fatto che Lei dichiari il prodotto made in Cina è di fatto discutibile dato che Lei acquista i componenti fuori Europa, ma progetta,assembla e controlla in Italia e quindi potrebbe scrivere made in Italy, attenzione che questo non è il marchio 100% made in Italy che ha il significato di qualità di alto livello sia progettuale che tecnica, tanto per dire il made in Italy della moda, ma come richiede la Comunità Europea indica l’ultimo Paese in cui si sono svolte parti importanti della produzione.
Invece l’applicazione del marchio CE sul prodotto finale è obbligatoria e quindi Lei la deve apporre su ogni singolo articolo che vende, quindi la cosa più corretta è che Lei acquisisca il know how necessario per poter implementare nella Sua azienda le procedure relative alla marcatura CE che in gran parte ripercorrono e formalizzano attività che Lei già esegue ma non mette per iscritto.
Cordiali saluti.
Gentile ing. Carraro,
la macchina in questione è una macchina destinata all’industria alimentare ed ha la funzione di spaccare delle bottiglie di vino e recuperare i cocci da una parte ed il liquido dall’altra.
cordiali saluti
Salve, in questo caso la direttiva macchine definisce chiaramente cosa é necessario e cosa è utile, per poter arrivare all’applicazione del marchio CE.
Cordiali saluti.
Gentile ing. Carraro,
desidero sapere in quali casi è necessario ricorrere ad un ente terzo per verificare la conformità alla direttiva EMC.
Se nello specifico, una macchina viene costruita assemblando componenti elettrici ed elettronici con marcatura CE (quindi conformi alla direttiva sulle emissioni elettromagnetiche) come ci si comporta per l’apposizione della marcatura CE?
(mi interessa, ovviamente, solo la parte relativa alla compatibilità elettromagnetica, la parte relativa alla direttiva macchine mi è già nota)
Grazie mille per la sua cortese risposta e sopratutto per questo interessantissimo blog
cordiali saluti
Salve, non é possibile rispondere in modo esatto alla Sua domanda, in quanto manca un’informazione fondamentale, ovvero la destinazione d’uso.
Infatti é una macchina: un tornio, un ascensore, un dispositivo per la respirazione meccanica, ma sono soggetti a direttive diverse (oltre alla macchine da Lei citata) e pertanto per alcune è necessario l’intervento di un O.N. per altre no.
La Sua ultima affermazione, relativa alla conoscenza della direttiva macchine é distonica rispetto al commento, quindi visto che il Suo indirizzo fa pensare ad un’attività di consulenza, mi permetto di fare questa osservazione.
Grazie per il commento e per il giudizio sul blog, vive anche grazie a Voi.
Cordiali saluti.