Mai dire mai

Questa frase è certamente valida in assoluto perchè il mai non esiste non dipendendo solo dalla nostra volontà, quindi un mai è sempre approssimativo se escludiamo la matematica.

Un inizio però è sempre un buon inizio, anche quando si tratta di dogane.

Mai dire mai, forse questa massima è la più rispondente alla vita di tutti noi.

Avevo detto:

  • Non mi occuperò mai di attrezzature sportive e ci ho lavorato per un decennio.
  • Non mi sposerò mai, l’ho fatto due volte.
  • Non mi occuperò mai di marcatura CE, lo faccio da trent’anni e con buoni risultati, a quanto pare.

marcatura ce e dogana

Avevamo appena considerato in una riunione di direzione il seguente fatto: siamo stati contattati da quasi tutte le autorità di controllo del mercato, da vari Ministeri e da molti altri enti, ma non ci ha mai contattato nessun funzionario delle dogane, che pure sono stati spesso oggetto delle nostre pubbliche esternazioni.

Ad essere precisi, precisi, abbiamo interagito perfino con due negli ultimi dieci anni, con uno abbiamo molto discusso, civilmente, rimanendo ognuno sulle proprie posizioni, l’altro ci ha dato ragione su una cosa su cui ci sbagliavamo ostinatamente.

Per il resto, silenzio di tomba, anche se ritenevamo improbabile che mentre la Guardia di Finanza ci chiede supporto continuativamente ormai da quindici anni, nessuno in dogana ci conoscesse.

Certo abbiamo interagito con molti doganalisti, ovvero gli operatori economici che per conto degli importatori operano all’interno delle dogane, ma di doganieri neppure l’ombra.

Puntualmente siamo stati smentiti, perché nel giro di pochi giorni sono accaduti due fatti che dimostrano che anche i doganieri ci conoscono, anche se mantengono ancora un certo distacco.

Episodio 1

Ci ha contattato un cliente che tra le varie cose ci ha comunicato che si era rivolto alla dogana per avere informazioni sugli obblighi di marcatura di alcuni prodotti che aveva intenzione di importare ed il funzionario interpellato gli ha risposto: se vuole avere informazioni su questo argomento si rivolga alla CEC group.

Episodio 2

Un cliente ci ha contattati perché ha una macchina bloccata in dogana per mancanza dei requisiti formali (documentazione) relativi alla marcatura CE. Avendo egli comunicato che ci aveva dato l’incarico per la predisposizione del fascicolo tecnico, il funzionario doganale gli ha chiesto di produrre un documento legalmente valido (una pec da parte nostra) nel quale dichiaravamo che effettivamente avevamo in carico questo lavoro.

Due fatti non certo rivoluzionari, non è certo cambiato il mondo, ma dal nostro punto di vista molto significativi, perché vediamo riconosciuto da un’autorità di controllo che il nostro lavoro è ritenuto valido e di garanzia rispetto alla corretta preparazione della documentazione prevista dalla legge per chi immette dei prodotti sul mercato comunitario.

Lo sapevi che

Il FASCICOLO TECNICO, o documentazione tecnica, è l’insieme dei documenti e degli elaborati che dimostrano in maniera formale che le leggi sulla sicurezza, pertinenti al prodotto realizzato, sono state rispettate.

Qualsiasi prodotto immesso sul mercato deve essere sicuro e lo strumento per dimostrare formalmente tale criterio è appunto il fascicolo tecnico.

Noi siamo sempre stati disponibili, sia nei confronti dei consumatori che ci contattano spesso e per i quali non lavoriamo certo per lucro, siamo sempre stati disponibili pro bono verso tutte le autorità di controllo, le associazioni no-profit, altri soggetti che operano nel sociale; quindi, siamo certamente soddisfatti se adesso si aggiungono anche i funzionari doganali.

Spesso non siamo stati “teneri” nelle nostre valutazioni dell’operato di molti di loro, nei termini in cui ci veniva narrato dai nostri clienti, ma siamo altrettanto “severi” anche nei confronti del nostro operato, ammettendo gli errori, quando li commettiamo.

Ciò che più ci disturba è verificare che quasi quotidianamente riceviamo dei report relativi a vari tipi di soggetti che operano in questo ambito e che rivelano: approssimazione, ignoranza, malafede, comportamenti al limite della truffa. L’ultimo, una società di consulenza che prometteva nel suo preventivo di sostituirsi al fabbricante nel ruolo di responsabile civile e penale dei prodotti che costui immetteva sul mercato.

Mentre questi comportamenti da parte di soggetti privati si spiegano con l’intento di lucrare sulla fiducia di chi li contatta, per i pubblici funzionari non è giustificabile il fatto che facciano richieste al di fuori della legge, pretese inventate ed assoluta ignoranza delle leggi, una per tutte il Regolamento (UE) 2019/1020, sul quale mi piacerebbe conoscere il parere di molti funzionari doganali.

Comunque, un inizio è sempre un buon inizio e speriamo che episodi come quelli qui descritti si ripetano, perché lo scambio di conoscenze è sempre positivo per tutti.

Noi siamo qui!

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