Marchio CE, Conformità Europea o China Export?
Una leggenda metropolitana generalmente ha un successo insperato.
Spesso in modo quasi scherzoso si è sentito e si sente parlare di CE come China Export, tralasciando gli aspetti legali, vediamo l’origine di questo “scherzo”.
Tutte le direttive e tutte le normative Europee, dicono chiaramente che solo chi risiede all’interno della CEE o ha in questo ambito un legale rappresentante, può apporre il Marchio CE. Ne consegue che chi sta al di fuori della CEE non può apporlo!
Cosa hanno escogitato i simpatici cinesi, ma nella realtà tutti coloro che stanno al di fuori della CEE ed anche quelli che operando all’interno di questa, vogliono fare i furbi, eliminando di fatto la loro rintracciabilità?
Hanno apposto un Marchio CE simile a quello regolare, ma con lievi modifiche, di solito hanno avvicinato la C e la E, in modo da sembrare il marchio richiesto dalla Comunità Europea, però di fatto differenziandosi da esso.
Quando ad un eventuale e raro controllo, qualche autorità eccepiva che quel marchio non poteva essere apposto dal “cinese” di turno, questo diceva: non si tratta del Marchio CE, ma dell’acronimo di China Export, pensando e qualche volta riuscendo, ad eludere o evitare le giuste sanzioni.
La Comunità Europea ha chiarito in modo inequivocabile la forma e le dimensioni del Marchio CE, ed ha diffidato chiunque da appore marchi che imitassero o simulassero quello corretto.
Ricordiamo che la forma corretta del Marchio CE è quella presente nell’intestazione delle nostre pagine, dove la C e la E sono ricavate da due cerchi che si compenetrano e la dimensione minima in altezza deve essere di 5 mm.
A complicare le cose ci si mette anche la sbadattaggine e l’ignoranza, per cui anche prodotti certamente rispettosi delle norme e delle direttive sono marcati in modo scorretto e ATTENZIONE: non parliamo di prodotti di piccole aziende che non sanno ciò che fanno, ad esempio le chiavette Vodafone, per la navigazione in Internet, hanno il Marchio CE sbagliato, e Vi assicuriamo che non si tratta di un caso isolato.
Quindi tra coloro che vogliono fare i furbi, applicando il Marchio CE contraffatto e coloro che proprio furbi non sono ed applicano il Marchio Ce sbagliato su prodotti corretti, la confusione si presenta totale. Forse una soluzione draconiana, ma efficace sarebbe l’applicazione letterale della legge, cioè ammenda di 2.500 euro, e sequestro dei prodotti.
Certo un atteggiamento drastico per un errore non troppo grave, però la domanda sorge spontanea: è così difficile eseguire un logo in modo corretto? Ed è possibile pensare che delle multinazionali non riescano a controllare una cosa così banale?
In fondo il risultato di queste sviste è quello di lasciare il consumatore nel dubbio: errore di stampa o China Export?
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Allora è tutto a posto, chiedo scusa per le mie digressioni, ma non disponevo di tutti i dati.
Il legale rappresentante della ditta produttrice può firmare tutti i documenti relativi al CE e dica ai miei connazionali che si aggiornino sui documenti ufficiali, evitando di raccogliere le informazioni sui siti internet ( vale anche per il nostro ) o al bar sport dagli amici.
I documenti ufficiali sono pubblici, scaricabili da internet, però bisogna leggerli ed a volte addirittura studiarli.
Cordiali saluti e scusi se ho fatto delle considerazioni superflue.
l’aspetto del Ministero della Sanità è già stato chiarito. il prodotto è stato certificato CE da un ente svizzero e l’azienda ha la certificazione ISO9000. tutti gli aspetti “tecnici” sono stati sistemati. l’unica questione era se è o non è necessario avere un rappresentante legale in Europa che si prende la responsabilità del prodotto.
Non avevo letto l’ultimo commento prima di rispondere, credo anch’io che sia da considerarsi un dispositivo medico e quindi in questo caso occorre:
– verificare che non rientri in qualche eccezione del suddetto accordo
– marcarlo come dispositivo medico
– registrarlo al Ministero
La cosa strana in tutto questo è che fino ad oggi qualcuno abbia pensato di venderlo lo stesso, le ammende e le condanne per questo sono molto salate.
Tra l’altro l’obbligo del CE non c’è solo in Italia, ma in tutta Europa, quindi proprio non riesco ad immaginare, come fino ad ora nessuno (tranne gli italiani) abbiano sollevato il problema, che non è quello del mandatario, ma quello del rispetto della direttiva.
Gli italiani come sempre hanno tante qualità, ma brillano in ignoranza.
Lei pensa bene ed il produttore svizzero deve fare la marcatura CE.
Il tipo di prodotto però mi solleva qualche dubbio in merito alla necessità di registrazione presso il Ministero della Sanità, perchè da profano mi sembra sia un dispositivo medico.
Se così fosse la questione va vista nello specifico e non credo ne possiamo parlare in un blog, in internet.
qualcuno ci aveva nominato la direttiva 93/43/EC per dispositivi medicinali
si tratta di un idrogel contro le ustioni (www.vestatec.ch) che vorremmo vendere in Italia. già vendono in altri territori della Comunità Europeo, ma solo ora alcuni contatti italiani hanno sollevato il problema della rappresentanza legale. chiaramente il produttore è molto confuso perché non aveva mai avuto tali informazioni. pensavo che tra la Svizzera e la Comunità Europea ci fosse un accordo bilaterale per “l’esenzione” del rappresentante legale
Per poter indicare una direttiva, dovrei conoscere il prodotto a cui Lei si riferisce, una volta identificata la direttiva di riferimento la si può trovare in tutte le lingue-
ottima informazione, ora ci siamo, bene! grazie!! dove posso trovare il testo in lingua tedesca? mi può indicare la direttiva europea o altro? grazie ancora per la Sua gentilezza
Chiedi scusa e rettifico quanto scritto in precedenza la Svizzera NON fa parte della CEE però esiste un accordo bilaterale che consente ai prodotti svizzeri di essere trattati come europei, riporto un brano di un documento della Delegazione Europea in Svizzera.
Anche l’economia e i consumatori svizzeri traggono vantaggio dal sistema di marcatura CE. Grazie all’accordo sull’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio concluso tra Svizzera e l’UE (Accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità del 21 giugno 1999), in molti settori basta una sola valutazione della conformità per commercializzare un prodotto in Svizzera e nell’UE. In questi casi un esame di conformità effettuato in Svizzera autorizza il produttore ad apporre sul prodotto il marchio CE necessario per l’esportazione nell’UE e a commercializzarlo direttamente sul mercato europeo senza ulteriori controlli. I produttori svizzeri possono così accedere ad un mercato in larga parte equivalente a quello di cui usufruiscono i loro concorrenti dell’UE. Questo significa per gli imprenditori guadagnare tempo e denaro quando lanciano nuovi prodotti.
Mi scuso con TUTTI per la confusione, succede!
Salve ing., quindi Lei mi sta dicendo che un produttore svizzero può vendere i suoi prodotti liberamente nella Comunità Europea senza aver bisogno di un rappresentante legale? Posso trovare questa direttiva da qualche parte?
Ringrazio per il Suo riscontro in merito e porgo cordiali saluti
Salve, la Svizzera o meglio gli svizzeri sono esattamente come tutti gli altri europei per quanto riguarda la marcatura CE. L’UE é una cosa la CEE é un’altra. Quindi nessuna complicazione particolare, il prodotto svizzero é europeo a tutti gli effetti.
Saluti.
Buon giorno ing. Carraro,
leggendo i vari commenti mi chiedevo, se anche i prodottori svizzeri necessitano un legale rappresentante nella CE o esiste un accordo/trattato particolare tra CH e CE per tale esenzione?
Attendo i Suoi commenti e ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
perfetto, grazie, molto gentile.saluti
Rispondo agli ultimi 3 commenti con uno cumulativo, oltre allo strumento dei commenti, nel blog c’è anche il nostro indirizzo mail, dove si possono indirizzare i quesiti di tipo specifico e personale.
Ciò che non faccio mai nel blog, o almeno ci provo, è entrare nel merito di interessi singoli, perchè questo non interessa agli altri.
Nel blog, tra i vari articoli ci sono quasi sicuramente, tutte le informazioni che Le servono, provi a dedicarci un pò di tempo.
Se invece non vuole perdere il Suo tempo ed avere delle risposte professionali, esiste la possibilità di chiedere della consulenza, che è il tempo che altri dedicano a risolvere problemi specifici di singole persone.
Secondo Lei perchè l’avvocato ed il commercialista non sanno rispondere alle Sue domande? Semplicemente perchè non hanno investito del tempo per studiare una materia, a cui non erano interessati o di cui non volevano fare attività professionale.
Però le materie legali o amministrative le conoscono e per fornire un servizio, si fanno pagare.
La differenza tra la discussione in un blog e la consulenza, è che la prima tratta di problemi generali e noi abbiamo deciso che sia gratuita, la seconda tratta di argomenti che interessano ai singoli, non per un fatto culturale ma per lavoro, e noi abbiamo deciso che gratis non deve essere.
Anche questo è spiegato nel blog, come già detto, quindi Lei fa benissimo a porre domande e cercare di approfondire gli argomenti, però lo deve fare attraverso altre strade.
Il blog non è sinonimo di consulenza gratuita, ma di discussione su argomenti di comune interesse e su questo siamo sempre disponibili.
Cordiali saluti.
mi scusi un’ultima domanda visto che sono ignorante in materia e vista la sua dsponibilita’,dove posso documentarmi in merito ?ho chiesto ad un avvocato e non era al corrente,ho chiesto al mio commercialista e mi ha dato informazioni molto vaghe e generalizzate ,a chi potrei chiedere nello specifico?
mi scuso ancora per l’insistenza
cercavo solo di capire,essendo ignorante in materia,quali sono le leggi.comunque grazie
la ringrazio e mi scuso se inavvertitamente sono stato molto intraprendente.saluti
Rispondo con un unico commento agli ultimi due:
– mi pare che quanto contenuto nel mio precedente commento sia sufficientemente chiaro, senza necessità di essere ribadito
– per le ultime due domande, ricordo che questo è un blog di discussione generale su argomenti di interesse comune, abbiamo varie volte precisato ed è anche scritto nella home page, che in questa sede non si forniscono informazioni di interesse specifico e consulenza, che eventualmente può essere richiesta in altra sede.
Sarebbe poco professionale e certamente poco serio, fornire consigli specifici, senza conoscere la situazione specifica in cui questi consigli potranno essere poi utilizzati.
La consulenza non si fa sui blog, così come non si prescrivono medicine e non si consigliano cure mediche.
quindi io potrei tranquillamente importare e rivendere questi articoli?
a quindi le custodie in pelle e plastica per cellulari iphone ipod etc. non necessitano di marchio CE? per caso conosce l’articolo che regolamenta questo caso?