Il manuale di istruzione
Dall’analisi dei rischi al manuale, un passaggio spesso ignorato.
Il nome corretto è manuale di installazione, uso e manutenzione e come si comprende facilmente, segue tutta la vita del prodotto.
E’ un documento indispensabile e già da decenni negli Stati Uniti, un prodotto consegnato senza manuale viene considerato incompleto, ora anche in Europa ci siamo allineati.
Il manuale deve dare tutte le informazioni per far si che tutti coloro che con esso interagiranno, non corrano rischi inutili e soprattutto prevedibili ed evitabili.
Il documento si sviluppa sulla base dell’analisi dei rischi, che è l’attività che viene svolta per prima, allo scopo di evidenziare la potenziale pericolosità del prodotto.
Il manuale deve fornire nel modo più semplice possibile, tutte le istruzioni per poter installare, utilizzare e fare la manutenzione del prodotto, in completa o massima sicurezza, sfruttando al meglio le sue caratteristiche d’uso.
Può presentarsi in varie forme, da semplice fogliettino es: quello degli ovetti kinder, a veri e propri fascicoli, a volte suddivisi per destinatario cioè l’installatore, l’utente ed il manutentore.
Va redatto secondo determinate regole e nella direttiva macchine si trova lo schema più completo per la redazione del manuale, mentre altre direttive lasciano più spazio all’iniziativa del costruttore.
Deve essere scritto nella lingua del Paese in cui il prodotto è distribuito ed in una delle lingue ufficiali della Comunità Europea.
Un consiglio finale, pretendete sempre il manuale quando acquistate un prodotto, verificate se è comprensibile, la sua assenza è un primo segnale di un prodotto scadente.
Ascolta il podcast
Fabbricante, produttore, mandatario, importatore
I nostri video tutorial
La marcatura CE e la conformità dei prodotti
Un primo contatto è sempre gratuito. Contattaci adesso!
Se hai una webcam ci potremo anche vedere con Skype o altro strumento di videoconferenza, così non saremo solo una voce o una mail.
Telefonaci
Uff: +39 049 8875489
Cel: + 39 335 7815770
Invia una mail
carraro@marchioce.net
Skype
carraro@marchioce.net
I nostri orari
Dal lunedì al sabato
dalle 8.30 alle 20.00
Ing.Carraro, vorrei una precisazione riguardo alle modalità di fornitura delle istruzioni per l’uso per prodotti marcati CE. Un’azienda isrealiana che li produce e commercializza ha emesso un labelling in lingua inglese che è stato tradotto dall’importatore in Italia. L’azienda israeliana è tenuta a fornire i singoli prodotti nel mercato italiano (a) anche senza manuale utente, basta che questo sia disponibile online; (b) con il solo manuale inglese (versione controllata), quello in italiano può essere disponibile online; (c) sia con il manuale inglese che con quello italiano?
Inoltre, nei casi (a) e (b) come va notificata all’utente italiano la disponibilità del manuale oinline?
Grazie in anticipo!
Salve, precisiamo prima di tutto che l’azienda che ha sede fuori dell’Europa, che non ha un mandatario residente in Europa, che non ha una filiale in Europa, NON può commercializzare il prodotto in Europa, per il semplice motivo che non lo può marcare CE.
Chi può marcare CE il prodotto è SOLO un soggetto residente in Europa, quindi il mandatario, la filiale, l’importatore, se non esiste questo presupposto non esiste neppure il problema del manuale che in ogni caso deve essere in Italiano per l’Italia, in francese per la Francia e via di seguito, se c’è anche la lingua inglese è un’aggiunta che può essere utile, non indispensabile e non sufficiente (esclusi i Paesi con lingua ufficiale inglese).
Il manuale on line va bene, ma su richiesta del cliente deve essere fornito anche cartaceo, dato che l’accesso ad internet non può essere considerata situazione universale.
Saluti
Ing Carraro, un nostro cliente ci chiede di mandargli, a proposito della dichiarazione Rohs, il “certificato test report” . Vorrei sapere di che cosa si tratta ed eventualmente a chi richiederlo dal momento che non ne ho mai sentito parlare.
In attesa di una sua risposta, La ringrazio anticipatamente.
La direttiva RoHS ormai da anni obbligatoria in tutto il mondo per i prodotti elettrici ed elettronici, prevede che sia garantita una soglia massima di presenza di piombo ed altri materiali nocivi all’interno di tali prodotti.
Il fatto che non ne abbia mai sentito parlare è sintomatico della situazione generale del nostro sistema produttivo, dove è certamente più noto il delitto di Sara Scassi, dato che mai sentiremo parlare per televisione di cose che riguardano la sicurezza di tutti noi, mentre siamo sommersi di informazioni che solleticano la nostra curiosità morbosa, e certamente non ascrivo a Lei alcuna responsabilità, ma a tutti coloro (associazioni di categoria comprese) che dovrebbero occuparsi dell’informazione collettiva e degli addetti ai lavori in particolare.
Se tra i Suoi prodotti ci sono componenti elettrici ed elettronici Lei è obbligato da anni a garantire il rispetto della RoHS, della RAEE e della AEE, e non so se conosca anche queste due.
Cordiali saluti.
Ing Carraro io ho un attività commerciale che tratta la vendita diretta al pubblico di Aspirapolveri usati,soprattutto vecchi modelli della Vorwerk Folletto:io li acquisto da privati,li rimetto in ordine,sostituisco alcune parti usurate dal tempo a volte con ricambi originali a volte con ricambi compatibili made in PRC e li rivendo al consumatore finale:il problema è che il manuale d’istruzione di questi apparecchi che io acquisto non mi viene fornito poichè è andato perduto;per essere in regola ,come posso fare riprodurre un nuovo manuale d’uso ,non come quello originale ma anche semplice……..quale procedura devo seguire per essere in regola con le normative?mi dia un consiglio.
in anticipo grazie per la disponibilità
Salve. Lei mettendo mano ai prodotti di fatto li “ricrea” si chiama normalmente retrofit, quindi si assume la responsabilità del “nuovo prodotto e deve farne la marcatura nuova. SpeigarLe come fare è un pò complesso, ma se investe un pò di tempo e gira nel blog, può trovare tutte le indicazioni che Le servono. Se decide di risparmiare tempo, ma non denaro può richiedere la nostra consulenza, valutando se per Lei è più conveniente investire in autoformazione o nei lavori di rimessa a nuovo.
Cordiali saluti
Salve, non comprendo il senso della Sua mail, il nostro lavoro è fornire consulenza alle aziende che ce la richiedono.
Se migliaia di aziende importano e immettono sul mercato prodotti che dovrebbero essere marcati CE ed invece non lo sono, non capisco cosa c’entriamo noi e cosa possiamo farci?
Lei ha fatto un ragionamento apparentemente corretto, che tiene conto di ciò che fanno gli altri, ma se Lei viaggia in autostrada a 160 orari, come tutti gli altri, pensa di non infrangere le regole e che non pagherà la multa se a fermano?
Diciamo “italianamente” che gli altri sono più “fortunati” o che hanno qualche santo nel portafoglio, rispetto ai Suoi obblighi ciò non cambia nulla e non mi sento di approvare ad esempio, chi non paga le tasse, perchè non le pagano gli altri.
Cominciamo a rispettare le leggi, ognuno per proprio conto, dopo avremo anche il diritto ed il dovere di denunciare chi non le rispetta.
In ogni caso ed al di là delle considerazioni personali, che sono comunque opinabili ( anche le nostre, ovviamente ) rimane un dato di fatto, NOI FACCIAMO I CONSULENTI, niente di più e quindi non possiamo risolvere i problemi creati illegalmente dalla dogana e su cui abbiamo scritto nel nostro blog molte volte.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti
CC sas
ing. Carraro
Nota: questo testo è la risposta resa privatamente al Sig. Aldo, che aveva continuato lo scambio di commenti sulla mail della C&C e quindi non è impostata come commento, ma come risposta diretta e per tale ragione si fa riferimento alla nostra attività di consulenza, che come i lettori che ci seguono sanno bene, non svolgiamo tramite il blog.
Aldo scrive:
Grazie.
L’80% della componentistica elettrica proveniente dalla Cina e’ testata da s&e
technology laboratory e nessun importatore richiede altri certificati, ma
esibisce quello di questo laboratorio.
Ci sono prodotti che circolano da anni con solo la certificazione di s&e
technology laboratory e null’altro.
Milioni di componenti per computer e altro.
Passano la dogana e vengono venduti in Italia.
Anche da grossi e rinomati importatori.
Giusto o non giusto, a me viene contestato il marchio CE della s&e technology
laboratory quando altri vendono tranquoillamente da anni con i certificati di
questo laboratorio.
Ora bisogna chiarire…o questo ente e’ certificato e riconosciuto o si blocca
tutto il mercato.
Io vengo bloccato e altri importatori vendono tranquillamente il medesimo
prodotto del medesimo produttore con i medesimoi certificati della s&e
technology laboratory tranquillamente.
C’e’ qualcosa che mi sfugge……………….
Saluti.
Nota: questo commento è un ulteriore intervento del Sig. Aldo, che però lo ha inviato direttamente alla mail dell C&C, ci permettiamo di pubblicarlo, perchè è il seguito dei precedenti, naturalmente se il Sig. Aldo ce lo chiederà, provvederemo ad eliminarlo
Salve, anche a noi risulta che Bureau Veritas sia un Organismo Notificato,ed anche serio, ciò significa che il prodotto certificato da questo Organismo rispetta le Direttive e le Norme che sono indicate nel certificato.
Occorre però tenere presente che questo, come tutti gli Organismi certificati, esegue il proprio lavoro su uno o più campioni forniti dal produttore, ma chi garantisce tutti i pezzi prodotti? Non certo l’Organismo Notificato, ma il produttore, che poi formalizza questa garanzia nel documento chiamato Dichiarazione di conformità, che non a caso deve accompagnare ogni singolo pezzo immesso sul mercato.
Solo gli illusi, o chi vuole farsi illudere, può pensare che un certificato condotto su campioni e rilasciato dal un Organismo esterno, seppur Notificato, sollevi il produttore dalle sue responsabilità nei confronti del cliente.
Pensate che ci sono anche quelli che acquistano certificati da Enti fasulli, auto notificati e senza nessun riconoscimento, eppure sono contenti lo stesso.
Proprio in questi giorni ho preso in mano una certificazione ISO 9001 2008, rilasciata dopo una visita commerciale del direttore di questo Istituto, durata 2 ore e senza alcuna presa di visione dell’azienda, che è collocata in altro sito.
Ora ci si ponga la domanda: ma era proprio tutta colpa di Vanna Marchi se riusciva a vendere tralci di vite come amuleti porta fortuna?
Chi può credere seriamente di essere certificato ISO 9001 2008, solo perchè lo ha scritto un distinto signore di 70 anni, che non ha neppure visto la ditta?
La qualità è anche sicurezza, ed è una cosa seria, c’è chi la fa seriamente, come gli Organismi Notificati, e chi imbroglia, ma in ogni situazione ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, che non si possono scaricare su altri pagando. No così non funziona!
Nel caso specifico se l’Organismo ha rilasciato il certificato ad un suo cliente, esso vale e può essere utilizzato da quel cliente e non è un documento pubblico.
Cordiali saluti.
Salve,
ok ma se un certo prodotto e’ cerificato con marchio CE da Bureau Veritas…a noi risulta che Bureau Vertitas sia ente notificato.
Salve, il termine “materiale elettrico” è troppo generico per un risposta precisa.
CE e RoHS sono cose molto diverse, il primo marchio indica la sicurezza del prodotto, deve essere apposto da chi ne ha la responsabilità ( cioè un soggetto residente nella Comunità Europea e non può essere applicato da un cinese, ciò non significa che i prodotti non rispettino le norme, il secondo è un marchio a valenza internazionale e riguarda i limiti di presenza di piombo da saldature sui circuiti elettrici.
In generale i certificati cinesi a tale proposito sono corretti e possono essere utilizzati dall’importatore per eseguire la marcatura.
Rispondo all’ultima questione con una domanda: se Lei avesse pagato un laboratorio per fare le prove su un prodotto su cui appone il marchio CE, gradirebbe che i tests di prova fossero dati ad un’altra azienda?
Cordiali saluti.
ing. Carraro
Buonasera,
siamo un’azienda che sta cercando informazioni per intraprendere un’importazione dalla Cina di materiale elettrico.
I produttori cinesi che abbiamo contattato in Cina ci hanno fornito la documentazione CE, ROHS e i test report provenienti da un ente chiamato Bureau Veritas in un primo caso e S&E in un secondo caso entrambi con sede o filiali in Cina.
La mia domanda è questa: Lei ritiene che questa documentazione possa essere attendibile per quanto richiesto dagli enti preposti al controllo?
Qualora questi prodotti siano gia’ importati da altri commercianti italiani, i quali si presume abbiamo gia’ effettuato certificazione CE, si puo’ richiedere copia all’ente per la cerificazione CE?
Cordiali saluti
Salve, ho appena aperto una confezione di una fotocamera ed il numero e dimensione di manuali è veramente notevole, quindi mi chiedo come poter fare stare le istruzioni d’uso di un apparecchio elettrico sulla scatola.
Inoltre sarà necessario scrivere bene in grande che devono conservare per sempre la scatola in quanto su di essa ci sono le istruzioni per l’utilizzo sicuro del prodotto.
Siete proprio sicuri che commercialmente sia la strada corretta? Personalmente diffiderei di un apparecchio elettrico che ha le istruzioni d’uso sulla scatola a meno che non debba solo infilare la spina, es un anti zanzare.
Comunque Voi sapete di che si tratta e potrete decidere, in ogni caso la direttiva non indica un modo specifico per far arrivare le istruzioni all’utilizzatore, purché arrivino con certezza.
Cordiali saluti.
ing. Carraro
Buongiorno Ingegnere,
con riferimento alla produzione di apparecchi elettrici rientranti nella direttiva bassa tensione stiamo valutando di sostituire il vecchio ed obsoleto manuale di istruzioni con una versione più aggiornata e completa stampandola direttamente sull’imballo di ogni singolo pezzo anziche su un foglio a se stante.
Ai fini della marcatura CE può esserci qualche problema?
La stampa verrà effettuata in versione bilingua(Italiano-Inglese) in quanto i prodotti sono commercializzati in tutto il mondo.
Grazie per l’attenzione
Cordiali saluti
Salve, Lei non ci deve nessun ringraziamento, chi ci segue sa che noi ospitiamo tutti, purché siano rispettosi degli altri e non facciano pubblicità.
OspitarLa ci fa doppiamente piacere, primo perchè condividiamo molte cose che dice, secondo perchè ci da la possibilità di affrontare alcuni aspetti che non c’entrano con la marcatura CE, ma hanno a che fare con gli italiani.
Nel mio discorso non mi riferisco a Lei, ma prendo spunto dal Suo discorso per esprimere alcune mie opinioni che non pongo in contraddizione con le Sue, ma con una mia interpretazione dello spirito che mi sembra di cogliere nel Suo commento.
Innanzitutto sia che gestisce sia chi partecipa a questo blog non si agita, ma cerca di conoscere, capire e chiedere il rispetto delle regole (leggi).
Se poi questo sia inutile lo vedremo in futuro, certamente se nessuno mai si fosse posto il problema di avere delle regole e di farle rispettare, andremmo in giro per la strada armati di clava o di pistola.
Le regole servono in una società per fare in modo che tutti siano uguali di fronte ad esse e pretendere che vengano rispettate da tutti è un dovere oltre che un diritto.
Constatare che i “furbetti” non ci sono solo in Italia, ma ci sono in tutto il mondo, non ci da alcuna consolazione e soprattutto nessun alibi, forse sarebbe meglio riflettere sulla percentuale di questi furbetti rispetto al resto del paese.
Sono convinto che il male principale della maggioranza nostro popolo ( non dell’italia, ma degli italiani ) sia proprio pensare che i furbetti sono un esempio da imitare e non un male sociale da eliminare.
Se in Belgio nella classe politica sono presenti dei pedofili, non mi consolo osservando la nostra e constatando magari che i pedofili non ci sono o non sono ancora stati scoperti, magari solo perchè sono più furbi o più potenti.
Chi partecipa a questo blog fa parte di una minoranza che crede nelle regole, nel rispetto delle regole, nel rispetto degli altri in generale e per questo ha la forza ed il coraggio di chiedere il rispetto anche di se stessi.
Purtroppo la maggioranza degli italiani non ha bisogno di regole uguali per tutti, ma sente l’esigenza presente da secoli nel suo dna, di avere un “buon padrone£ da servire, che stabilisca di volta in volta quali regole e come applicarle per i suoi sodali e per i servi fedeli, mentre ovviamente altre interpretazioni delle regole vanno date per coloro che si agitano per “pretendere” dei diritti.
Di solito chi “si agita” per il rispetto delle leggi viene definito “sovversivo” e se questo significa
– che vogliamo sovvertire un sistema in cui ognuno può fare ciò che vuole
-in cui la divisa da doganiere permette di sequestrare delle merci senza alcun diritto in barba al tanto urlato “libero mercato”
– in cui grazie all’ignoranza di chi dovrebbe fare i controlli, sono presenti nel mercato prodotti pericolosi per chi li usa e sui quali chi li importa non paga tasse
ebbene siamo sovversivi.
Se essere sovversivi significa tutto questo e tanto altro, allora lo ammettiamo con piacere siamo sovversivi e ci agitiamo, sapendo anche che alla fine delle poche conquiste che riusciremo ad ottenere, godranno anche quelli che se ne stanno in silenzio ed allineati in attesa dell’ordine del “buon padrone”.
Concludo ribadendo che queste riflessioni non sono in risposta al commento di Valentino, che ringraziamo per avere acceso una miccia, anche se anche Lui, la pensa come noi.
Cordiali saluti.
Ing. Carraro
Ragazzi è inutile agitarsi tanto se vi limitate al mercato italiano. Sono appena stato in un negozio di un famoso esportatore svedese; ebbene queste sono le conclusioni:
Batterie, cesoie, scalette, sedie per ufficio senza nessuna marcatura CE ma con la scritta del produttore “la qualità è garantita da “ZZZZZZZ” con un bel made in China accanto. Ho avuto modo di trovare un giocattolo in gomma marcato CE ma con made in Germany stavolta. Non tutti i giocattoli, in compenso, erano correttamente marcati. Tutti i visitatori che casualmente ho incontrato ignoravano completamente il significato di CE.
Ultima delizia : il mio cellulare (finlandese) ed il mio laptop (assemblato in Francia) non sono marcati. Mia moglie possiede un laptop comprato in Belgio …. MARCATO!
Perchè i controlli delle ns. autorità competenti sono così aleatori ? Dopo ventanni (?) di introduzione di questa normativa abbiamo avuto benefici ? Sicuramente nel campo delle macchine operatrici è stato un ottima normativa per la sicurezza dei lavoratori (che vengono anche informati dalle loro rappresentanze) ma per i consumatori ne è valsa la pena ?? Mi vien da dire : soldi buttati al vento.
grazie per avermi consentito di utilizzare questo spazio
V. Cristofoletto
Buon giorno, un progettista, così come chi si appresta a fare la marcatura a posteriori, come noi, dovrebbe nello svolgimento della sua attività, partire dalle direttive e dalle norme di riferimento e stabilire quali sono volontarie e quali no.
Lei cita la questione dl rumore e dice che la direttiva non fissa dei limiti, ciò mi pare corretto perchè esistono varie norme che trattano questo aspetto in relazione all’ambiente in cui la macchina deve essere utilizzata.
Un punto fondamentale da cui partire è rappresentato dall’utilizzo della macchina che infatti deve essere specificato oltre ogni ragionevole dubbio dal costruttore.
Si deve arrivare al punto di dire che nel forno a microonde non si devono mettere animali vivi ad asciugare, visto che ad una signora che per asciugarlo, aveva cotto il gatto, è stato pagato un milione di dollari di risarcimento.
In funzione del tipo di macchina e del suo impiego deciso dal costruttore si individueranno le direttive e le norme di riferimento, poi se le norme sono volontarie si deciderà se applicarle o meno, se invece come nel caso del rumore, sono obbligatorie, si rispetteranno e basta.
Dopo avere definito direttive e norme, si studiano bene, per capire i vincoli che impongono, vedi ad esempio le norme sulla progettazione sicura delle macchine, e poi si inizia a fare l’analisi dei rischi sulla macchina che ci si accinge a progettare.
Analisi dei rischi e progettazione devono procedere di pari passo per ottenere alla fine un prodotto sicuro, nei termini in cui si è deciso che sia.
Il manuale nasce dai rischi residui non eliminati, dopo una accurata analisi degli stessi, altrimenti come si imposterebbe? Copiando quelli in commercio? Si fa speso così, ma non è proprio un comportamento da professionisti.
Cordiali saluti
Buongiorno Ingegnere
sono uno studente di ingegneria, in questo periodo sto svolgendo un corso di sicurezza sul lavoro; io e i miei compagni parlando di normativa macchine ci siamo fatti una vaga idea di come progettare una macchina e di cosa significhi la marcatura CE.
La mia domanda è la seguente: nelle vesti di progettista devo creare una macchina che rispetti la direttiva , ma a quali norme tecniche devo fare riferimento visto che sono facoltative? e come posso affermare che la mia macchina è a norma perchè la direttiva non dice i decibel ammessi però la UNI… impone un limite
Ho forti dubbi in merito anche perchè non ho esperienza e studiare una norma su di un lucido è tutto semplice applicarla è ben più complesso.
Ringrazio molto per la disponibilità.
Oscar
Salve, la macchina è marcata e quindi in teoria rispetta la direttiva, essendo però priva di dichiarazione, viene meno un elemento importante tra quelli che determinano la possibilità di applicare il marchio.
Occorre sapere se è disponibile il manuale di installazione uso e manutenzione e se questo è conforme a quanto dice la direttiva macchine.
Altra questione riguarda le eventuali modifiche apportate alla macchina nel corso degli anni.
Essendo un prodotto unico suggerirei di non procedere con la marcatura, ma con una perizia da parte di un tecnico abilitato, dovrebbe costare meno e dare le stesse garanzie.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Gentile dott.Carraro, ho acquistato una macchina per pasta ripiena datata 1996 con marchiatura CE, numero di serie ecc, la macchina è funzionante ma mi dicono che bisogna avere la dichiarazione di conformità che è mancante, come si può fare per ottenere questa certificazione?
Forse Lei ha chiesto alle persone interessate a farLe fare quella strada, provo ad indovinare: laboratori di prova, associazioni di categoria, commercianti di componentistica, quasi certamente ho centrato uno o più soggetti.
Lei non ha l’obbligo di fare la prova di laboratorio, in quanto produce pezzi unici, e comunque non di serie, deve seguire la procedura della marcatura CE, che trova nell?E-Book in alto nelle pagine del nostro sito.
A differenza degli altri con cui ha parlato, posso sostenere ciò che affermo con prove documentate.
Buonasera Ing. Carraro ma perchè tutti mi dicono che occorre che un ente notificato mi rilasci la prova tipo su un campione di cancelli, io non so come devo fare a capire quale sia la strada giusta da
percorrere visto le informazioni diverse che ricevo, naturalmente essendo una piccola ditta artigiana vorrei quella meno dispendiosa ma assolutamente giusta e non dovermi un domani ritrovare a brutte sorprese, mi scuso ma se può darmi ulteriori informazini Le sarei grato.
Grazie