Ancora una volta, qualche volta.

Come in tutti i settori operativi ci sono persone che lavorano bene, altre che non sanno cosa stanno facendo.

Abbiamo recentemente collaborato con un avvocato che ci aveva interpellato perchè ad un Suo cliente era stata sequestrata un’ingente quantità di merce, perchè su parte di essa il marchio CE non era stampato correttamente.

Essendo convinti e lo abbiamo scritto più volte, che le merci importate siano sempre formalmente irregolari e per questa ragione non commercializzabili sul mercato UE, abbiamo in un primo tempo rifiutato la richiesta, però dopo aver esaminato la documentazione presentataci e verificando che l’importatore aveva fatto tutto e forse un po’ di più, di ciò che normalmente viene richiesto, anche se non ciò che compiutamente prevede la legge, abbiamo deciso di dare una mano.

Per rimanere coerenti con il nostro pensiero abbiamo però deciso di non farci pagare la nostra consulenza, perchè appunto ritenevamo e riteniamo che altro dovesse essere il nostro lavoro e non la difesa di una posizione a nostro avviso comunque non regolare.

Non era completa tutta la documentazione del cliente, ma molto più lacunoso e scorretto era il contenuto del verbale di sequestro (valore circa 300.000 €) nel quale si affermavano cose assolutamente diverse dal testo della legge a cui si faceva riferimento.

Parlare di autorità (Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia, Dogane) senza specificare che sono esponenti di queste autorità che operano sul territorio e non le autorità in senso generale, significa fare di tutta l’erba un fascio.

Abbiamo conosciuto funzionari capaci e preparati, altri che non essendolo chiedono un supporto, altri che procedono per la loro strada, convinti che sia la divisa che da loro la conoscenza e la capacità, perchè davanti alla divisa l’italiano medio se ne sta zitto e deferente.

In questo caso quei funzionari che hanno eseguito il sequestro hanno male operato e per tale ragione ci siamo messi a disposizione di questo importatore, anzi per la precisione del suo avvocato, dato che con la ditta non abbiamo neppure parlato.

Le nostre argomentazioni integrate da una indubbia capacità dell’avvocato, hanno fatto si che il giudice, evidentemente pensante, abbia letto il ricorso ed abbia annullato il provvedimento di sequestro che rischiava di creare grossi problemi ad un’azienda che opera comunque in modo sicuro, anche se con delle lacune sul piano documentale.

Abbiamo argomentato che se è vero che la legge richiede il marchio CE in un determinato format e l’errore era indiscutibile, è altrettanto vero che non può essere il marchio CE stampato correttamente o meno, a determinare la sicurezza di un prodotto.

L’errore di forma può accadere anche nella stesura delle leggi, anche nella stampa delle monete e delle banconote, ma l’errore di forma si può correggere, mentre l’errore procedurale e di contenuto è un po’ più grave.

Non è l’applicazione letterale, senza alcuna componente di buon senso, che garantisce la sicurezza dei cittadini, ed in questo caso la giustizia è stata amministrata correttamente in un’aula del tribunale, almeno qualche volta capita.

Questa vicenda ci ha fatto decidere per l’apertura di una rubrica prettamente legale, nella quale tratteremo questioni legali collegate alla marcatura CE e parleremo di episodi accaduti e di cui siamo venuti a conoscenza.

Vi diamo quindi appuntamento sulla nostra area legale.

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