Il manuale di istruzione
Dall’analisi dei rischi al manuale, un passaggio spesso ignorato.
Il nome corretto è manuale di installazione, uso e manutenzione e come si comprende facilmente, segue tutta la vita del prodotto.
E’ un documento indispensabile e già da decenni negli Stati Uniti, un prodotto consegnato senza manuale viene considerato incompleto, ora anche in Europa ci siamo allineati.
Il manuale deve dare tutte le informazioni per far si che tutti coloro che con esso interagiranno, non corrano rischi inutili e soprattutto prevedibili ed evitabili.
Il documento si sviluppa sulla base dell’analisi dei rischi, che è l’attività che viene svolta per prima, allo scopo di evidenziare la potenziale pericolosità del prodotto.
Il manuale deve fornire nel modo più semplice possibile, tutte le istruzioni per poter installare, utilizzare e fare la manutenzione del prodotto, in completa o massima sicurezza, sfruttando al meglio le sue caratteristiche d’uso.
Può presentarsi in varie forme, da semplice fogliettino es: quello degli ovetti kinder, a veri e propri fascicoli, a volte suddivisi per destinatario cioè l’installatore, l’utente ed il manutentore.
Va redatto secondo determinate regole e nella direttiva macchine si trova lo schema più completo per la redazione del manuale, mentre altre direttive lasciano più spazio all’iniziativa del costruttore.
Deve essere scritto nella lingua del Paese in cui il prodotto è distribuito ed in una delle lingue ufficiali della Comunità Europea.
Un consiglio finale, pretendete sempre il manuale quando acquistate un prodotto, verificate se è comprensibile, la sua assenza è un primo segnale di un prodotto scadente.
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Buongiorno,
mi sono imbattuto per caso in questo articolo e ho letto i commenti relativi alla traduzione dei manuali in fiammingo.
In primo luogo occorre precisare che il fiammingo non può essere considerato una vera e propria lingua.
Con il termine “fiammingo” ci si riferisce a più dialetti che rappresentano una variante della lingua neerlandese.
Ciò premesso occorre notare che la direttiva macchine si limita a fissare un principio di carattere generale, ovvero che il manuale deve essere scritto nella lingua dell’utilizzatore, lasciando alle normative di livello statale il compito di stabilire se e come questo principio sia stato osservato.
Il Belgio ha approvato una norma di livello nazionale che dispone l’uso della lingua neerlandese nelle zone dove quest’ultima è la lingua della comunità locale, con specifico riferimento ai rapporti tra datori di lavoro e lavoratori.
Per questo motivo credo che, oltre che per motivazioni di carattere commerciale, la richiesta di una versione dei manuali in lingua neerlandese (che è quello che si suppone intendesse il distributore quando ha richiesto una versione in “fiammingo”) sia giuridicamente fondata.
Paolo Messina
Salve, La ringrazio per la precisazione e non credo di aver nulla da obiettare, probabilmente anzi sicuramente, sul piano giuridico e per quanto riguarda la lingua fiamminga Lei è più preparato di me.
Io mi definisco “un ragazzo di campagna” quindi con dei modi di ragionare non sempre perfettamente ortodossi, perciò ritengo che se l’obiettivo di un fabbricante o di chiunque altro, è quello di rispettare la legge, può giustamente seguire la lettera della legge.
Se invece l’obiettivo è di farsi comprendere da coloro che leggeranno i suoi documenti, dovrebbe scriverli nella lingua o nelle lingue parlate nei luoghi in cui venderà i prodotti, accompagnati dai documenti illustrativi, anche se la legge non glielo impone in modo vincolante, lo suggeriscono: il vantaggio di essere compresi, la sensibilità nei confronti delle minoranze linguistiche, l’opportunità commerciale.
Nel caso in cui il fabbricante intenda investire il meno possibile nelle varie traduzioni, magari ritenendo quasi superflue le istruzioni, potrebbe anche sposare la tesi di molti, che sostengono che basta l’inglese, anche se l’unico Paese di lingua inglese è ormai fuori dalla UE.
In tutte le cose ci sono punti di vista diversi, ognuno con le sue motivazioni, io suggerisco sempre ai miei clienti che l’obiettivo è fare in modo che il cliente abbia meno difficoltà possibili nel comprende le comunicazioni e nell’utilizzare i manuali e i prodotti, questo a volte può comportare maggiori costi, ma ritengo che la soddisfazione dei clienti, abbia un valore che supera questi costi.
La saluto cordialmente
Ing. Carraro
Buonasera, avrei due domande sul tema:
– Posso utilizzare i dati del manuale istruzione che ho ricevuto a corredo dell’acquisto del macchinario per formulare una offerta di acquisto per la vendita del macchinario stesso o sono dati riservati e che non si possono divulgare?
– Il mio fornitore no mi nega la copia del manuale ma esige un pagamento per averla , e corretto o e comunque è dovuta la copia senza incorrere in costi aggiuntivi ?
Salve, se Lei mantiene il nome del produttore originario, non deve fare nulla e può vendere il prodotto con il manuale originale, se Lei intende vendere con il Suo nome, diventa di fatto “fabbricante” e deve fare la sua marcatura CE.Il manuale è una delle componenti fondamentali del prodotto, deve essere consegnato alla vendita e nulla può essere richiesto in cambio.La Guardia di Finanza non ha solo il compito di tartassarci, ma anche di difenderci da abusi come questo, ne approfitti.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Buongiorno,
un’informazione in merito alla manualistica di installazione, uso e manutenzione.
In corso di garanzia, qualora i manuali forniti, esclusivamente cartacei, vengano smarriti o deteriorati in corso di trasporto, l’azienda fornitrice del macchinario può negare l’invio di una copia dei suddetti manuali in formato digitale o richiedere un compenso per trasmetterli – sempre digitalmente?
molte grazie in anticipo per un cortese riscontro
Salve, solo uno stupido si comporterebbe in questo modo, purtroppo le cronache dimostrano che gli stupidi non mancano mai.
In particolare se i documenti si deteriorano durante il trasporto sarebbe un dovere fornirne di nuovi.
Personalmente mi sfugge il motivo per il quale un fabbricante di qualsiasi cosa, non dovrebbe essere disponibile in tutti i modi possibile nei confronti dei clienti, che sono il suo patrimonio più prezioso, ma mi sfuggono anche molte altre cose ad esempio; i terrapiattisti, i negazionisti, i complottisti, però nonostante io non li capisca, ci sono e sono tra noi.
Per questo tipo di fornitori a differenza delle altre cose che non comprendo, ci sono le “paroline magiche” a difesa dei clienti e sono le seguenti: Guardia di Finanza.
Presenti un esposto e lo invii in copia al Suo fornitore, vedrà che forse qualcosa cambia.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Buongiorno Ing. Carraro
Lavoro per una azienda costruttrice di impianti industriali. Le pongo un quesito su un caso specifico.
Stiamo realizzando un impianto “chiavi in mano” composto da una serie di componenti acquistati presso altri costruttori, ciascuno di essi già fornito completo di rispettive dichiarazioni e manuali; semplificando: gruppi pompanti marcati CE; insieme tubazioni completo di sicurezze con marcatura CE/PED; etc.
Mi domandavo se a cappello di tutto è necessario produrre una ulteriore dichiarazione di conformità e marcatura CE con relativo manuale di questo insieme.
La ringrazio
Saluti
Buongiorno Ingegnere e grazie per la sua pronta risposta.
Un’ altro chiarimento in merito al catalogo ricambi: la/le normative prevedono cosa deve riportare un catalogo ricambi o può deciderlo il costruttore?
E’ necessario che ci sia assolutamente il disegno accompagnato dalla sua lista componenti o potrebbe bastare solo la lista dei componenti con il relativo codice per fare l’ordine?
Grazie in anticipo,
Cordiali saluti.
Ad integrazione di quanto già risposto, ritengo opportuno precisare che per i dispositivi medici esiste un regolamento specifico per le istruzioni elettroniche, che sostanzialmente non le permette se sono dirette al paziente, quindi sui dispositivi medici le istruzioni cartacee al paziente devono sempre esserci.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buonasera Ingegnere,
lavoro in una azienda che produce gru a torre.
volevo chiedere se la normativa/direttiva macchine permette di far scaricare ai clienti il catalogo ricambi dal sito aziendale o è necessario inviare anche il cartaceo.
Grazie in anticipo.
Cordiali saluti
Le direttive in generale e soprattutto le più recenti consentono di pubblicare su sito la documentazione che deve andare al cliente, però bisogna informare il cliente e fornirgli l’alternativa di richiedere la documentazione cartacea nel caso non avesse la possibilità di scaricarla dal sito.
Cordiali saluti
ing. Carraro
sono in possesso dell’0r0logi0RoHs ma non posso usarlo perchè non ho il manuale istyruxìzioni d’oso , cosa posso fare+
Salve, dal Suo commento non è comprensibile il tipo di prodotto a cui Lei si riferisce, in ogni caso deve rivolgersi al venditore o al produttore, oppure cercare in internet, per trovare ciò che cerca.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buongiorno Ing. Carraro,
vorrei sapere se anche la dichiarazione di conformità CE deve essere redatta nella lingua del paese dove viene commercializzato il prodotto.
Abbiamo un fornitore Svizzero che ci fornisce la dichiarazione in EN/FR/D e non in italiano, il nostro cliente finale invece chiede tutto in italiano.
La ringrazio in anticipo per il tempo che vorrà dedicarmi.
Cordiali saluti
Salve, data la semplicità del documento trovo inappropriato l’atteggiamento del fabbricante, che farebbe bene a fornire tutti i documenti nella lingua del Paese in cui vende.
La legge a tal proposito non è chiara, perchè dice “in una delle lingue ufficiali del Paese di destinazione”, ma non si capisce se intende una delle quattro che si parlano ad esempio in Svizzera o una fra inglese, francese e tedesco che sono le lingue utilizzate a livello europeo.
Suona peraltro molto contraddittorio che l’inglese sia una lingua ufficiale UE, dato che l’unico Paese in cui si parla è uscito dall’unione e non vale la logica dell’internazionalità, dato che la marcatura CE vale solo sul mercato UE.
Ritengo che un po’ di buon senso ed attenzione al cliente dovrebbe eliminare questi problemi prima del loro insorgere.
Cordiali saluti
ing. Carraro
salve ho acquistato una una citroen c3 , il manuale non riporta ne carateristiche ne quantità degli olii utilizzati ,mentre molte case hanno una scheda con detagli in riguardo ben specifici.sono obbligati a riportare nel manuale tali informazioni.la saluto Sechi Tonello.
Salve, noi ci occupiamo di marcatura CE che non ha nulla a che vedere con gli autoveicoli, provi a cercare in internet queste informazioni.
Cordiali saluti
ing. Carraro
buongiorno Ingegnere, siamo delle cliniche dentali ed il quesito è il seguente: il manuale d’uso può sostituire la dichiarazione di conformità che siamo obbligati a tenere per ogni apparecchio? E’ obbligatorio conservare il manuale? Grazie anticipatamente per la risposta.
Salve, la dichiarazione di conformità riguarda ogni singolo prodotto, ed ogni singolo paziente se il d.m. è su misura
Il manuale riguarda una categoria di prodotti, quindi non può sostituire la dichiarazione di conformità, anche perchè dice cose diverse dalla dichiarazione.
La legge impone la conservazione del fascicolo tecnico, che riguarda ogni tipologia di prodotto e che contiene anche una copia del manuale, le dichiarazioni essendo una per prodotto, vanno conservate in copia, nell’interesse di tutte le parti.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Siamo un’azienda metalmeccanica con diverse filiali. L’obbligo di fornire il manuale tradotto nella lingua del cliente finale è del rivenditore oppure anche del produttore? mi spiego meglio.
Io vendo solo tramite rete di distribuzione: distributori multimarca e filiali. Questi a loro volta vendono all’utilizzatore finale.
Se io vendo ad un distributore spagnolo una macchina (regolarmente fornita da manuale in spagnolo) e il mio distributore poi vende la macchina in Repubblica Ceca, chi deve tradurre il manuale? il produttore o il distributore?
Saluti.
Salve, se il distributore bende le macchine nome proprio è tenuto alla marcatura CE in prima persona con tutto ciò che consegue, se invece distribuisce i Vostri prodotti si presume che lo faccia nei vari Paesi con il Vostro consenso e quindi Voi dovete fornire la documentazione nella lingua dei vari Paesi.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buongiorno Ingegnere,
se posso le chiederei se quando un cliente compra un prodotto che vuole rivendere a suo marchio debba riemettere la dichiarazione CE.Mi spiego la situazione prevede che egli voglia inserire la dichiarazione CE nel libretto istruzioni, chiamando il prodotto con un nome differente ma lasciando il made by “nome del produttore” sull’etichetta di prodotto.
Non credo egli possa usare la CE originale a questo punto riportando essa il nome originale del prodotto che è differente da quello che il cliente vuole usare.
In pratica se c’è un rebrand il cliente deve riemmetere la dichiarazione o può tenere quella oriiginale del produttore?
Ringrazio in Anticipo
Andrea
Buongiorno Ingegnere,
lavoro per un’azienda che produce serbatoi di accumulo per acqua tecnica e/o sanitaria. Il nostro ufficio tecnico si è trasformato in una vera e propria tipografia da quando siamo tenuti a stampare il manuale d’installazione, uso e manutenzione da allegare ad ogni singolo prodotto. Volevo chiederle se la normativa europea, magari al fine di limitare il consumo della carta, possa in qualche modo prevedere che questi manuali siano scaricabili da internet direttamente dall’utente finale senza che questo li riceva stampati su carta (come ad esempio accade per i manuali in lingua dell’IPhone che si possono scaricare solo da internet).
Grazie mille
Salve, mi scuso per il ritardo, ma una disfunzione tecnica non ha segnalato i commenti.
Ho già risposto direttamente al Suo quesito, i documenti si possono pubblicare sul sito o fornire con un cd, risparmiando tempo e carta.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Egr Ing Carraro
L’azienda per la quale lavoro importa in Italia prodotti da paesi CE (in qualche caso anche extra CE) , essi sono dotati di documentazione/manuali solo in lingua inglese.
Questi prodotti vengono venduti a costruttori di macchine ed impianti , sono parte integrante (sia attiva che passiva) di essi.
La mia domanda è :
è obbligatorio per questi prodotti fornire documentazione/manuali in Italiano ?
Sa indicarmi il riferimento di una norma o articolo di legge a cui fare riferimento per questo caso ?
Grazie 1000
Cordiali Saluti
Salve, per tutti i prodotti esiste l’obbligo delle istruzioni in italiano (in Italia) in base al codice del consumo.
Per i prodotti provenienti da fuori UE, questo è l’ultimo dei problemi, in quanto i prodotti devono essere marcati CE (presenza di fascicolo tecnico) cura dell’importatore.
Il fascicolo tecnico non è il manuale, ma la documentazione completa che dimostra che il processo di marcatura CE è stato eseguito completamente.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buongiorno Ingegnere,
siamo un azienda produttrice di macchine per il taglio e la piegatura del tondino per cemento armato.
Attualmente i nostri manuali sono redatti oltre che in italiano anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese e in arabo.
Collaboriamo da tempo con un rivenditore in Belgio e finora gli abbiamo fornito macchinari con manuali tradotti nelle lingue di cui sopra.
Dopo l’ultima fornitura in cui il rivenditore deve aver venduto una nostra macchina ad un suo cliente di lingua “fiamminga”, ci vien richiesta la traduzione del manuale in “fiammingo”.
E’ una richiesta lecita?
Oppure come recita l’art. 1.7.4 dell’allegato 1 della Direttiva macchine “le istruzioni devono essere redatte in una o più lingue ufficiali della comunità – il fabbricante o il suo mandatario si assume la responsabilità di tali traduzioni apponendovi la dicitura “Istruzioni originali”. Qualora non esistano “Istruzioni Originali” nella/nelle lingue ufficiali del paese di utilizzo della macchina, il fabbricante o il suo mandatario o chi immette la macchina nella zona linguistica in questione, devono fornire la traduzione nella/nelle lingue di tale zona. Tali traduzioni devono recare la dicitura “Traduzione delle Istruzioni originali”.
Considerando che in Belgio le lingue ufficiali sono: Francese, Tedesco, Nederlandese ed avendo noi fornito un manuale già tradotto in due delle tre lingue ufficiali belghe, possiamo ritenerci sollevati da questa loro richiesta oppure no?
Ringrazio anticipatamente e cordialmente saluto
Salve, è una mia prassi controllare sempre i testi ufficiali, prima di fornire le risposte, per la regola “fidarsi (anche della propria memoria) è bene e non fidarsi è meglio, ed ecco cosa ho letto all’inizio dell’art. 1.7.4 da Lei citato e che io ricordavo comunque molto bene.
“Ogni macchina deve essere accompagnata da istruzioni per l’uso nella o nelle lingue comunitarie ufficiali dello
Stato membro in cui la macchina è immessa sul mercato e/o messa in servizio.”
Le istruzioni devono essere comprese da chi deve utilizzare la macchina, dato che le lingue “considerate” ufficiali UE sono inglese , francese e tedesco, in quale lingua dovrebbero essere scritti i manuali che vengono usati in Italia?In Italia, anche l’italiano è lingua comunitaria ufficiale (per fortuna).
Le altre varianti inserite successivamente nell’articolo rappresentano delle ipotesi sulle quali fabbricante e distributore si possono accordare, ma rimane il concetto di fondo: l’utilizzatore deve avere il manuale nella sua lingua, e su questo concordano legge e buon senso.
Su chi abbia poi l’onere della traduzione (tra fabbricante e distributore) si può discutere, ma tale discussione non coinvolge l’utilizzatore finale.
Ritengo che, al di là delle questioni di principio, che possono essere interessanti per la discussione, ma non produttive, la cosa più utile sia valutare il costo della traduzione ed il “valore economico” del distributore e stabilire da quale parte pende la bilancia.
Il principio richiamato anche dal Codice del consumo, che riprende la direttiva 2001/95/CE dice, che il manuale deve essere nella lingua o nelle lingue parlate nel Paese.
Spero che la risposta sia chiara e esaustiva.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Buongiorno Ing. Carraro,
Stiamo realizzando una macchina per un cliente che ci ha richiesto i manuali tecnici in una lingua e i manuali operatori in un’altra.
c’è stato evidenziato che la differenza tra manuale tecnico e manuale operatore è definito da uno standard CE.
Mi potrebbe cortesemente dire dove trovare la differenza tra i due?
Salve, credo che sarebbe più logico che Lei chiedesse questo chiarimento a chi Le ha fornito questa informazione, peraltro priva di fondamento, non entro nel dettaglio della questione, perchè sinceramente mi sembra troppo stupida per meritare un chiarimento. (naturalmente non mi riferisco a Lei).
Lei ha l’obbligo di realizzare la documentazione tecnica nella lingua del Paese in cui venderà il Suo prodotto, questo dice la legge.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Buongiorno Ingegnere,
Ho un quesito riguardante la lingua dei manuali di strumenti (sensori per automazione industriale) prodotti in Germania e venduti in Italia (con spedizione direttamente dalla Germania)
Tali prodotti sono corredati da manuale di istruzioni in Tedesco, Francese ed Inglese. E’ obbligatoria la disponibilità del manuale in Italiano, anche se il prodotto è spedito direttamente dalla Germania?
I clienti italiani ordinano e ricevono fattura dalla succursale commerciale Italiana, mentre il prodotto viaggia direttamente dal magazzino tedesco a quello del cliente finale.
Il prodotto è da considerarsi “immesso nel mercato” in Germania o in Italia?
Grazie per l’attenzione e per l’aiuto nel fare chiarezza
Salve, non ha alcuna importanza il luogo di immissione in commercio, Lei acquista in Italia da soggetto italiano, non è andato in Germania ad acquistare il prodotto in un negozio.
Inoltre il produttore DEVE utilizzare la lingua del Paese in cui venderà il prodotto, quindi se anche l’Italia è tra questi, DEVE utilizzare l’italiano.
Nessuno obbliga il produttore tedesco a vendere in Italia, o direttamente o tramite una filiale, ma tutti i prodotti che arrivano ai consumatori/utilizzatori italiani, devono avere le istruzioni in italiano.
Ovviamente lo stesso vale per ogni Paese UE, che ha pari dignità di tutti gli altri e non sta scritto da nessuna parte che un cittadino italiano o sloveno, debba conoscere una delle lingue da Lei indicate.
Tutto questo è contenuto in specifiche leggi europee, vale per tutti i cittadini UE, siano essi produttori o clienti.
Se i cittadini conoscessero e pretendessero il rispetto dei loro diritti, anziché come spesso succede, lamentarsi piagnucolosamente, FORSE le cose cambierebbero.
E’ colpevole solo colui che non rispetta i diritti degli altri, o anche quelli che non pretendono il rispetto di tali diritti? Stendiamo un velo pietoso su coloro che dovrebbero vigilare su tutto ciò, ma che spesso non vengono neppure informati di tali illegalità, che comunque ben conoscono.
Se al produttore tedesco e/o alla filiale italiana, venisse comminata la multa prevista dalla legge, sarebbe utile ed educativo.
Le indicazioni di nazionalità sono puramente casuali, ed il discorso vale per qualsiasi produttore in UE e qualsiasi cittadino UE.
La ringrazio e La saluto cordialmente.
ing. Carraro
buongiorno,Ingegnere.
Le sottopongo un quesito,
Costruiamo attrezzature da poledance: uno sport non ancora normato, poco noto e spesso equivocamente interpretato come attività ludica da nigh club…
Benchè le molte apparizioni televisive, anche pre-olimpiche abbiano fatto un po di chiarezza, fatico a formulare una dichiarazione di conformità per i miei prodotti: l’unica norma a cui posso parzialmente riferirmi sembra essere quella delle attrezzature secondo quanto previsto dalla Direttiva 2001/95/CE e, per quanto applicabile, alla norma UNI EN 913:2009.
Ora, volendo fare meglio dei miei competitors (che nulla dichiarano), vorrei sapere quale valore ha questa dichiarazione (autocertificazione), e se a Suo parere, andrebbe integrata con qualcos’altro.
grazie mille per il Suo contributo.
Salve, tutte le dichiarazioni sono redatte dal produttore e tutta le marcature sono delle “autodichiarazioni” ed è vero il contrario di ciò che comunemente si pensa, cioè non sono necessari enti terzi, nella maggior parte dei casi.
La dichiarazione è però la parte conclusiva della marcatura o della conformità alla 2001/95/CE, come la ciliegina sulla torta, se non c’è la torta, ovvero il fascicolo tecnico, la ciliegina vale poco.
La dichiarazione è una sintesi dietro la quale ci deve essere tutta la documentazione prevista dalla legge.
Il nostro lavoro consiste nel mostrare e spiegare come si redige questa documentazione.
La saluto cordialmente
Ing. Carraro
Buonasera dr.Carraro
Sono impiegato tecnico presso la filiale Italiana di una azienda tedesca,la quale immetterà sul mercato Italiano nei prossimi mesi macchinari di produzione Tedesca ed Inglese. I manuali presentano ovviamente la marcatura CE, ma sono tutti in Inglese, ed a causa di una revisione degli stessi in atto attualmente, la traduzione in lingua Italiana non rientra nei piani immediati. La mancanza della versione Italiana dei manuali può bloccare l’immissione delle apparecchiature sul Nostro territorio? che tipo di sanzioni sono previste? A quale normativa posso fare riferimento per sollecitare la necessità di tradurre velocemente i testi?
Cordiali saluti
Salve, ci sono molte leggi ed anche il buon senso, che impongono di vendere un prodotto accompagnato dalle istruzioni nella lingua compresa dall’utilizzatore, cioè presumibilmente quella del Paese in cui il prodotto viene venduto.
La mancanza di questa caratteristica espone, giustamente, chi transige, a condanna civile con ammenda fino a 50.000 € e con condanna penale fino ad un anno di reclusione.
Perciò a prescindere dai piani aziendali, che dovrebbero prendere in considerazione anche il costo di un’eventuale multa, la legge è chiara e considero chi non la rispetta, non solo un trasgressore, ma anche uno stupido, che confida nel mancato controllo delle autorità di controllo e nell’accettazione silenziosa di chi acquista un prodotto, nonostante sia privo di istruzioni comprensibili.
Quando i consumatori si sveglieranno, queste furbate avranno termine e si arriverà al rispetto ed alla sicurezza.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buongiorno ing. Carraro,
la nostra società rivende software in ambito medicale.
Tali software sono prodotti in Europa (Spagna) ed hanno una dichiarazione di conformità CE come dispositivo medicale: tale documento è redatto in lingua inglese e spagnola.
Per l’Italia dobbiamo fornire una traduzione del testo della dichiarazione di conformità (scritto da noi fornitori) ed allegare una copia della dichiarazione CE in inglese? Può andare bene questa soluzione? Grazie in anticipo.
Salve, se la Sua azienda vende con il nome del produttore, deve solo fare la registrazione presso il Ministero della salute, se invece vende con la propria ragione sociale, deve fare l’intera marcatura.
È compito del fabbricante redigere la dichiarazione di conformità e di firmarla, quindi qualsiasi intervento da parte Vostra su un documento firmato da altri non è corretto, perché non avete titolo per fare questa operazione.
La saluto cordialmente
Ing. Carraro
Una domanda “fuori tema”
Gentilissimo Ing Carraro, devo gestire un centinaio di manuali per differenti prodotti. Il testo è simile, ma non identico: vi sono alcuni capitoli e le figure che sono “prodotto specifiche”.
Capita spesso, durante le revisioni annuali del manuale d’uso, di voler modificare una frase (nella parte comune) per renderla più chiara, questo comporta di dover aprire tutti i documenti word e correggerli uno ad uno; un lavoro immane e noiosissimo.
Esiste un software che mi può aiutare? Ho provato ad usare stampa-unione di word, ma non gestisce del testo con formattazioni così complesse e le figure.
Mi può aiutare?
Grazie mille
Massimo
Salve, la domanda non è fuori tema, però è fuori contesto, nel senso che per risponderLe avrei bisogno di entrare nello specifico e conoscere una serie di dettagli tecnici, che comporterebbe una lunga discussione che forse interesserebbe Lei, me a qualcun altro.
Può contattarmi direttamente, così magari potremmo discuterne più ampiamente e vedere se posso esserLe di aiuto.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Buongiorno Ingegnere,
I nostri prodotti vengono inviati ai CLienti con un manaule in forma cartacea.
Vorremmo per non gestire tanta carta renderli disponibili sul nostro sito
o ancor meglio mettere sul prodotto stesso una etichetta con un matrix code leggibile che collega al manuale.
Si può fare?
Il cliente va avvisato in qualche modo?
Grazie
infinite
Salve, ciò che Lei ipotizza é perfettamente legale è previsto dalle direttive, a condizione che si comunichi al cliente la sua facoltà di richiedere il manuale in forma cartacea.
Quindi si può fare ed il cliente deve essere avvisato.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
La mancanza del libretto di istruzioni può essere motivo di sequestro dei beni importati? Non in Dogana ma al momento delal vendita
Salve, assolutamente si e ritengo che questa azione si applica con una rarità disperante, se le autorità applicassero anche solo questa minima parte della legge, i consumatori ne trarrebbero molto vantaggio.
Lo stesso vale per i manuali senza la lingua italiana, è come se non ci fossero.
La ringrazio e La saluto cordialmente.
Buon giorno Ing.,
Se vendo un prodotto fabbricato in Italia, con tanto di certificato CE, ad un cliente francese, devo per forza consegnare i vari manuali (uso e manutenzione, fascicolo tecnico,…) in lingua francese ? Non è corretto inviare la documentazione sia in italiano sia in inglese ?
Ringrazio fin d’ora per la Sua gradita risposta.
cordiali saluti.
Buongiorno, assieme al prodotto è necessario consegnare: manuale, dichiarazione di conformità, etichetta identificativa con il marchio CE, possibilmente attaccata al prodotto, il tutto nella lingua o nelle lingue del Paese di destinazione (in Spagna o in Belgio, sono più di una).
Il fascicolo tecnico (che non è il manuale) è un documento riservato che deve essere messo a disposizione solo delle autorità, se esso è completo, come richiede la legge, contiene informazioni sensibili, che nessuno fornirebbe ad un cliente, quindi probabilmente parliamo di cose diverse identificate con lo stesso termine.
La saluto cordialmente.
ing. Carraro
Buon pomeriggio Ing. Carraro, ho acquistato una stufa a legna da poco, la quale mi è stata consegnata senza alcun manuale d’uso, libretto, garanzia e quant’altro.
Mi è stato detto che fino a quando non saldo l’acquisto non mi verranno consegnati: non vorrei sbagliare ma non credo sia una modalità corretta di operare: per quanto ne so io, questi documenti dovrebbero essere già presenti e consegnati all’interno del prodotto per legge.
Sbaglio?
Cordiali saluti.
Buona sera ing. Carraro, sono titolare di un’azienda che produce impianti speciali per l’industria alimentare e da quest’anno alcuni mie clienti (specie nle nord Europa) mi chiedono di integrare la dichiarazione di conformità con il regolamento 10/2011 in materia di materiali plastici a contatto con i prodotti alimentari.
Noi già indichiamo il regolamento 1935/2004 che regolamente tutte le tipologie di materiali che durante il processo produtivo possono venire a contatto con il prodotto alimentare. Non è già più che sufficiente?
Quando è necessario indicare le norme armonizzate UNI?
Saluti e Grazie
Salve, a parte tutte le norme sui prodotto a contatto con i cibi, mi sembra strano che Lei non nomini la marcatura CE, parlando di macchinari o impianti speciali. Non funzionano con qualche tipo di energia?
A parte ciò che chiedono i clienti ciò che conta è ciò che chiede la legge al costruttore e questo lo dovreste conoscere bene per poterlo applicare sulla costruzione dei Vostri prodotti.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Ingegnere da Ingegnere le dò il mio modesto parere… la mentalità diffusa è quella di far le cose a braccio…. Conseguentemente il voler cercare di essere rigorosi, come nella dimostrazione di un teorema, è impossibile… quindi l’unica cosa che ci è data di fare è , purtroppo, accontentarsi cercando di ottenere con le condizioni al contorno che si ha di far la migliore cosa per tutto e tutti….
Di nuovo grazie
Certamente la Sua è una fotografia corretta, da parte mia sia nel contatto con i clienti sia nel blog, grazie a molte persone come Lei, approfitto per gettare sassi nello stagno, vanno sempre a fondo, però fanno un pò di onde. Meglio di niente, per l’accontentarsi ho una massima “chi si accontenta muore“, e non riguarda nè i soldi nè il cibo, ma il volere fare bene ciò che si fa.
Saluti e grazie.
Buonasera Ingegnere,
non avevo assolutamente notato il filmato che adesso mi guarderò;
credo di aver capito e posso dire che
1) direttive e norme sono state individuate dal costruttore;
2) non credo che venga fatta l’analisi dei rischi o perlomeno a me non risulta;
3) il manuale d’uso/istruzioni è semplicemente lo schema UNIFILARE;
4) La conformità di prodotto se c’è a me non risulta trasparente a meno che non coincida con il verbale di collaudo;
5) l’etichetta con i dati identificativi del quadro e del costruttore è normalmente presente;
6) Il fascicolo tecnico a noi non viene consegnato quindi dubito dell’esistenza;
Alla luce di questo credo di poter affermare che la marcatura CE sia un po zoppa come sospettavo…. vedrò cosa posso fare….
Grazie mille
Condivido pienamente i Suoi sospetti, pensi che in migliaia di interventi ormai al nostro attivo, non abbiamo mai trovato una sola analisi dei rischi decente, anche in aziende multinazionali e di primissimo livello.
A volte mi è capitato di trovare delle analisi eseguite anche da primari Organismi Notificati, che rilasciano anche marchi di Qualità e che erano una semplice parodia dell’analisi dei rischi, come a dire: c’è il rischio di folgorazione? Si, l’ho considerato ed ora è tutto OK! Perchè? Perchè lo dico io! Secondo Lei e secondo Voi lettori, questa è un’analisi?
Oppure in un altro caso ho trovato in un sollevatore a pantografo analizzato sempre da primario Organismo Notificato: pericolo di cesoiamento – non pertinente. credo che ogni commento sia superfluo, ed il Suo caso è perfettamente nella norma, mi sarei stupito del contrario.
Saluti.
Buonasera Ingegnere,
nel mio lavoro ho a che fare con aziende produttrici di quadri elettrici in bassa tensione (sinusoidale).
Dato che non mi torna assolutamente la metodologia che seguono per applicare la marcatura CE sui quadri e soprattutto la documentazione che ci rilasciono, potrebbe in una serie di punti illuminarmi su cosa è necessario fare per poter apporre la marcatura CE su un quadro elettrico in bassa tensione e la documentazione che deve essere allegata al quadro?
Grazie
Salve, parlando di bassa tensione, il termine “iluminarmi” mi sembra adeguato, e La ringrazio per la fiducia che mi riserva.
Come può vedere anche sulla seconda pagina del nostro sito, c’è un filmato dell’Unione Europea che mostra in dettaglio i vari passaggi che ora Le riassumo.
1 identificazione direttive e norme (queste ultime volontarie in alcuni casi in altri obbligatorie, es: CEI), nel Suo caso direttive Bassa tensione e Compatibilità elettromagnetica, poi bisogna vedere se i quadri vanno installati su macchine, o su ambienti.
2 esecuzione dell’analisi dei rischi che ovviamente dipende dalle direttive ritenute pertinenti
3 redazione del manuale/istruzioni d’uso
4 dichiarazione di conformità, che nel caso dei quadri può essere doppia ovvero conformità del prodotto e conformità di installazione
5 etichetta con il marchio CE e i dati identificativi del prodotto e del produttore
6 costituzione del fascicolo tecnico
Con il prodotto va SEMPRE e SOLO consegnato: manuale/istruzioni, dichiarazione di conformità e se c’è installazione anche di installazione, etichetta CE sul prodotto, applicata in modo non rimovibile.
Spero di essere stato chiaro e comprensibile, altrimenti invierà un altro commento.
Buona giornata
Ing.Carraro, vorrei una precisazione riguardo alle modalità di fornitura delle istruzioni per l’uso per prodotti marcati CE. Un’azienda isrealiana che li produce e commercializza ha emesso un labelling in lingua inglese che è stato tradotto dall’importatore in Italia. L’azienda israeliana è tenuta a fornire i singoli prodotti nel mercato italiano (a) anche senza manuale utente, basta che questo sia disponibile online; (b) con il solo manuale inglese (versione controllata), quello in italiano può essere disponibile online; (c) sia con il manuale inglese che con quello italiano?
Inoltre, nei casi (a) e (b) come va notificata all’utente italiano la disponibilità del manuale oinline?
Grazie in anticipo!
Salve, precisiamo prima di tutto che l’azienda che ha sede fuori dell’Europa, che non ha un mandatario residente in Europa, che non ha una filiale in Europa, NON può commercializzare il prodotto in Europa, per il semplice motivo che non lo può marcare CE.
Chi può marcare CE il prodotto è SOLO un soggetto residente in Europa, quindi il mandatario, la filiale, l’importatore, se non esiste questo presupposto non esiste neppure il problema del manuale che in ogni caso deve essere in Italiano per l’Italia, in francese per la Francia e via di seguito, se c’è anche la lingua inglese è un’aggiunta che può essere utile, non indispensabile e non sufficiente (esclusi i Paesi con lingua ufficiale inglese).
Il manuale on line va bene, ma su richiesta del cliente deve essere fornito anche cartaceo, dato che l’accesso ad internet non può essere considerata situazione universale.
Saluti
Ing Carraro, un nostro cliente ci chiede di mandargli, a proposito della dichiarazione Rohs, il “certificato test report” . Vorrei sapere di che cosa si tratta ed eventualmente a chi richiederlo dal momento che non ne ho mai sentito parlare.
In attesa di una sua risposta, La ringrazio anticipatamente.
La direttiva RoHS ormai da anni obbligatoria in tutto il mondo per i prodotti elettrici ed elettronici, prevede che sia garantita una soglia massima di presenza di piombo ed altri materiali nocivi all’interno di tali prodotti.
Il fatto che non ne abbia mai sentito parlare è sintomatico della situazione generale del nostro sistema produttivo, dove è certamente più noto il delitto di Sara Scassi, dato che mai sentiremo parlare per televisione di cose che riguardano la sicurezza di tutti noi, mentre siamo sommersi di informazioni che solleticano la nostra curiosità morbosa, e certamente non ascrivo a Lei alcuna responsabilità, ma a tutti coloro (associazioni di categoria comprese) che dovrebbero occuparsi dell’informazione collettiva e degli addetti ai lavori in particolare.
Se tra i Suoi prodotti ci sono componenti elettrici ed elettronici Lei è obbligato da anni a garantire il rispetto della RoHS, della RAEE e della AEE, e non so se conosca anche queste due.
Cordiali saluti.
Ing Carraro io ho un attività commerciale che tratta la vendita diretta al pubblico di Aspirapolveri usati,soprattutto vecchi modelli della Vorwerk Folletto:io li acquisto da privati,li rimetto in ordine,sostituisco alcune parti usurate dal tempo a volte con ricambi originali a volte con ricambi compatibili made in PRC e li rivendo al consumatore finale:il problema è che il manuale d’istruzione di questi apparecchi che io acquisto non mi viene fornito poichè è andato perduto;per essere in regola ,come posso fare riprodurre un nuovo manuale d’uso ,non come quello originale ma anche semplice……..quale procedura devo seguire per essere in regola con le normative?mi dia un consiglio.
in anticipo grazie per la disponibilità
Salve. Lei mettendo mano ai prodotti di fatto li “ricrea” si chiama normalmente retrofit, quindi si assume la responsabilità del “nuovo prodotto e deve farne la marcatura nuova. SpeigarLe come fare è un pò complesso, ma se investe un pò di tempo e gira nel blog, può trovare tutte le indicazioni che Le servono. Se decide di risparmiare tempo, ma non denaro può richiedere la nostra consulenza, valutando se per Lei è più conveniente investire in autoformazione o nei lavori di rimessa a nuovo.
Cordiali saluti
Salve, non comprendo il senso della Sua mail, il nostro lavoro è fornire consulenza alle aziende che ce la richiedono.
Se migliaia di aziende importano e immettono sul mercato prodotti che dovrebbero essere marcati CE ed invece non lo sono, non capisco cosa c’entriamo noi e cosa possiamo farci?
Lei ha fatto un ragionamento apparentemente corretto, che tiene conto di ciò che fanno gli altri, ma se Lei viaggia in autostrada a 160 orari, come tutti gli altri, pensa di non infrangere le regole e che non pagherà la multa se a fermano?
Diciamo “italianamente” che gli altri sono più “fortunati” o che hanno qualche santo nel portafoglio, rispetto ai Suoi obblighi ciò non cambia nulla e non mi sento di approvare ad esempio, chi non paga le tasse, perchè non le pagano gli altri.
Cominciamo a rispettare le leggi, ognuno per proprio conto, dopo avremo anche il diritto ed il dovere di denunciare chi non le rispetta.
In ogni caso ed al di là delle considerazioni personali, che sono comunque opinabili ( anche le nostre, ovviamente ) rimane un dato di fatto, NOI FACCIAMO I CONSULENTI, niente di più e quindi non possiamo risolvere i problemi creati illegalmente dalla dogana e su cui abbiamo scritto nel nostro blog molte volte.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti
CC sas
ing. Carraro
Nota: questo testo è la risposta resa privatamente al Sig. Aldo, che aveva continuato lo scambio di commenti sulla mail della C&C e quindi non è impostata come commento, ma come risposta diretta e per tale ragione si fa riferimento alla nostra attività di consulenza, che come i lettori che ci seguono sanno bene, non svolgiamo tramite il blog.
Aldo scrive:
Grazie.
L’80% della componentistica elettrica proveniente dalla Cina e’ testata da s&e
technology laboratory e nessun importatore richiede altri certificati, ma
esibisce quello di questo laboratorio.
Ci sono prodotti che circolano da anni con solo la certificazione di s&e
technology laboratory e null’altro.
Milioni di componenti per computer e altro.
Passano la dogana e vengono venduti in Italia.
Anche da grossi e rinomati importatori.
Giusto o non giusto, a me viene contestato il marchio CE della s&e technology
laboratory quando altri vendono tranquoillamente da anni con i certificati di
questo laboratorio.
Ora bisogna chiarire…o questo ente e’ certificato e riconosciuto o si blocca
tutto il mercato.
Io vengo bloccato e altri importatori vendono tranquillamente il medesimo
prodotto del medesimo produttore con i medesimoi certificati della s&e
technology laboratory tranquillamente.
C’e’ qualcosa che mi sfugge……………….
Saluti.
Nota: questo commento è un ulteriore intervento del Sig. Aldo, che però lo ha inviato direttamente alla mail dell C&C, ci permettiamo di pubblicarlo, perchè è il seguito dei precedenti, naturalmente se il Sig. Aldo ce lo chiederà, provvederemo ad eliminarlo
Salve, anche a noi risulta che Bureau Veritas sia un Organismo Notificato,ed anche serio, ciò significa che il prodotto certificato da questo Organismo rispetta le Direttive e le Norme che sono indicate nel certificato.
Occorre però tenere presente che questo, come tutti gli Organismi certificati, esegue il proprio lavoro su uno o più campioni forniti dal produttore, ma chi garantisce tutti i pezzi prodotti? Non certo l’Organismo Notificato, ma il produttore, che poi formalizza questa garanzia nel documento chiamato Dichiarazione di conformità, che non a caso deve accompagnare ogni singolo pezzo immesso sul mercato.
Solo gli illusi, o chi vuole farsi illudere, può pensare che un certificato condotto su campioni e rilasciato dal un Organismo esterno, seppur Notificato, sollevi il produttore dalle sue responsabilità nei confronti del cliente.
Pensate che ci sono anche quelli che acquistano certificati da Enti fasulli, auto notificati e senza nessun riconoscimento, eppure sono contenti lo stesso.
Proprio in questi giorni ho preso in mano una certificazione ISO 9001 2008, rilasciata dopo una visita commerciale del direttore di questo Istituto, durata 2 ore e senza alcuna presa di visione dell’azienda, che è collocata in altro sito.
Ora ci si ponga la domanda: ma era proprio tutta colpa di Vanna Marchi se riusciva a vendere tralci di vite come amuleti porta fortuna?
Chi può credere seriamente di essere certificato ISO 9001 2008, solo perchè lo ha scritto un distinto signore di 70 anni, che non ha neppure visto la ditta?
La qualità è anche sicurezza, ed è una cosa seria, c’è chi la fa seriamente, come gli Organismi Notificati, e chi imbroglia, ma in ogni situazione ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, che non si possono scaricare su altri pagando. No così non funziona!
Nel caso specifico se l’Organismo ha rilasciato il certificato ad un suo cliente, esso vale e può essere utilizzato da quel cliente e non è un documento pubblico.
Cordiali saluti.
Salve,
ok ma se un certo prodotto e’ cerificato con marchio CE da Bureau Veritas…a noi risulta che Bureau Vertitas sia ente notificato.
Salve, il termine “materiale elettrico” è troppo generico per un risposta precisa.
CE e RoHS sono cose molto diverse, il primo marchio indica la sicurezza del prodotto, deve essere apposto da chi ne ha la responsabilità ( cioè un soggetto residente nella Comunità Europea e non può essere applicato da un cinese, ciò non significa che i prodotti non rispettino le norme, il secondo è un marchio a valenza internazionale e riguarda i limiti di presenza di piombo da saldature sui circuiti elettrici.
In generale i certificati cinesi a tale proposito sono corretti e possono essere utilizzati dall’importatore per eseguire la marcatura.
Rispondo all’ultima questione con una domanda: se Lei avesse pagato un laboratorio per fare le prove su un prodotto su cui appone il marchio CE, gradirebbe che i tests di prova fossero dati ad un’altra azienda?
Cordiali saluti.
ing. Carraro
Buonasera,
siamo un’azienda che sta cercando informazioni per intraprendere un’importazione dalla Cina di materiale elettrico.
I produttori cinesi che abbiamo contattato in Cina ci hanno fornito la documentazione CE, ROHS e i test report provenienti da un ente chiamato Bureau Veritas in un primo caso e S&E in un secondo caso entrambi con sede o filiali in Cina.
La mia domanda è questa: Lei ritiene che questa documentazione possa essere attendibile per quanto richiesto dagli enti preposti al controllo?
Qualora questi prodotti siano gia’ importati da altri commercianti italiani, i quali si presume abbiamo gia’ effettuato certificazione CE, si puo’ richiedere copia all’ente per la cerificazione CE?
Cordiali saluti
Salve, ho appena aperto una confezione di una fotocamera ed il numero e dimensione di manuali è veramente notevole, quindi mi chiedo come poter fare stare le istruzioni d’uso di un apparecchio elettrico sulla scatola.
Inoltre sarà necessario scrivere bene in grande che devono conservare per sempre la scatola in quanto su di essa ci sono le istruzioni per l’utilizzo sicuro del prodotto.
Siete proprio sicuri che commercialmente sia la strada corretta? Personalmente diffiderei di un apparecchio elettrico che ha le istruzioni d’uso sulla scatola a meno che non debba solo infilare la spina, es un anti zanzare.
Comunque Voi sapete di che si tratta e potrete decidere, in ogni caso la direttiva non indica un modo specifico per far arrivare le istruzioni all’utilizzatore, purché arrivino con certezza.
Cordiali saluti.
ing. Carraro
Buongiorno Ingegnere,
con riferimento alla produzione di apparecchi elettrici rientranti nella direttiva bassa tensione stiamo valutando di sostituire il vecchio ed obsoleto manuale di istruzioni con una versione più aggiornata e completa stampandola direttamente sull’imballo di ogni singolo pezzo anziche su un foglio a se stante.
Ai fini della marcatura CE può esserci qualche problema?
La stampa verrà effettuata in versione bilingua(Italiano-Inglese) in quanto i prodotti sono commercializzati in tutto il mondo.
Grazie per l’attenzione
Cordiali saluti
Salve, Lei non ci deve nessun ringraziamento, chi ci segue sa che noi ospitiamo tutti, purché siano rispettosi degli altri e non facciano pubblicità.
OspitarLa ci fa doppiamente piacere, primo perchè condividiamo molte cose che dice, secondo perchè ci da la possibilità di affrontare alcuni aspetti che non c’entrano con la marcatura CE, ma hanno a che fare con gli italiani.
Nel mio discorso non mi riferisco a Lei, ma prendo spunto dal Suo discorso per esprimere alcune mie opinioni che non pongo in contraddizione con le Sue, ma con una mia interpretazione dello spirito che mi sembra di cogliere nel Suo commento.
Innanzitutto sia che gestisce sia chi partecipa a questo blog non si agita, ma cerca di conoscere, capire e chiedere il rispetto delle regole (leggi).
Se poi questo sia inutile lo vedremo in futuro, certamente se nessuno mai si fosse posto il problema di avere delle regole e di farle rispettare, andremmo in giro per la strada armati di clava o di pistola.
Le regole servono in una società per fare in modo che tutti siano uguali di fronte ad esse e pretendere che vengano rispettate da tutti è un dovere oltre che un diritto.
Constatare che i “furbetti” non ci sono solo in Italia, ma ci sono in tutto il mondo, non ci da alcuna consolazione e soprattutto nessun alibi, forse sarebbe meglio riflettere sulla percentuale di questi furbetti rispetto al resto del paese.
Sono convinto che il male principale della maggioranza nostro popolo ( non dell’italia, ma degli italiani ) sia proprio pensare che i furbetti sono un esempio da imitare e non un male sociale da eliminare.
Se in Belgio nella classe politica sono presenti dei pedofili, non mi consolo osservando la nostra e constatando magari che i pedofili non ci sono o non sono ancora stati scoperti, magari solo perchè sono più furbi o più potenti.
Chi partecipa a questo blog fa parte di una minoranza che crede nelle regole, nel rispetto delle regole, nel rispetto degli altri in generale e per questo ha la forza ed il coraggio di chiedere il rispetto anche di se stessi.
Purtroppo la maggioranza degli italiani non ha bisogno di regole uguali per tutti, ma sente l’esigenza presente da secoli nel suo dna, di avere un “buon padrone£ da servire, che stabilisca di volta in volta quali regole e come applicarle per i suoi sodali e per i servi fedeli, mentre ovviamente altre interpretazioni delle regole vanno date per coloro che si agitano per “pretendere” dei diritti.
Di solito chi “si agita” per il rispetto delle leggi viene definito “sovversivo” e se questo significa
– che vogliamo sovvertire un sistema in cui ognuno può fare ciò che vuole
-in cui la divisa da doganiere permette di sequestrare delle merci senza alcun diritto in barba al tanto urlato “libero mercato”
– in cui grazie all’ignoranza di chi dovrebbe fare i controlli, sono presenti nel mercato prodotti pericolosi per chi li usa e sui quali chi li importa non paga tasse
ebbene siamo sovversivi.
Se essere sovversivi significa tutto questo e tanto altro, allora lo ammettiamo con piacere siamo sovversivi e ci agitiamo, sapendo anche che alla fine delle poche conquiste che riusciremo ad ottenere, godranno anche quelli che se ne stanno in silenzio ed allineati in attesa dell’ordine del “buon padrone”.
Concludo ribadendo che queste riflessioni non sono in risposta al commento di Valentino, che ringraziamo per avere acceso una miccia, anche se anche Lui, la pensa come noi.
Cordiali saluti.
Ing. Carraro
Ragazzi è inutile agitarsi tanto se vi limitate al mercato italiano. Sono appena stato in un negozio di un famoso esportatore svedese; ebbene queste sono le conclusioni:
Batterie, cesoie, scalette, sedie per ufficio senza nessuna marcatura CE ma con la scritta del produttore “la qualità è garantita da “ZZZZZZZ” con un bel made in China accanto. Ho avuto modo di trovare un giocattolo in gomma marcato CE ma con made in Germany stavolta. Non tutti i giocattoli, in compenso, erano correttamente marcati. Tutti i visitatori che casualmente ho incontrato ignoravano completamente il significato di CE.
Ultima delizia : il mio cellulare (finlandese) ed il mio laptop (assemblato in Francia) non sono marcati. Mia moglie possiede un laptop comprato in Belgio …. MARCATO!
Perchè i controlli delle ns. autorità competenti sono così aleatori ? Dopo ventanni (?) di introduzione di questa normativa abbiamo avuto benefici ? Sicuramente nel campo delle macchine operatrici è stato un ottima normativa per la sicurezza dei lavoratori (che vengono anche informati dalle loro rappresentanze) ma per i consumatori ne è valsa la pena ?? Mi vien da dire : soldi buttati al vento.
grazie per avermi consentito di utilizzare questo spazio
V. Cristofoletto
Buon giorno, un progettista, così come chi si appresta a fare la marcatura a posteriori, come noi, dovrebbe nello svolgimento della sua attività, partire dalle direttive e dalle norme di riferimento e stabilire quali sono volontarie e quali no.
Lei cita la questione dl rumore e dice che la direttiva non fissa dei limiti, ciò mi pare corretto perchè esistono varie norme che trattano questo aspetto in relazione all’ambiente in cui la macchina deve essere utilizzata.
Un punto fondamentale da cui partire è rappresentato dall’utilizzo della macchina che infatti deve essere specificato oltre ogni ragionevole dubbio dal costruttore.
Si deve arrivare al punto di dire che nel forno a microonde non si devono mettere animali vivi ad asciugare, visto che ad una signora che per asciugarlo, aveva cotto il gatto, è stato pagato un milione di dollari di risarcimento.
In funzione del tipo di macchina e del suo impiego deciso dal costruttore si individueranno le direttive e le norme di riferimento, poi se le norme sono volontarie si deciderà se applicarle o meno, se invece come nel caso del rumore, sono obbligatorie, si rispetteranno e basta.
Dopo avere definito direttive e norme, si studiano bene, per capire i vincoli che impongono, vedi ad esempio le norme sulla progettazione sicura delle macchine, e poi si inizia a fare l’analisi dei rischi sulla macchina che ci si accinge a progettare.
Analisi dei rischi e progettazione devono procedere di pari passo per ottenere alla fine un prodotto sicuro, nei termini in cui si è deciso che sia.
Il manuale nasce dai rischi residui non eliminati, dopo una accurata analisi degli stessi, altrimenti come si imposterebbe? Copiando quelli in commercio? Si fa speso così, ma non è proprio un comportamento da professionisti.
Cordiali saluti
Buongiorno Ingegnere
sono uno studente di ingegneria, in questo periodo sto svolgendo un corso di sicurezza sul lavoro; io e i miei compagni parlando di normativa macchine ci siamo fatti una vaga idea di come progettare una macchina e di cosa significhi la marcatura CE.
La mia domanda è la seguente: nelle vesti di progettista devo creare una macchina che rispetti la direttiva , ma a quali norme tecniche devo fare riferimento visto che sono facoltative? e come posso affermare che la mia macchina è a norma perchè la direttiva non dice i decibel ammessi però la UNI… impone un limite
Ho forti dubbi in merito anche perchè non ho esperienza e studiare una norma su di un lucido è tutto semplice applicarla è ben più complesso.
Ringrazio molto per la disponibilità.
Oscar
Salve, la macchina è marcata e quindi in teoria rispetta la direttiva, essendo però priva di dichiarazione, viene meno un elemento importante tra quelli che determinano la possibilità di applicare il marchio.
Occorre sapere se è disponibile il manuale di installazione uso e manutenzione e se questo è conforme a quanto dice la direttiva macchine.
Altra questione riguarda le eventuali modifiche apportate alla macchina nel corso degli anni.
Essendo un prodotto unico suggerirei di non procedere con la marcatura, ma con una perizia da parte di un tecnico abilitato, dovrebbe costare meno e dare le stesse garanzie.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Gentile dott.Carraro, ho acquistato una macchina per pasta ripiena datata 1996 con marchiatura CE, numero di serie ecc, la macchina è funzionante ma mi dicono che bisogna avere la dichiarazione di conformità che è mancante, come si può fare per ottenere questa certificazione?
Forse Lei ha chiesto alle persone interessate a farLe fare quella strada, provo ad indovinare: laboratori di prova, associazioni di categoria, commercianti di componentistica, quasi certamente ho centrato uno o più soggetti.
Lei non ha l’obbligo di fare la prova di laboratorio, in quanto produce pezzi unici, e comunque non di serie, deve seguire la procedura della marcatura CE, che trova nell?E-Book in alto nelle pagine del nostro sito.
A differenza degli altri con cui ha parlato, posso sostenere ciò che affermo con prove documentate.
Buonasera Ing. Carraro ma perchè tutti mi dicono che occorre che un ente notificato mi rilasci la prova tipo su un campione di cancelli, io non so come devo fare a capire quale sia la strada giusta da
percorrere visto le informazioni diverse che ricevo, naturalmente essendo una piccola ditta artigiana vorrei quella meno dispendiosa ma assolutamente giusta e non dovermi un domani ritrovare a brutte sorprese, mi scuso ma se può darmi ulteriori informazini Le sarei grato.
Grazie