Marcatura CE delle macchine usate

La marcatura CE delle macchine usate è un argomento da valutare con molta attenzione.

Chi frequenta questo blog, sa che rispettiamo tutte le opinioni, anche quelle contrarie alle nostre, ed anzi queste diventano spunto per un approfondimento, per porci qualche domanda, per rivedere le nostre posizioni.

Ecco quindi che leggiamo con interesse un articolo pubblicato in internet, nel quale si afferma che le macchine usate quando sono rivendute non devono essere marcate CE, sia che lo fossero all’origine, sia che non lo fossero.

Per confermare questa affermazione lo scrivente utilizza ampiamente il testo delle linee guida e qui sorge il primo interrogativo, perchè citare le linee guida e non la direttiva? Le linee guida sono appunto linee guida e non hanno valore di legge, quindi perchè usarle in modo categorico, quando categoriche non sono?

Nell’articolo, peraltro ben scritto ed argomentato, si afferma che se una macchina è stata costruita prima del 1995, quindi non marcata CE, può essere tranquillamente venduta senza alcun intervento, purché sia conforme alle norme previgenti la marcatura CE, ciò significa che una macchina che non ha i sistemi di sicurezza attuali, può tranquillamente lavorare senza che nessuno abbia alcuna responsabilità, tanto era in regola 20 anni fa! ????????

Si cita inoltre la legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, tralasciando che proprio la 81/08 impone un continuo aggiornamento dell’analisi dei rischi di luoghi di lavoro e macchinari e quindi non si comprende, perchè proprio sulle macchine vecchie si dovrebbe trascurare l’obbligo di rivedere l’analisi dei rischi, ovviamente secondo gli standard attuali, scoprendo quindi che i sistemi di sicurezza installati potrebbe essere obsoleti?

Quando la direttiva macchine dice testualmente che il fascicolo tecnico deve essere conservato per 10 anni, pone un chiaro limite temporale e dopo quella data il fascicolo deve essere rivisto o ricostituito (dato che l’originale potrebbe essere stato distrutto, anche volontariamente) ed è ovvio che lo dovrà fare non tanto il costruttore originale, ma il conduttore che sta utilizzando la macchina, chi altro?

Quindi per chi ha scritto quell’articolo esistono dei punti fissi e fondamentali: la marcatura CE non ha scadenza, le condizioni di sicurezza di una macchina non devono essere mai riviste. Sempre secondo questa logica potremmo utilizzare una trebbiatrice degli anni 50, con le bellissime cinghie esposte, senza alcun problema e senza incorrere in alcuna sanzione. Complimenti!

Inoltre chi vendesse la stessa trebbiatrice non ha, sempre secondo chi ha scritto quell’articolo, nessun obbligo di aggiornamento dei sistemi di sicurezza, dato che rispettava le leggi previgenti.

La prima direttiva macchine è stata scritta in una certa data e prevedeva un tempo di adeguamento ed inoltre doveva tenere conto dei 10 in cui la documentazione di progettazione delle macchine rimaneva valida, ma trascorso tale termine, le macchine con più di 10 anno dovevano e devono essere adattate alla nuova legislazione, altrimenti a cosa servirebbero nuove leggi se tutto il vecchio rimane in vigore sine die?

Le linee guida dicono che le macchine usate non devono essere rimarcate, ma se lo sono già e comunque devono essere rispettate tutte le leggi, anche quella che dice che chi vende un prodotto con il proprio marchio è considerato il produttore e quindi ha l’obbligo della marcatura CE.

C’è un’altra considerazione doverosa, ma a chi giova mettere in commercio o utilizzare, macchine usate senza che queste rispettino la legislazione vigente? Alla sicurezza degli operai che le utilizzeranno? Ai datori di lavoro che rispondono della sicurezza dei macchinari? Agli amanti del vintage?

Provate a rispondere alla domanda e vedrete che la risposta è evidente, c’è un solo soggetto che trae vantaggio dal reimmettere in commercio una macchina usata priva di marcatura CE, ed è abbastanza chiaro che a questo soggetto poco importa delle sicurezza degli altri, ma solo del proprio portafoglio, perfettamente in linea con un “made in Italy” che pochi ci copiano.

Chi ha scritto la direttiva lo ha fatto con lo scopo dichiarato di fare in modo che la sicurezza delle macchine fosse la massima possibile compatibilmente con lo stato dell’arte e con la funzionalità, non certo per consentire che attraverso “sottili ed intelligenti” interpretazioni, si potessero continuare a produrre, vendere e rivendere macchine pericolose, a causa della loro vetustà o della loro data di produzione.

Le leggi vanno lette ed interpretate secondo il loro spirito ed obiettivo e non secondo il proprio interesse!

Non ci interessa il motivo per cui si scrivono queste cose, ognuno è libero di scrivere ciò che vuole, ci preoccupa solo che qualcuno ci creda o faccia finta di crederci e continui a vendere e fare utilizzare macchine non sicure, in cambio del risparmio derivante dall’evitare di metterle a norma.

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