Marchio CE, ulteriori chiarimenti!
Sulla marcatura CE c’è sempre quancosa di nuovo da sapere.
Ribadiamo ancora una volta il punto fondamentale da cui partono tutte le direttive e tutte le normative che vengono emesse in merito al Marchio CE, questo punto è LA SICUREZZA.
Il legislatore quando approva e pubblica direttive e norme, parte dalla necessità di garantire all’utente finale la massima sicurezza possibile, compatibilmente con i progressi della tecnica e le possibilità produttive, per questa ragione molte norme e direttive vengono aggiornate in continuazione.
Quindi facendo intervenire il buon senso, ognuno è in grado di comprendere che sono i requisiti di sicurezza a determinare la complessità delle procedure da attivare per applicare il Marchio CE su un prodotto e non il suo costo commerciale o la sua diffusione.
Tanto più un prodotto può creare danni all’utente, come nel caso delle macchine, tanto più accurata deve essere l’analisi dei rischi e tanto più complessi gli interventi per eliminare o ridurre i pericoli.
Per tali ragioni e non per speculazioni commerciali, l’assistenza o l’attività eseguita internamente per applicare il Marchio CE, possono avere un costo estremamente variabile e passare da poche centinaia di euro a svariate migliaia.
Si dice in modo puramente teorico e retorico, che la sicurezza non ha prezzo, ma i fatti quotidiani dimostrano che molto spesso non ha valore e proprio per garantire un minimo di sicurezza il Marchio CE può essere apposto solo dopo aver seguito un percorso ben definito, che non è la compilazione burocratica di moduli, ma la valutazione attenta di caratteristiche e circostanze.
Affrontate quindi l’applicazione del Marchio CE con l’obiettivo di ottenere dei prodotti sicuri prima ancora che funzionali, perchè è sempre meglio che vada fuori uso un prodotto piuttosto che chi lo usa.
Un prodotto sicuro è garanzia di tranquillità per chi lo utilizza, ma anche per chi lo produce e lo mette in commercio, altrimenti diventa una bomba ad orologeria, è solo questione di tempo.
La nostra società esegue la marcatura CE e fornisce la consulenza per capire cosa è necessario fare.
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Buongiorno,
pongo cortesemente la seguente domanda: Nel caso in cui avessi evidenza che un prodotto presenta un marchio CE improprio nonostante il fatto che esso rispetta le direttive/regolamenti applicabili (tale aspetto sarebbe documentabile), sarebbe possibile accompagnare il prodotto con un documento a firma del fabbricante nel quale si dichiara l’errore (con riferimento puntuale a livello di lotto, ecc..) e razionale per cui il prodotto non può essere sottoposto a correzione? Di fatto renderei informato l’utente dell’errore. In caso di controllo da parte di autorità competente chi vende sarebbe soggetto comunque a sanzione?
Grazie per l’attenzione.
Antonio
Salve, un errore deve essere rimosso e non semplicemente segnalato, quindi si deve modificare il marchio CE e non semplicemente dichiarare che è sbagliato.
Cordiali saluti
Ing. Carraro
Buongiorno,
seppur solo in linea generale, avevo letto che la dichiarazione “deve esserci sempre” o “che accompagna il prodotto marchiato CE, dalla sua nascita fino al suo smaltimento”. Tuttavia e purtroppo, posso capire che NON resta possibile per il consumatore PRETENDERE almeno la dichiarazione di cui parlavo. Infatti, ho provato a richiederla espressamente/ufficialmente al produttore (tra i più prestigiosi) ma NON mi ha risposto affatto! A fronte di sollecito mi riferisce “verbalmente” che non mi è dovuta (e non ho chiesto il fascicolo tecnico!!).
Se non ho inteso male.. il marchio CE IMPONE che se ci sia presunzione di “fasullità”, piuttosto che di conformità, è sproporzionatamente troppo complesso da dimostrare: NON basta auto-dichiarare! …Immagini la classica massaia che non saprà mai cos’è una Direttiva, se è riuscita a scampare ad un incendio, spetta anche l’onere della prova in giudizio…!
Lei, per può, cosa suggerirebbe ad un privato, o cosa farebbe in tale circostanza?
Avrei voluto capire, tramite la dichiarazione di conformità, se esistono quantomeno dei presupposti per richiedere una perizia (CTP), ma è difficoltoso trovare chi possa farla, ed eventualmente i costi. Sarebbe interessante averne indicativamente un idea se le fosse possibile.
Mi scuso se ho approfittato dello spazio nel Suo blog, eventualmente mi corregga: ma riflettevo sul fatto che, fin quando non ci sarà diffusione di una cultura adeguata e i mezzi per conoscere bene “cosa” e “come” fare per tutelarsi, noi consumatori, ultimi del flow chart del Marchio CE, nessun produttore avrà il timore di ottemperare, o MENO, alle Direttive/Norme.
Si potrebbe presumere che lo scarso rischio di ricorsi contro i produttori, fa si che il gioco gli vale ancora la candela di non essere proprio ligi al dovere? E magari non sentire nemmeno troppo l’esigenza di una consulenza di esperti come Voi (visto che non è purtroppo obbligatoria…)?
L’ignoranza tecnica/burocratica, la possibilità di ERRATE interpretazioni e di scarsa chiarezza delle direttive, anche per le documentazioni di base, favorisce solo le categorie di disonesti che Lei ha menzionato e forse solo i consumatori potranno fare la differenza.
Ad es. ho letto del sistema RAPEX del Ministero dello Sviluppo Economico e della competenza che ha la Camera del Commercio rispetto alle verifiche di conformità… Mi auguro che possano prendere in considerazione anche i consumatori… queste “autorità” di cui si parla tanto nelle direttive… Ma mi chiedo: dov’era il doganiere quando è arrivato il mio prodotto in Italia ?
La ringrazio per eventuali ulteriori commenti e risposte.
Saluti, Michele.
Salve, sulla dichiarazione di conformità il testo delle direttive non è omogeneo, come già detto ed a mio avviso esistono elementi sufficienti per poter dichiarare che è sempre dovuta al consumatore, la dichiarazione di cosa sia esattamente il prodotto e quali siano le leggi rispettate, altrimenti non si comprende quale sia la funzione di tale documento.
Le autorità di controllo hanno accesso a tutto il fascicolo tecnico, quindi in questo contesto il peso della dichiarazione è realmente scarso, in quanto l’autorità può verificare tutto ciò che ha fatto il produttore. senza necessità che questi lo dichiari.
Ben diversa è l’esigenza sacrosanta del cliente di ricevere informazioni complete ed assicurazioni, da parte del produttore in merito alla sicurezza del prodotto acquistato.
Il produttore da Lei interpellato, grande o piccolo che sia, si dimostra miope e fuori del tempo, non esiste alcun problema, nell’ottica della trasparenza, a rilasciare tale dichiarazione.
D’altro canto il maggiore gestore dell’energia elettrica in Italia, rifiuta da anni di consegnare la dichiarazione di conformità sui contatori, dichiarando che sono di sua proprietà e quindi in sostanza che non deve rendere conto all’utente della loro sicurezza e conformità, il tutto con il silenzio delle autorità di controllo, che nonostante numerosissime denunce, non hanno ancora fatto nulla.
In questa ottica, tipicamente italiana, non solo il cittadino è inteso come semplice consumatore pagante, cosa questa ormai universale, ma anche privo di qualsiasi diritto, a ricevere informazioni sulla sicurezza di ciò che acquista, per la serie: comprate, comprate, pagate e state zitti.
Tutto ciò è possibile per una totale assenza dello Stato come “informatore” ed “educatore” dei cittadini, molto meglio le trasmissioni sui “mostri” o le liti senza fine nei talk show, piuttosto di programmi di informazione e di educazione, dato che non fanno audience e quindi non fanno vendere.
Le autorità di controllo, sono prive di mezzi e di conoscenza, in parte per oggettive difficoltà in parte per il famoso “chi me lo fa fare?” e spesso intervengono in modo errato, quando non totalmente illegale, lasciando invece correre situazioni gravi, come quelle a cui ha accennato Lei.
Come uscire da questa situazione? L’unica strada è la diffusione della conoscenza, spiegare le leggi, il loro scopo, che in questo caso è la difesa della sicurezza del consumatore e questo lavoro spetta ad ognuno di noi per la sua parte, non basta lamentarsi e poi non fare nulla, anche un piccolo contributo in un blog è meglio di niente.
Il silenzio codardo o ignorante fa il gioco di coloro che pensano a noi esclusivamente come una fonte di reddito per i loro affari.
Le cose cambieranno, se cambieranno, solo con il nostro impegno e non certamente se staremo a guardare ed a brontolare.
La ringrazio e La saluto cordialmente
ing. Carraro
Salve ingegnere,
come CONSUMATORE, tra quelli che “non vorrebbero restare a dormire” e che si siano quantomeno accorti dei “sassolini che Lei prova a buttare nello stagno”… Vorrei chiederle alcune informazioni che mi auguro essere anche di interesse comune.
Atteso che la marcatura CE presuppone l’esistenza almeno di una dichiarazione di conformità, quest’ultima per i prodotti marchiati CE:
– DEVE essere SEMPRE allegata al prodotto (come il manuale di installazione, uso e manutenzione), oppure, come per il fascicolo tecnico, resterebbe solo a disposizione delle Autorità ed in casi di controlli…?
– differirebbe da un prodotto all’altro l’eventuale obbligatorietà della consegna al consumatore?
– qualora la consegna fosse obbligatoria non fosse stata allegata al prodotto “per distrazione” il produttore è SEMPRE OBBLIGATO a fornirla al consumatore a fronte di una semplice richiesta?
– può essere di contenuto parziale rispetto a quanto descritto nelle direttive (ad es. la 2006/95/CE), ossia senza le due ultime cifre dell’anno di prima apposizione del marchio CE e senza una firma?
– a volte si e altre no, la si trova contenuta nel manuale e in due semplici righe… ma, non DEVE essere un foglio a se stante e dettagliato di tutto ciò che è previsto?
Ho provato a ricercare risposte ovunque, ricadendo inevitabilmente anche nel Suo Blog, ma i dubbi di cui sopra non riesco a rimuoverli. Mi rendo conto che l’argomento sia complesso… per cui indico che mi sto riferendo in particolar modo ad elettrodomestici come ad es. forni a microonde, lavatrici, lavastoviglie etc. Di recentissimo acquisto, ma per cause che ancora non capisco…, non sono in condizioni di sapere l’anno di prima produzione e a quali direttive sarebbero conformi. Da qui nascerebbe un altro quesito interessante e misterioso:
per quanto tempo potrà essere venduto un prodotto, dopo che è stata variata e aggiornata la normativa a cui faceva riferimento nella relativa dichiarazione all’epoca della prima produzione… ?
Il marchio CE dovrebbe essere un sistema per tutelare i consumatori ma, mi consenta di scrivere l’idea che mi viene in mente dopo ore ed ore di letture….forse questo è l’ultimo tra gli obiettivi!!
Grazie per eventuali risposte.
Salve, Lei pone l’attenzione su un punto delle direttive sulla marcatura CE, tutt’altro che omogeneo e derivante dal fatto che esse sono state scritte in tempi diversi e da soggetti diversi. Figuriamoci se quelli che non hanno scritto esplicitamente l’obbligo di consegna, possono copiare da quelli che lo hanno previsto, dimostrando che in passato hanno avuto una svista, non sia mai.
Mettendo assieme il fatto che questo obbligo è esplicitamente previsto ad esempio nella direttiva macchine, il contenuto della dichiarazione (data di produzione ed altre informazioni specifiche proprio del singolo prodotto o lotto), quanto contenuto in regolamenti di tipo generale, si evince che la dichiarazione sia un documento che interessa direttamente il consumatore.
Inoltre se si deve redigere, perché non consegnarla, assumendo formalmente l’impegno nei confronti dell’altro contraente del contratto di vendita, implicito o esplicito che sia?
In realtà la triste conclusione, che sta alla base del nostro lavoro, è che l’obiettivo di tutte queste direttive e regolamenti, cioè la sicurezza dei consumatori, è quasi sempre ignorato e coloro che si preoccupano della marcatura CE, pensano innanzitutto all’obbligo di rispettare la legge, con tutti i conseguenti tentativi di aggirarla, tipico soprattutto, ma non solo, di noi italiani.
Ci sono poi gli ignoranti, che sbagliano perché non sanno, i raggirati, che si fidano delle favole raccontate da molti addetti ai lavori, di tutte le categorie coinvolte ed infine ci sono i disonesti, questi si prerogativa made in Italy, che proprio se ne fregano volontariamente, apparendo poi sorpresi, quelle rare volte che vengono beccati, da autorità di controllo che svolgono il loro lavoro sulla base di informazioni parziali, quando non del tutto errate.
Da tutto ciò può comprendere che concordo con quanto da Lei scritto ed in tribunale sostengo che la dichiarazione di conformità o di prestazione (prodotti da costruzione) è un documento per il consumatore e che a questo deve essere consegnato.
La dichiarazione vale per 10 anni e per tale ragione il cliente ha diritto di conoscerne la data.
Le direttive si sovrappongono per 2 anni, ed in questo periodo il produttore può indicare la precedente o la nuova, quando scade la vecchia, come per la bassa tensione, nel marzo di quest’anno, rimane solo la nuova e le dichiarazioni devono riportare solo quella vigente, questa è un’altra ragione che indica l’obbligo di consegna al consumatore.
Spero di essere stato chiaro, La ringrazio e La saluto cordialmente.
Ing.
Carraro
Buongiorno.
Ho un dubbio da chiarire. Se all’interno di una stamperia tessuti, per esigenze produttive, si è reso necessario realizzare una linea produttiva tramite l’affiancamento e il collegamento di più macchine marcate CE, devo provvedere ad una marcatura CE complessiva dell’intera linea?
In caso affermativo posso farla internamente o mi devo affidare a soggetti abilitati?
Salve, primo punto fondamentale: NON ESISTONO soggetti abilitati a fare la marcatura CE, questa è una bugia sulla quale campano in molti ed in base alla quale molti vengono imbrogliati.
Secondo punto fondamentale: la marcatura CE la PUÒ e la DEVE fare il produttore o colui che esegue modifiche su una macchina.
Passo ora a rispondere alla Sua domanda con una battuta provocatoria, di cui Le chiedo scusa in anticipo: secondo Lei eseguire una torta equivale a mescolare insieme gli ingredienti corretti senza alcun criterio? Ovviamente no, due o più macchine possono essere assemblate in modo corretto o in modo errato. Dato che la marcatura CE riguarda “il cosa” ed “il come“, non basta che il cosa (le varie macchine) siano conformi e marcate CE, ma occorre che anche il come rispetti la legge. Quindi non ci saranno problemi sul “cosa”, ma il “come”, dovrà necessariamente essere messo sotto controllo e garantito. Altrimenti qualsiasi incapace prende le stesse macchine che avete utilizzato Voi, le mette assieme alla sanfasò ed ottiene una macchina già conforme. Questo vorrebbe dire che la Vostra professionalità nel fare l’insieme è totalmente superflua.
La nuova macchina ottenuta dall’assemblaggio è appunto una nuova macchina, quindi necessita di marcatura CE.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Salve,
la mia società mi ha importato un prodotto e lo vuole immettere nel mercato europeo e mi ha chiesto di fare la marcatura CE del prodotto ed essendo nuovo nel settore non sono molto pratico. Leggendo la direttiva macchine 2006/42/CE e cercando informazioni riguardanti la marcatura CE, ho letto che bisogna farla verificando dalla fase di progettazione e durante la fase di fabbricazione. Posso fare lo stesso la marcatura CE e nel caso la potessi fare su cosa mi devo basare per farla?
Salve, ritengo che non sia così semplice per una persona che si avvicina per la prima volta a questi argomenti, riuscire ad eseguire la marcatura CE di un prodotto, che Lei neppure mi scrive cos’è.
Lei ha due strade, individua e si studia la direttiva pertinente, oppure si affida ad una società di consulenza, come la nostra.
Qualsiasi via intermedia Le crea solo confusione, perchè o capisce da solo o si fa spiegare dall’inizio alla fine tutto l’iter di marcatura CE. Mettere assieme un po’ di cose raccolte qua e là è certamente il sistema peggiore.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
Salve,
dovrei importare un gioco del tipo Redemption (sala giochi), privo di marchio CE, in quanto il fornitore non ne fornisce, altri miei colleghi hanno fatto certificare il prodotto in Italia, adesso vado alla domanda:
Mi fanno stori in Dogana per la marchhiature CE?
Posso fare un autocertificazione, o serve altro?
Io importo Giocattoli, e le certificazioni le facciamo fare dal produttore da enti riconosciuti nella comunità Europea, adesso è la prima volta che mi capita di importare un videogioco.
Salve, invece di fornire la risposta su ogni singolo punto, che richiederebbe un notevole numero di spiegazioni procedo in modo diverso e Le fornisco due consigli:
1- cancelli dalla Sua mente tutto ciò che riguarda la marcatura CE e che l’ha indotta a fare quelle domande
2- fissi bene i seguenti criteri che la aiuteranno a rispettare la legge:
–La marcatura CE dei prodotti importati la DEVE fare l’importatore, cioè Lei
-Qualsiasi marcatura CE o documento rilasciato da un soggetto extraeuropeo NON ha alcun valore
–I certificati, anche se emessi da Organismo Notificato NON sono la marcatura CE e NON la possono sostituire
–In dogana succede di tutto e di più, quasi sempre illegale, quindi ciò che accade li non fa testo, l’importante è evitare di avere problemi e perchè succeda questo occorre provvedere (Lei) alla marcatura CE, prima che il prodotto arrivi in dogana
-La marcatura CE è SEMPRE un’autocertificazione, nel senso che la deve fare il produttore se sta in Europa, l’importatore se il produttore è fuori Europa (questo è il Suo caso).
Da tutto quanto sopra scritto potrà comprendere che forse fino ad oggi non ha seguito la strada corretta, ma siccome non è mai troppo tardi, ora se vuole può mettersi in regola.
Si scarichi la direttiva giocattoli e se è in grado la applichi correttamente, se dovesse avere bisogno di aiuto, ci sono società come la nostra che forniscono la consulenza.
La saluto cordialmente
ing. Carraro
salve mi chiamo guido e sto cercando di entrare in quello che è l’ambito della costruzione di attrezzi ginnici
quelli che andrò a creare non sono macchinari ” carrucole pulegge tiranti ecc.” ma bensì delle strutture tipo quelle che si trovano nei parchi cioè fisse, non riesco a capire di quale tipo di certificazioni o marcature avrei bisogno, tipo ce o quant’altro. potete aiutarmi a capire di cosa avrei bisogno per commercializzare i miei prodotti.
grazie guido
Salve, gli attrezzi ginnici in generale rientrano nella direttiva 2001/95/CE Sicurezza generale dei prodotti, dato che come tutti i prodotti devono essere “non pericolosi”.
Alcuni come ha giustamente indicato Lei potrebbero entrare in direttiva macchine, anche altri con parti elettriche rientrano nella stessa direttiva, ma quelli fissi tipo panche o altro non hanno una direttiva che imponga il marchio CE.
ATTENZIONE però le cose da fare per chi immette in commercio questi prodotti sono sempre le stesse e un semplice marchietto fa poca differenza nell’intero lavoro necessario a garantire la sicurezza del prodotto.
Cordiali saluti
ing. Carraro
salve io sono Albanese e volevo produrre in Albania..volevo sapere ..se produco la posso usare il marcio CE..?
Salve, no l’Albania non fa parte della UE e quindi non è possibile in quel Paese e per un cittadino albanese, poter applicare il marchio CE.
Può applicare il marchio CE se Lei risiede in Europa, ha una partita IVA europea, e quindi fa la marcatura in Europa.
Cordiali saluti.
perfetto, aspetterò con ansia la sua comunicazione. cordiali saluti.
le devo lasciare una mail ?
Ho quella del commento, userò quella.
Saluti
io abito nelle marche, in provincia di macerata, c’è un posto dove recarsi e se è possibile sapere che costo ha ?
Salve, Le risponderò privatamente
Salve, sto iniziando a produrre delle maschere si protezione e d’estetica per due sport, il softair e il paintball,ma è sorto un problema, per il secondo sport tutte le maschere devono anvere la certificazione CE, come potrei fare per ottenerla e dove mi potrei rivolgere ? Grazie mille per l’attenzione.
Salve, suppongo che le maschere servano a proteggere il volto quindi oltre ad essere attrezzature sportive per le quali non è necessaria la marcatura CE, sono anche dei DPI, per i quali invece è necessaria.
La marcatura CE la deve fare Lei e se questi prodotti sono di categoria superiore alla prima oltre a tutto il resto sono necessari anche i certificati di prova, ma sono due cose completamente diverse.
La nostra società fornisce tutto il supporto necessario per la marcatura CE.
Cordiali saluti.
Buongiorno.
La mia azienda sta acquistando una macchina ad ultrasuoni per la pulizia di particolari metallici. Sostanzialmente si tratta di un serbatoio, con dei filtri e una resistenza, per scaldare l’acqua addizionata di detergente e di una vasca dentro la quale sono montati degli emettitori di ultrasuoni, in cui viene trasferita l’acqua una volta scaldata.
L’azienda produttrice (assemblatrice in pratica) rilascia una dichiarazione di conformità alla direttiva macchine, a quella per bassa tensione e a quella sulla compatibilità elettromagnetica.
Mi chiedo se questa tipologia di macchina rientri tra quelle per cui è richiesta la certificazione da parte di un Organismo Notificato oppure no. Quale è il riferimento normativo dal quale potrei desumere questa informazione?
Grazie.
Salve, mi sembra evidente che Lei ha necessità di una risposta tecnica (consulenza) e quindi non è questo l’ambito ed il metodo per fornire consulenza, ad ogni modo Le fornirò delle indicazioni sulla base delle quali Lei potrà approfondire la questione e poi decidere se fare da solo o ricorrere ad un consulente.
La marcatura CE, intesa come “intera procedura per arrivare ad applicare il marchio CE” e non come “attaccare il marchio CE”, prevede che sia costituito un fascicolo tecnico e che al cliente venga rilasciato un manuale, un prodotto etichettato ed una dichiarazione di conformità, quindi se ‘è tutto questo va bene se c’è solo la dichiarazione non va bene.
Inoltre la scelta delle direttive di riferimento si basa su due fattori:
– tipologia del prodotto (indubbiamente una macchina)
– la destinazione d’uso (non la conosco) ma potrebbe essere “prodotto da costruzioni”, un “medicale” o altro.
Tenuto conto di questi due aspetti il produttore procede con la preparazione del fascicolo
Spero che la risposta abbia chiarito qualche dubbio.
Cordiali saluti
Aggiungo in ultimo,
in caso dovessi semplicemente auto-certificarmi e apporre quindi il marchio CE sui miei prodotti , dove posso procurarmi il marchio ? Intendo il “logo” CE con i suoi caratteri,le sue dimensioni,le sue distanze, me lo fornisce qualcuno e io lo vado ad apporre sul mio prodotto oppure devo riprodurlo io ?
Grazie ancora scusandomi per la banalità delle questioni poste alla sua attenzione
Salve, non esistono domande banali o stupide, caso mai esistono risposte idiote, quindi vedremo di non rientrare in questa categoria.
La marcatura CE è sempre un’autocertificazione se con questo termine si intende una procedura o insieme di procedure, alla fine delle quali si arriva ad applicare il marchio CE.
Il termine autocertificazione non è corretto in termini letterali, caso mai potremmo dire “attività autonome di marcatura” infatti la legge non prevede che la marcatura sia rilasciata o concessa, perchè questa attività deve essere svolta dal produttore o dall’importatore.
Attenzione però con il termine marcatura si intende:
– apporre il marchio, come si faceva nel west con il bestiame
– fare tutto ciò che è necessario, dalla progettazione fino al controllo del prodotto finito, per poter apporre il marchio CE in modo corretto e nel rispetto della legge.
Quindi non serve l’intervento di alcuno, e le società come la nostra forniscono consulenza, se richiesta, per spiegare come si fa tutta la procedura di marcatura.
Nel caso il Suo problema fosse solo il recupero del logo, lo può trovare anche nel nostro blog in varie parti, ma dubito che l’esigenza sia solo questa, perchè se Lei avesse letto anche una sola direttiva, che il Suo prodotto (non citato) deve rispettare, non avrebbe il problema di conoscere come è fatto il marchio CE.
Quindi Le consiglio di studiare bene la direttiva che regola il Suo prodotto, per non trovarsi con gli stessi problemi che in questi giorni stanno affrontando in Italia i commercianti di sigarette elettroniche, sequestrate in grandi quantità pur riportando il marchietto CE.
Nel caso la cosa fosse di particolare difficoltà applicativa, si rivolga a qualche consulente, nel web ce ne sono una quantità e buona fortuna.
Cordiali saluti.
Salve,
siamo una giovane azienda che produce tavoli touchscreen assemblati da noi con varie componenti hardware.
Per poterli vendere immagino occorra la certificazione CE. Non mi è ancora ben chiaro come ottenerla. Ho letto in un precedente commento che “ottenere” è verbo errato. In pratica devo attenermi semplicemente alla normativa e auto-certificarmi? O ho mal inteso ?
Le ribadisco concetti da lei già espressi ma lei capisce bene che quando le cose ti riguardano da vicino si è spesso pignoli e timorosi di sbagliare. Per questa ragione le ribadisco il quesito.
Potrebbe gentilmente spiegarmi la procedura esatta da seguire quando si ha intenzione di proporre sul mercato un prodotto come il mio, di fatto un assemblato ?
Oltre alla certificazione CE ne occorrono altre ?
Grazie anticipatamente
Salve, non mi ero accorto che Lei era la stessa persona del commento successivo, a cui ho già risposto, rispondendo in parte anche al primo commento, aggiungo quindi per chiarezza
– si parla correttamente di marcatura CE e dimentichi il termine certificazione, può crearLe solo problemi, sono due cose diverse ed a Lei interessa solo la marcatura, che è un obbligo.
– la marcatura è un insieme di procedure e documentalmente coincide con il fascicolo tecnico, quindi tutti i documenti da produrre per la marcatura CE costituiscono il fascicolo tecnico
– alcuni di questi documenti (presenti nel fascicolo tecnico) sono procedure, cioè cose da fare correntemente nell’attività del produttore e che forse già fa, ma non documenta
– altre procedure, come l’apposizione del marchio CE, la redazione della dichiarazione di conformità sono da introdurre ex novo all’interno dell’azienda.
Non sono cose extraterrestri ma è come andare in bicicletta se c’è qualcuno che insegna si impara prima, una volta imparato, si può andare con tutte le biciclette.
Per completezza, anche se nel Suo caso non è necessario, Le dico che il certificato o la certificazione, è richiesta in alcuni casi per completare le attività di marcatura CE ed i certificati quando sono richiesti dalla legge li può rilasciare (questi si) solo un Organismo Notificato, che non siamo noi e che è un’entità riconosciuta a livello europeo ed abilitata appunto a rilasciare determinati certificati per alcuni prodotti, ma ribadisco non è il Suo caso.
Spero con le due risposte di averLe fornito un quadro complessivo e chiaro e se ora ha voglia, cerchi le direttive, le studi e le applichi, oppure …….
Cordiali saluti.
Buongiorno,scrivo perché continuo a trovare interpretazioni contrastanti in materia. Vorrei capire se i vari componenti per Linea Vita UNI EN 795, in pratica colonnine, golfari, ecc, devono essere marchiati CE o meno. Chiedo per capire se al momento dell’acquisto devo esigerlo.
Ringrazio anticipatamente.
Salve, non so dove Lei possa trovare interpretazioni contrastanti e messe per iscritto, che qualcuno dica stupidaggini è noto, che qualcuno le scriva è meno probabile.
I prodotti da Lei indicati DEVONO essere marcati CE e la marcatura dovrebbe essere pretesa al momento dell’ordine.
Non voglio però che Lei mi creda e quindi Le consiglio di prendere direttamente conoscenza delle cose, quindi vada a leggere la direttiva sui Dispositivi di protezione individuale, che può scaricare gratuitamente da internet e poi tragga Lei le conclusioni.
Nel caso trovi scritto nella direttiva una cosa diversa da ciò che ho scritto io, La invito a scrivere un altro commento e a darmi dell’asino.
Cordiali saluti
Buon giorno Ing. Carraro,
dobbiamo produrre dei porta tovaglioli per i quali ci hanno detto che è necessario il marchio CE. Mi sa dire come si ottiene? A chi devo rivolgermi per ottenere il marchio CE?
Non so proprio da dove cominciare…
Grazie.
Salve, la marcatura CE si fa e non si ottiene!
Per farla bisogna ovviamente sapere come “know how” ed il nostro lavoro è appunto quello di spiegare come si fa, quindi noi non vendiamo la marcatura CE nè la concediamo (chi racconta queste cose dice semplicemente delle fandonie) noi forniamo un servizio di consulenza per mettere le aziende in condizioni di fare la marcatura CE, come previsto dalla legge.
Non so chi Le abbia detto che per questo prodotto è necessaria la marcatura CE, provi a fare mettere per iscritto con tanto di firma questa affermazione e poi me la invii.
Questo prodotto deve rispettare la direttiva 2001/95/CE, quindi non significa che non si debba fare nulla, ma certo non applicare il marchio CE.
In ogni caso se mi contata per mail, Le fornirò indicazioni specifiche e se lo riterrà conveniente, anche la consulenza.
Cordiali saluti.
Preg.mo Ing. Carraro, nel ringraziarla per il servizio messo a disposizione, approfitto della sua estrema cortesia per sottoporle un quesito:
Vorremo assemblare due articoli Marcati CE dal fabbricante, e commercializzarli ( PC+TV ), richiede una certificazione CE?
Se si, esistono aziende ON-LIne che si occupano di questo servizio, mi puo dare un indicazione?
Grazie molto
Buona giornata
Salve, grazie a Lei ed a tutti coloro che ci leggono e partecipano al blog, senza di Voi faremmo poco o nulla.
Assemblare più prodotti marcati CE, intervenendo sui cablaggi e creando un nuovo prodotto, ha come conseguenza quella di dover marcare il nuovo prodotto.
Noi forniamo consulenza per la realizzazione di questa marcatura e visto che me lo ha chiesto in separata sede, provvederò ad inviarLe il preventivo relativo al nostro intervento.
Cordiali saluti.
buongiorno,
avrei bisogno di alcune informazioni.
vorrei produrre e commercializzare materiali didattici per scuole e musei utilizzabili per laboratori per ragazzi. sono soggetti a marcatura CE? nel caso come devo procedere per averla?
grazie
cordiali saluti
Luciana Trovato
Salve, se questi prodotti funzionano a corrente (batterie ricaricabili e non o con presa elettrica) devono essere marcati CE, non perchè sono sussidi, ma perchè appunto hanno questo tipo di alimentazione.
In caso contrario rientrano nella sola direttiva 2001/95/CE e pur dovendo essere sottoposti ad analoghe procedure non devono presentare il marchio CE.
Quindi per una risposta esatta dovrei conoscere il prodotto più in dettaglio.
Precisazione: la marcatura CE non si acquista e non si vende, la deve fare il produttore/importatore e chi più in generale immette un prodotto in commercio con il proprio nome.
Cordiali saluti.
Preg.mo Ing. Carraro, nel ringraziarla per il servizio messo a disposizione, approfitto della sua estrema cortesia per sottoporle un quesito:
uno strumento di misura (quale ad esempio un tester) giapponese sprovvisto di marcatura CE, che viene spedito dalla casa madre di un’azienda giapponese alla sede italiana, quindi non immesso sul mercato ma utilizzato dai loro dipendenti in Italia, deve essere marcato CE?
Suppongo che per quanto attiene la sicurezza sul lavoro questi strumenti non siano a norma. Quali richieste devo fare alla casa madre, affinchè provvedano ad inviare strumenti che soddisfino la normativa europea?
La ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
Alessandra
Salve, grazie a Lei, come ho scritto tante volte se non ci foste Voi sarei solo una voce nel web, veramente triste non crede?
Il Suo prodotto deve essere marcato CE, in rispetto alla legge 81/08 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ed anche in base alle direttive in quanto “terzi” rispetto all’importatore sono anche i dipendenti.
Ai giapponesi potete non chiedere nulla, perchè dei loro documenti o certificati si occupano e preoccupano solo quegli ignoranti (non tutti per fortuna e detto senza offesa) che si annidano nelle dogane e all’interno delle autorità di controllo del mercato (alcuni non sanno neppure di esserlo).
Suppongo inoltre che gli strumenti in sè soddisfino le direttive europee, mentre Voi in quanto importatori dovete soddisfarle per la Vostra parte, non trasferibile e non delegabile ad alcuno.
Nel caso abbiate necessità in questo senso saremo ovviamente a disposizione.
Cordiali saluti.
Buonasera Ing. Carraro,
avrei un quesito da porle:
un mio cliente dovrebbe importare un impianto per la produzione della pasta usato dal Giappone.
L’impianto è di fabbricazione Svizzera e a suo tempo fu venduto ad un’azienda giapponese sprovvisto di certificazione di conformità CE e relativi test report in quanto non necessari all’importazione in Giappone perchè non previsti dalle norme vigenti in quel Paese.
L’impianto sarà spedito in più trance a 1/2 container e la ditta ha tutto l’interesse a far certificare l’impianto anche perchè dovrà installarlo nel proprio stabilimento. Al fine della certificazione è necessario che l’impianto sia montato e che vengano addirittura effettuate delle modifiche relative al voltaggio pertanto soltanto al termine di queste operazioni potrà essere effettuata la certificazione.
A tal proposito, visto che sono un doganalista, ho presentato un’istanza in dogana richiedendo l’autorizzazione all’importazione ed allegando una dichiarazione di impegno, a firma della ditta importatrice, nella quale quest’ultima si impegnava a fornire a posteriori tutta la documentazione.
La dogana ha espresso il suo diniego indicando come motivazione il fatto che tale autorizzazione è di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico.
Quindi ho contattato il MISE nella persona dell’ing. Correggia il quale mi ha comunicato che tale operazione di importazione non può essere effettuata in mancanza della documentazione di conformità, che la merce in entrata nella Comunità Europea deve essere già corredata di tale certificazione.
Ho cercato qualche appiglio normativo studiandomi la Direttiva Macchine ma non riesco a trovare niente che possa aiutarmi; allo stesso tempo non credo che il mio sia un caso anomalo e mi sembra strano che non ci sia una soluzione al problema, pertanto Le chiedo se potesse suggerirmi qualcosa.
Cordiali saluti.
Danilo Del Prete
Salve, se anomalo significa difforme dalla norma il Suo non é un caso anomalo e non lo é neppure il comportamento dei “personaggi” nei quali vi siete imbattuti.
Certamente nessuno vi ha risposto per iscritto, né lo farà dato che quanto affermato dalla dogana e dal personaggio del Ministero é totalmente privo di fondamento.
Innanzitutto anche se la macchina fosse già tutta intera potrebbe anzi dovrebbe essere importata senza marcatura CE, nel caso di specie, essendo a pezzi a maggior ragione non puó essere marcata preventivamente.
Lei ed i Suoi interlocutori confondete marcatura e certificazione ed é chiaro con con questi presupposti sarà ben difficile trovare una soluzione.
Il sottoscritto trova peró alquanto strano ( non mi riferisco a Lei ) che mi vengano chiesti pareri su queste problematiche, quando la ditta che deve fare tutta la messa a punto dell’impianto (non so se sia la Sua) ha già dichiarato che ne farà la marcatura CE.
Ritengo che sarebbe piú logico e piú corretto nei confronti di questa ditta e nei confronti del sottoscritto, che chi si é impegnato a fornire la marcatura, chiarisca anche queste questioni, che per un addetto ai lavori sono tutt’altro che rare.
Cordiali saluti.
Grazie per la Sua risposta e per il prezioso servizio offerto. Ho girato le informazioni ai miei colleghi.
Cordiali satuti
Francesco
Grazie e Lei ed a tutti quelli che partecipano, La avverto che tra pochi giorni il blog avrà una veste diversa quindi torni pure a trovarci, saranno gradite anche le Sue critiche sulle modifiche.
Saluti.
Salve.
Volevo chiedere delle informazioni all’ing. Carraro.
Nella Ns azienda si dovrebbero costruire dei contenitori tipo container-cestelli in acciaio della portata nominale di 6000kg. Deve essere sollevabile con fork-lift e con carroponte o altro mezzo mediante 4 ganci (eurocodice 8). Le mie domande sono le seguenti:
– cosa si intende per dispositivi di sollevamento eurocodice 8 (eurocodice 8 non riguarda la progettazione in campo sismico)?
– cosa si deve fare per la marcatura CE (oltre a certificare il ciclo produttivo, quali altre prove vanno fatte sul manufatto)?
– la marcatura CE, non per l’aspetto di validità della costruzione ma dal punto di vista “burocratico” va rilasciata sempre da un ente esterno?
Saluti e grazie in anticipo.
Salve, ai commenti risponde solo l’ing. Carraro, cioè io, nella nostra società le segretarie fanno il lavoro d’ufficio, mentre con i clienti non c’è alcun filtro, così come non c’è con i partecipanti al blog.
Per venire alla Sua questione, per evitare incomprensioni e interpretazioni che possano dare adito a comportamenti errati Le dico che:
– il prodotto in questione DEVE essere marcato CE
– la marcatura CE non è una pratica burocratica a nessun livello, ma come tutti i documenti relativi alla qualità ed alla sicurezza, DEVE appunto essere documentata, se c’è una cosa positiva della burocrazia è che lascia sempre traccia
– la marcatura CE non è MAI rilasciata da un ente esterno, ed un eventuale Organismo Notificato rilascia un certificato CE che dimostra il superamento delle prove, ma il certificato NON è la marcatura ed al massimo ne può fare parte. In alcuni casi il certificato è necessario (obbligatorio) in altri no, mentre la marcatura CE è SEMPRE obbligatoria.
Indicazioni più particolari rientrano nel campo della consulenza e necessitano di un approfondimento che non possiamo e non vogliamo inserire in un blog, che è utile per confrontare opinioni e non per distribuire consulenza, che come ho già avuto modo di spiegare, prevede o dovrebbe prevedere SEMPRE una assunzione di responsabilità da parte di chi la fornisce.
Nel caso Lei fosse interessato potrà interpellarci in uno dei vari modi indicati nella home page.
Cordiali saluti.,
La ringrazio per la tempestiva risposta, per venire a conoscenza delle precise regole che servono per immettere in commercio il mio prodotto cosa devo fare?
Saluti
Francesca.
Salve,
vorrei cortesemente sapere se occorre il marchio CE per articoli da bigiotteia composti da silicone e resina.
Salve, il prodotto se non è identificabile come gioco, non necessita di marchio CE, questo però non significa che non debba sottostare a precise regole per essere immesso in commercio.
Saluti.
Buonasera Ing.Carraro ,
le scrivo per chiederle un’informazione riguardante i lavabi e lavandini in acciaio inox che produco, la vasca prestampata la acquisto da un nostro fornitore il quale non ci rilascia il marchio CE noi produciamo la struttura e assembliamo. in base a cosa si può detreminare se i lavelli possono avere marchiatura CE?
grazie
David
Salve, i lavabi ed i lavandini non POSSONO, ma DEVONO essere marcati CE, e la ragione sta nel fatto che ricadono nella direttiva 89/106/CE prodotti da costruzione. Essi sono anche soggetti ad una Norma specifica che fornisce interessanti indicazioni sulle caratteristiche che devono avere.
Il Vostro fornitore se li costruisce solo per Voi, può rilasciare solo la dichiarazione senza marchio CE, se invece li costruisce per molti e per il mercato in generale è obbligato a marcarli CE.
Cordiali saluti.
Salve, non posso sapere se i certificati sono corretti e le prove sono state fatte bene, in ogni caso sono documenti che possono essere utili per la marcatura CE che comunque dovete fare Voi come importatori.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buonasera,
siamo un’azienda che sta cercando informazioni per intraprendere un’importazione dalla Cina di materiale elettrico a led ( lampadine, strip, trasformatori, etc).
I produttori cinesi che abbiamo contattato in Cina ci hanno fornito la documentazione CE, ROHS e i test report provenienti da un ente chiamato BCT in un primo caso e CTE in un secondo caso entrambi con sede in Cina.
La mia domanda è questa: Lei ritiene che questa documentazione possa essere attendibile per quanto richiesto dagli enti preposti al controllo?
Cordiali saluti
Salve, tutti gli apparecchi elettrici sono soggetti a marcatura CE, quelli di illuminazione hanno anche precise normative che li disciplinano.
Le procedure sono ampiamente illustrate nei vari articoli del sito, quindi se lo desidera può trovare tute le informazioni che Le servono, se invece Le serve consulenza specifica, può chiederla tramite “Altri servizi per le Aziende” oppure chiedendo un preventivo.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Gent.le Ing. Carraro, mi chiedevo se la marcatura CE per sistemi di illuminazione a led è quindi comunque necessaria?
Nel caso lo fosse, qual è la procedura corretta per effettuare la marcatura?
Grazie e cordiali saluti
Marco
Per correttezza tecnica, gli apparecchi illuminanti a fiamma ( candele, petrolio o altro ) non rientrano negli apparecchi di illuminazione elettrica.
Tutti quelli funzionanti con energia elettrica devono essere marcati CE.
Cordiali saluti
Gli apparecchi illuminanti di tutti i tipi rientrano nella obbligatorietà del marchio CE o no??
Ringrazio per l’attenzione
Saluti
Andrea Comparini
La risposta è affermativa, però mi sorge un dubbio, siete certi di aver eseguito un’analisi dei rischi corretta?
Perchè è abbastanza evidente che la caratteristica di idoneità al contatto con gli alimenti deve essere presa in considerazione in quell’ambito, quindi la mia impressione è che riteniate la dichiarazione di conformità esaustiva rispetto agli obblighi di marcatura e così non è, inoltre facendo la dichiarazione di conformità a cosa dichiarate conforme il macchinario? Non alla normativa sui contatti con gli alimenti?
Cordiali saluti.
Buona giornata Ing.Carraro,
Una azienda che produce macchinari per l’erogazione di additivi alimentari, oltre alla dichiarazione di conformità CE deve rilasciare
anche documentazione riguardo “l’idoneità al contatto alimentare?”
Grazie anticipatamente per la risposta
Cordiali saluti
Davide
Salve, una sola risposta ai due ultimi commenti.
Innanzitutto, può capitare nei commenti di saltare le regole della normale conversazione, e non ne facciamo mai un caso.
Molto diverso quando qualcuno ci scrive sulla mail personale, in quel caso si meritano un posto nella cartella intitolata “maleducati, idioti e furbi” che abbiamo riservato appunto a queste tre categorie, non è questo il Suo caso.
Passiamo all’aspetto tecnico, le due macchine devono essere marcate CE, soprattutto se vengono utilizzate da dipendenti o in presenza di terzi all’interno del cantiere.
Per ottenere consulenza, Lei può entrare nello spazio del sito intitolato “Altri servizi per le Aziende” nella sezione “consulenza on line” potrà fare le domande specifiche, in alternativa può chiedere un preventivo per la marcatura CE.
Cordiali saluti.
p.s. approfitto del Suo secondo commento per dire che noi gestiamo questo blog, fornendo informazioni generali gratuite e rispondiamo ai commenti molto volentieri, è però evidente che ci fa molto più piacere interagire con persone, che come Lei utilizzano la normale educazione, piuttosto che con coloro che pensano di accedere ad un servizio a loro dovuto. NON E’ COSI’, non siamo sovvenzionati da alcuno, abbiamo il solo dovere della correttezza e del rispetto che pretendiamo anche dagli altri, un pò di normale educazione non guasta mai.
scusate ma ho dimenticato di ringraziarvi anticipatamente
ho due attrezzi da cantiere edili ( un mini escavatore e una gru automontante ) di queste due macchine non ho nessun tipo di documento e tra l”altro non hanno la marcatura c e cosa posso fare per mettere a norme queste due macchine ed avere la marcatura ce?
La ringrazio, perchè mi permette di precisare che quando le nostre “encomiabili” associazioni di categoria parlano delle norme ed ovviamente spingono per il rinvio, si “dimenticano di dire ai loro associati ( che pagano per avere questa “qualità” di servizi ) che la direttiva che impone la marcatura CE, è in vigore in Europa dal 1989 ed in Italia dal 1993.
Mi sembra che sia passato abbastanza tempo, perchè le aziende si adeguino alla direttiva.
E’ chiaro che se le loro “encomiabili” associazioni di categoria, che “tanto fanno” in difesa dei loro associati e soprattutto dei consumatori, si preoccupano più di far slittare i termini di entrata in vigore delle norme e di spiegare che le norme non sono ancora obbligatorie, piuttosto di far loro rispettare le direttive, i suddetti associati con “molto dispiacere” non fanno la marcatura CE dei prodotti.
Alla fine la responsabilità è comunque dei produttori e quindi nessuna associazione pagherà, né le multe degli associati, né i danni derivanti dal mancato rispetto delle direttive comunitarie.
Chi paga sempre e comunque a causa di prodotti non conformi, è sempre e comunque il consumatore, con buona pace delle “utilissime” associazioni di corporazione, pardon di categoria.
Grazie mille per la risposta che fuga ogni dubbio! La mia domanda è nata perchè navigando in internet ho visto che l’obbligo di marcatura CE per i pavimenti in legno è stata spesso rinviato, pertanto mi chiedevo se fosse in essere qualche altra ulteriore proroga.
Dalla chiarezza della sua risposta, vedo di NO.
Grazie ancora.
Salve, l’elenco è presto fatto: TUTTI.
La Direttiva dice: tutti i materiali stabilmente inglobati in una costruzione.
Secondo Lei i pavimenti in legno sono stabilmente inglobati nella costruzione? A me sembra proprio di si.
Molti fanno confusione con le norme di prodotto, che non esistono per tutti i prodotti, nel caso dei pavimenti in legno ci sono però anche le norme, comunque è la Direttiva quella che ha valore di legge, quindi nei casi da Lei menzionati non c’è alcun dubbio, DEVONO ESSERE MARCATI CE.
Cordiali saluti.
Gentile Ing.Carraro
esisite un elenco dei materiali da costruzione che hanno l’obbligo della marcature CE? nella fattispecie i pavimenti in legno, i parquet, hanno l’obbligo della marcatura CE?
Grazie anticipatamente per la risposta.
Cordiali saluti.
Ovviamente siamo contenti per Lei, anche se non comprendiamo in base a quali “logiche” ha agito la dogana. Per questa volta meglio così.
Saluti
Salve, mi hanno chiesto questo: In riferimento alla spedizione in oggetto, dichiaro che i giocattoli contenuti :
Sono provvisti di marchio CE e quindi liberamente importabili
Sono sprovvisti di marchio CE in quanto non destinati ad esser immessi sul mercato…
Ho scritto che non sono giocattoli ma materiale per prestigiatori. Alle 17 hanno sdoganato.
Solitamente mi richiedono (e provvedo) la dichiarazione di conformità quando ricevo il mezzo container. Per spedizioni da 300 dollari…mai chiesto niente. Vediamo che arriva.
Cordiali saluti
Salve, forse Le hanno chiesto la Dichiarazione di Conformità, che ci dovrebbe sempre essere, anche per la Direttiva 2001/95/CE.
Mi spiace per Lei, anche perchè la dogana dovrebbe rilasciare il prodotto, senza bloccarlo e scrivendo sui documenti “prodotto non conforme, non può essere immesso in libera pratica” vedi regolamento 765/2008 della Comunità Europea, purtroppo sconosciuto alla maggior parte delle dogane e delle autorità di controllo, quando si dice italiani …….
Cordiali saluti.
Buongiorno ingegnere, la ringrazio per la pronta risposta.
Evidentemente me la sono cercata, poichè oggi DHL dogana di Bergamo mi ha fermato un pacco chiedendomi la dichiarazione di certificazione dato che l’esportatore erroneamente ha scritto (diversamente dalle solite volte) la dicitura Plastic Toys. Vediamo come si sviluppa la situazione. Grazie ancora, Marco
Salve, questi prodotti , a meno che non ricadano anche in altre categorie, sono soggetti solo alla Direttiva 2001/95/CE, che non richiede la presenza del marchio CE ( introducendo non poca confusione ), ma di fatto impone le stesse procedure (manca solo il marchietto).
Questo vale anche per la grande distribuzione, dove però come per la dogana, vale un’altra legge, QUELLA DEL PIU’ FORTE e quindi ci sono zelanti dirigenti, come i zelanti doganieri, che le leggi se le inventano, con l’obiettivo di pararsi il c… oppure con altri scopi, che non sta a me indagare, ma forse se lo facesse la magistratura, sarebbe meglio ed ora.
Cordiali saluti.
Buonasera Ing.Carraro,
importo abitualmente, per la mia attività di rivendita, giochi di prestigio ed attrezzi per prestigiatori da USA, Cina e India. Tempo fa mi era stato detto che per questa categoria di prodotto non è necessario il marchio CE, probabilmente perchè il cliente finale è un professionista o comunque maggiore di 14 anni. Vorrei però sentire un suo parere in merito. Non sono nella grande distribuzione dove, credo, sia obbligatoria la marchiatura CE.
Grazie,
Marco
Salve, non ho fatto ricerche approfondite, però li equiparerei agli occhiali, in quanto hanno lenti da vista che modificano l’immagine ed hanno contatto indiretto con gli organi della vista, quindi li considererei come appunto come gli occhiali, che come sa vanno marcati CE.
Per quanto riguarda le canne da pesca non necessitano di marcatura CE, ma attenzione devono rispettare la direttiva 2001/95/CE sulla sicurezza dei prodotti.
Saluti
Ing Carraro volevo fare avere una ulteriore delucidazione: in merito ai binocoli, non elettrici, anche questi devono avere la marcatura.
La merce sarebbe importata da paesi extra UE per poi essere venduti in Italia.
Grazie ancora
Ing. Carraro buonasera,
volevo chiederle un suo parere in merito alla necessità di marcatura CE di attrezzatura da pesca; precisamente di una canna meccanica, destinata ad una clientela adulta, senza alcun ausilio elettrico.
Distinti saluti,
marco
Salve, inizio dalla parte finale del Suo intervento, cioè il costo che conosco molto bene dato che è il prezzo che noi chiediamo per i lavori di marcatura.
Ovviamente se ne ce ne farà richiesta Le forniremo il preventivo per il Suo prodotto.
Si tratta di DPI, quindi soggetti a prove di laboratorio per dimostrarne la sicurezza.
Come e quando fare la marcatura, dipende dall’atteggiamento della dogana, che è molto vario e sarebbe opportuno prevenire problemi facendo tutto prima.
Nel caso Lei abbia necessità, ci richieda un preventivo.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Salve ing Carraro,
trovo molto interessante questo sito,complimenti a lei e alle sue esaurienti risposte.
Una domanda le ho da fare,ma magari stupida perchè già è scritto da qualche altra parte del sito,ma che non riesco a trovare.
Comunque è la seguente : come e dove si applica il marchio CE?
sto per importare dalla cina degli occhiali da sole per poi venderli in italia creando un brand personale.
Inoltre,che lei sappia,il costo per il marchio per questo tipo di articoli è elevato?
grazie anticipatamente.
Luisa
Salve, Le confesso che non ho compreso il significato del testo tra parentesi, cioè non ho capito se chiedete ai produttori cinesi la marcatura CE per i giocattoli.
Il prodotto non deve essere marcato CE, ma ne deve essere escluso l’uso ai minori di 14 anni, in quanto fino a quell’età sono ritenuti destinatari di strumenti ludici.
Cordiali saluti
ing, Carraro
Buon giorno Ing. Carraro,
stiamo per importare dalla Cina degli articoli sportivi.
Tra questi ci sono delle racchette da volano (badminton). Non si tratta di giocattoli (articoli per i quali richiediamo certificazione e marcatura CE).
Mi sa dire se rientrimo tra le categorie di prodotti per i quali è necessaria la marcatura CE?
Grazie e cordiali saluti
Salve, si tratta di un prodotto particolare, che richiede una valutazione altrettanto particolare.
Nell’ambito di questo blog, trattiamo questioni di interesse generale, quindi possiamo proseguire il nostro scambio in sede privata.
Ci può contattare ai recapiti presenti sul sito.
Cordiali saluti
Ing. Carraro buon pomeriggio !
avrei piacere di sapere se il ns. prodotto rientra tra le categorie di prodotti per cui il CE è obbligatorio .
Il ns. prodotto è meglio descritto nel ns. sito, ma ovviamente mi rendo sin da ora disponibile ad implementare eventuali
dati aggiuntivi laddove necessario .
grato
dott. paolo salemi
Salve, avevo già inviato ieri la risposta al commento, ma dal telefonino evidentemente si è persa ( a proposito di telecomunicazioni ).
Mi pare che ci sia un pò di confusione, perchè mi parla di informatica per le scuole, quindi suppongo computer, poi di cablaggio, che suppongo ancora relativo al computer e per tutto ciò cita la direttiva 1999/5/CE.
L’on. Di Pietro direbbe: Ma che c’azzecca?.
Che i computer ed i cablaggi debbano avere il marchio CE e che l’installazione debba essere seguita da dichiarazione di conformità, non ci sono dubbi, che si debba applicare la direttiva 1999/5/CE mi sembra almeno strano.
Non so chi glie l’abbia detto o se l’ha trovata per conto Suo, ma sono altre le direttive in gioco sicuramente prima di questa, per esempio la bassa tensione e la compatibilità elettromagnetica.
Non sapendo se i computer sono solo commerciati o li assemblate Voi, non sono in grado di dire le Vostre incombenze, l’unica cosa di cui sono certo è che dovete fornire prodotti marcati CE.
Cordiali saluti.
Buongiorno Ing. Carraro,
avrei bisono di alcuni chiarimenti, in merito alla direttiva 1999/5/CE, sono più confusa che persuasa.
Opero nel settore dell’informatica, ultimamente una scuola con cui dovremmo stipulare un contratto per servizi informatici tra cui anche il cablaggio, ci ha rcihiesto la certificazione CE.
Vorrei dunque sapere se la mia azienda rientra in questo tip di direttiva e cosa dovrei fare per adempiere a cio!
Distinti Saluti.
Salve i test report possono essere utilizzati nuovamente-
Saluti
La ringrazio per la sollecitudine di risposta e le le chiedo un ulterire precisazione: Per quanto riguarda i vari test report effettuati sul prodotto da un laboratorio, su commissione del vecchio produttore; ad es. prove di compatibilità elettromagnetica, prove per verificare il rispetto della direttiva di bassa tensione; possiamo ritenere tale documentazione valida continuando a realizzare il prodotto come il vecchio costruttore?
cordiali saluti.
La documentazione a cui Lei fa cenno è di tipo “personale” ovvero in capo ad una persona fisica o giuridica, infatti la dichiarazione di conformità è sottoscritta dal legale rappresentante delle ditta.
Quindi la risposta alla sua domanda è negativa, quei documenti vanno rifatti e sottoscritti da Lei, che ovviamente dovrebbe essere certo della correttezza del contenuto.
Cordiali saluti.
Buongiorno Ing. Carraro,
Le porgo un quesito: Rilevando da un azienda tutta l’attrezzatura (principalmente stampi), necessaria a costruire un motore destinato all’automazione di serrande; la documentazione relativa alla dichiarazione di conformità del prodotto, già redatta dall’azienda venditrice e fornita insieme all’attrezzatura suddetta rimane valida?
Ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti.
Salve, forse in qualche articolo presente sul blog è contenuto questo concetto, ma convengo con Lei che non sempre è chiaro nel testo delle norme e direttive, queste infatti indicano le linee di comportamento, ma non tutte le varianti o le negazioni.
Ad esempio le direttive non dicono sempre chiaramente che il soggetto obbligato deve risiedere nella Comunità Europea, ma si è mai sentito che si faccia in Europa una legge che è obbligatoria per un cinese? E se il cinese può scegliere di rispettare la legge europea, significa che può anche scegliere il contrario, quindi che legge è? E quali strumenti ha una legge europea per imporre il suo rispetto in Cina?
Anche queste cose non sono specificate nelle direttive, ma sono soggette a comune conoscenza e razionalità, così come è scontato per le norme, che chi costruisce un prodotto, ne definisca chiaramente l’uso ed il campo di applicazione.
Alla base ci sta la Direttiva 2001/95/CE, che Le consiglio di leggere attentamente, perchè contiene i principi base di tutte le direttive.
Cordiali saluti.
Egr. Ing. Carraro,
la ringrazio per la risposta semplice e puntuale. Ora mi è chiara la ratio dietro la norma. La scelta del tipo di conformità è quindi correlata, in caso di incertezza, alle modalità di utilizzo che il produttore dichiara essere ammissibili per il dispositivo commercializzato. E’ un tipo di informazione che non si desume in maniera chiara (almeno per un non addetto ai lavori) dalla lettura delle normative pubblicate. La ringrazio ancora, cordiali saluti. Stefano De Porcellinis.
La soluzione è semplice e risolve anche i problemi di “scrupolo”, dichiari che “non si autorizza l’utilizzo con energia proveniente da alimentatori a bassa tensione”, così esclude questo campo di utilizzo e questa direttiva,
Dovrà valutare se economicamente è più conveniente considerare anche la bassa tensione, nell’analisi dei rischi o perdere la fetta di mercato che utilizzerebbe il prodotto tramite un alimentatore.
Il produttore deve indicare qual’è l’uso possibile per il suo prodotto e se ha rispettato solo la compatibilità elettromagnetica, indicherà “solo con batterie”, se ha rispettato anche la bassa tensione, indicherà “con tutti i tipi di alimentazioni compatibili”.
Come vede a volerle trovare le soluzioni si trovano, se invece si cercano spiegazioni razionali per evitare le leggi, tanto vale non rispettarle proprio, è ancora più economico.
Quello che deve essere chiaro è che ognuno di noi deve essere cosciente delle responsabilità che si prende e farlo in modo coerente.
Salve,
probabilmente ho esposto male il quesito, mi scuso, non mi riferivo alla marcatura separata di due compoenti di uno stesso dispositivo. La domanda era la seguente: Se produco un dispositivo che richiede una tensione di alimentazione (generica) di 9/12V e lo commercializzo così com’è, questo non ricade sotto la direttiva bassa tensione. Il dispositivo sarebbe in grado di purchè collegato a una qualsiasi fonte di alimentazione in grado di erogare le tensioni e correnti indicate sul manuale d’uso (ad es. batterie, trasformatori di rete, pile a combustibile, ecc. ecc. ). Se poi, in un’altra sede e in un altro momento, commercializzo un (generico) alimentatore adatto per quel dispositivo, non dovrei essere costretto, secondo buon senso, a tener conto della dir. bassa tensione anche nella validazionde del dispositivo (eventualmente) alimentato. O no?
Se il produttore profonde più impegno nella progettazione di un dispositivo, al fine di renderelo compatibile con una qualsiasi fornte di alimentazione in bassissima tensione, per quale motivo dovrebbe essere costretto a certificarne il funzionamento nelle peggiori condizioni operative possibili? (che, per assurdo, potrebbero anche essere quelle che ne prevodono l’alimentazione diretta dalle turbine di un impianto nucleare degli anni ’50).
Perdoni l’insistenza, ma per una qualsiasi azienda la minimizzazione dei costi di produzione non è, a parità di qualità e sicurezza del prodotto, furbizia, bensì un obbligo imposto dal mercato e un dovere nei confronti dei dipendenti e della Proprietà.
La ringrazio ancora per il supporto, cordiali saluti.
Salve, La ringrazio per la cortesia, però come abbiamo scritto altre volte nel blog non trattiamo questioni commerciali o pubblicità nostra o di altri.
Quindi nel caso fosse interessato può richiederci un preventivo utilizzando il nostro indirizzo.
Cordiali saluti.
Buongiorno Sig. Carraro, sono Nicola Durizzotto, ideatore e produttore di alcoltest elrttronici. La ringrazio per la risposta. Percaso Lei sa a chi potrei rivolgermi per la procedura di autocertificazione, oppure cosa dovrei cercare online? Sa anche che costo può avere. La certificazione CE verrebbe a costarmi 4000-5000 euro. Grazie
Salve, comprendo la Sua necessità di ridurre i costi, ma se tutti facessero le cose correttamente, i costi “cogenti” cioè obbligati da leggi, sarebbero uguali per tutti e quindi ininfluenti, se invece si cerca di svicolare vincono i “furbi”.
La risposta al quesito è “no”, non so dove Lei abbia letto quello che riporta, ma la direttiva da rispettare è quella del dispositivo finale, non quella del singolo componente.
Il Suo prodotto dovrebbe rispettare solo la Compatibilità se fosse alimentato a batteria, ma siccome Lei sa e comunica all’utente che c’è un alimentatore a 220 V, quindi l’insieme finale deve rispettare la Bassa Tensione, anche il Suo prodotto deve rispettare anche questa direttiva.
E’ sempre la peggiore condizione che deve essere presa in considerazione.
Cordiali saluti.
Salve,
la ringrazio molto per il supporto, veramente celere e puntuale.
Già, c’è sempre il solito problema dell’alimentatore. Io mi occupo di piccole produzioni (al limite del custom) e, ovviamente, sono sempre alla ricerca di soluzioni che permettano di minimizzare i costi connessi allo sviluppo e alla commercializzazione.
In quest’ottica, da quanto ho appreso finora, la commercializzazione congiunta di un dispositivo funzionante a meno di 70Vc.c. e dell’alimentatore (seppur dotato di marcatura CE autonoma), imporrebbe di rieseguire il processo di valutazione della conformità dal principio. Al contrario, commercializzando i due componenti in maniera separata e indipendente, ossia il dispositivo suddetto (con l’indicazione delle tensioni di alimentazione richieste, ossia 9/12V c.c.) e il trasformatore (non modificato nè rimarcato e corredato della dichiarazione del produttore originale), il problema della conformità secondo la bassa tensione potrebbe essere evitato, o no?
La ringrazio, cordiali saluti.
Salve, come da Sua richiesta ho cestinato gli altri due commenti e li cito per lasciare traccia di quanto fatto.
In merito alla Sua domanda, occorre prima di tutto verificare se la fonte è solo rappresentata da batterie al di sotto dei 50 V alternati o 70 V continui, se così fosse si rimarrebbe dentro alla compatibilità elettromagnetica, dichiarando che non si rispettano alcuni parametri, se invece c’è un alimentatore c’è anche la bassa tensione.
Cordiali saluti
Salve,
un’altra domanda a bruciapelo, per quanto riguarda la 2004/108/EC (Compatibilità elettromagnetica). Nel caso in cui il dispositivo sia appositamente creato per generare campi elettromagnetici di notevole intensità (qualche mT a 1 mt e non per telecomunicazioni), come ci si dovrebbe comportare? La buona progettazione, in questo caso, perseguirebbe il fine opposto a quello inteso dalla norma, o no?
Grazie ancora per il supporto, Cordiali saluti.
Salve, Le faccio un esempio provocatorio, ma chiaro: Lei chiederebbe a qualcuno l’autorizzazione a guidare l’auto rispettando i limiti di velocità? Ovviamente no, perchè è un obbligo di legge da rispettare. La stessa cosa vale per la marcatura CE, è un obbligo di legge per i produttori residenti nella comunità europea o per gli importatori. Lei è un importatore e quindi la legge La considera come un produttore ed è obbligato a marcare i prodotti che importa prima di metterli in commercio. Il produttore cinese, che certamente può fare buoni prodotti e rispettosi delle norme e delle direttive, può fornirLe i certificati di prova ( test ), ma non può fare la marcatura.
A Lei quei certificati servono per fare la marcatura e Le consiglio di farla prima dell’arrivo del materiale in dogana, così evita eventuali incomprensioni con i doganieri.
Spero di aver chiarito i Suoi dubbi, se per caso ne avesse ancora, noi siamo a disposizione.
Cordiali saluti.
Gentile dott Carraro,
ero alla ricerca di notizie sulla marcatura Ce di alcuni prodotti, e mi sono imbattuto sul suo sito, che ritengo davvero interessante.
E’ mia intenzione intraprendere l’attività di importazione di alcuni articoli per la videosorveglianza, di costruzione cinese.
Leggendo le sue risposte ai quesiti di altri utenti, ho appreso molte notizie importanti che sconoscevo del tutto.
Mi rimane ancora un dubbio circa la mia futura attività: dovendo seguire tutta la prassi necessaria per potere richiedere l’autorizzazione alla marcatura CE di queste apparecchiature, avrei la necessità di venirne in possesso, per poterle sottoporre alla verifica da parte degli organi competenti. Non essendo ancora provvisti di marcatura CE, come si fa a potere venire in possesso di queste apparecchiature, senza correre il rischio che vengano bloccate alla Dogana ?
Il costruttore è in grado di fornirmi tutta la documentazione tecnica con i test eseguiti sui loro prodotti.
Io dovrei occuparmi sia della traduzione del manuale (molto semplice: appena due pagine), che della richiesta di autorizzazione alla marcatura CE.
Mi può chiarire, cortesemente, questo punto ?
La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
Salve, i cancelli che possono non essere marcati sono quelli pedonali non elettrificati e quelli carrabili non elettrificati di dimensioni inferiori ai 6,25 m2.
Tutti i motorizzati o destinati a motorizzazione devono essere marcati CE.
Cordiali saluti.
Buongiorno, siamo una carpenteria leggera di costruzione cancelli, inferriate ect… vorremmo sapere le dimensioni minime per cancelli
o simili per la marcatura Ce
Ringraziando anticipatamente, porgiamo distinti saluti.
Salve, il prodotto deve essere marcato CE, ma non ci sono obblighi di certificazione, quindi il sistema di autocertificazione va bene. Attenzione però, l’autocertificazione non significa scrivere autonomamente la dichiarazione di conformità, ma fare tutta la procedura di marcatura senza ricorrere ad un Organismo Notificato.
Buona sera Sig. Carraro, io sono un ideatore e produttore di un alcoltest elettronico per locali. Secondo Lei è obbligatorio che io faccia il CE o basta anche un’ autocertificazione di conformità… inizialmente???
Grazie!
Salve, mi spiace dirLe che l’unico prodotto che rispetta le leggi europee sul marchio CE è proprio l’ultimo, cioè quello senza marchio.
Non metto in dubbio la bontà dei prodotti ed il fatto che le certificazioni siano corrette, come dice Lei non China Export, ma c’è differenza tra certificato CE e marchio CE.
Il certificato lo emette un laboratorio e quindi lo può commissionare chiunque, quindi anche un produttore extra CEE ( cinese o altro ).
Il marchio CE lo può apporre il produttore se è residente nella CEE, un mandatario residente nella CEE se il produttore è extra CEE, oppure l’importatore, se il fabbricante è extra CEE e non ha un mandatario.
Quindi ciò che deve fare Lei per tutti i prodotti, sia quelli che riteneva correttamente marcati, sia quello senza marchio, è provvedere alla marcatura prima di immetterli in commercio.
Siccome queste mie tesi sono state ultimamente contestate, guarda caso da qualcuno che per professione fa fare la marcatura ai produttori cinesi, invito Lei e chi abbia qualche dubbio a fare due cose:
1 andare nel sito del Ministero delle Attività produttive e cercare la circolare esplicativa ai consumatori, sulla marcatura CE
2 scaricare da internet e leggere la direttiva 2001/95/CE
Potrete trovare un sacco di spiegazioni di fonte “ufficiale” e non le mie interpretazioni, tra l’altro scoprirete che queste ultime sono corrette.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Tratto prodotti per la Sicurezza (antifurto etc). Tutti i prodotti che ricevo (maggiormente di provenienza orientale) sono marchiati ed hanno la certificazione CE=Comunità Europea e non CE=China Export.
Su un nuovo prodotto i produttori mi hanno comunicato che sono sprovvisti del marchio CE. mi chiedo comunque, se con tutta la certificazione necessaria posso essere io a far apporre il Marchio CE ?
Salve, se non ha dispositivi a batteria, deve rispettare la direttiva 2001/95/CE ed eventuali norme di prodotto, nel caso esistano, ma non deve riportare il marchio CE.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Gentile dott Carraro,
sto aiutando un’azienda americana, che produce in Cina, ad avviare la distribuzione in Italia prima, in Europa poi, di un attrezzo ginnico per i nuotatori, non elettrico.
Questo dispositivo dovrà essere marcato CE?
La ringrazio in attesa di contattarla in privato
Salve, grazie per i complimenti, ma devo riconoscere che non sono proprio meritati dato che Le Sue considerazioni sono più corrette delle mie.
Lei riporta il testo esatto io avevo fatto un riassunto.
In ogni caso, siccome in tutte le direttive si dice che un accessorio applicato ad un dispositivo deve essere valutato con gli stessi criteri del dispositivo, credo che pur rispettando ciò che Lei ha riportato sia opportuno fare un riferimento alla direttiva sulla compatibilità elettromagnetica.
Cordiali saluti
Grazie ancora della Sua risposta Ing. Carraro,
confortato dallo spirito di questo blog (sito) da Lei curato, dove il confronto e le osservazioni di noi utenti sono sempre benvenute, mi permetto di continuare sull’argomento.
In merito alle due tipologie di prodotti prima elencate vorrei chiederle se, rispetto alla direttiva sulla compatibilità elettromagnetica, l’art 1, comma 3, non fosse una clausola di esclusione applicabile.
Secondo lei un auricolare, o una calcolatrice a batterie non rientrano (per almeno uno degli aspetti previsti) tra quei prodotti che:
“ART. 1
co 3. Il presente decreto non si applica alle apparecchiature che per
loro natura e per le loro caratteristiche fisiche:
a) non generano o non contribuiscono a generare emissioni elettromagnetiche che superano un livello compatibile con il regolare funzionamento delle apparecchiature radio e di telecomunicazione e di altre apparecchiature;
b) funzionano senza inaccettabile alterazione in presenza delle perturbazioni elettromagnetiche abitualmente derivanti dall’uso al quale sono destinate.”
Cordiali saluti,
Marco
Salve, comprendo la Sua perplessità ed è evidente che il campo elettromagnetico prodotto da questi apparecchi è minimo, infatti la norma prevede che in questi casi non sia necessario eseguire prove in laboratorio.
La marcatura CE introduce un concetto per noi italiani non proprio scontato, cioè che occorre dichiarare il rispetto ad una norma anche quando non esiste alcun pericolo connesso all’uso del prodotto.
Nell’analisi dei rischi ad esempio, è necessario evidenziare sia i punti che si prendono in esame, perchè comportano un rischio, sia quelli che non vengono considerati in quanto non presenti, ovviamente con un simbolo diverso.
Nella valutazione di sicurezza non è quindi previsto il silenzio assenso, ma ogni cosa deve essere dichiarata esplicitamente.
Nel Suo caso si dichiara il rispetto della Direttiva di Compatibilità elettromagnetica, anche se non comporta alcuna prova da superare in quanto è intuitivo che non emette campi significativi.
Cordiali saluti.
Ing. Carraro la ringrazio della immediata risposta.
Nello specifico trattasi di calcolatrici alimentate a batteria (non comprese) e di auricolari.
Anche queste tipologie secondo lei creano un campo elettromagnetico? O non è talmente lieve da essere trascurabile?
Rinnovandole i saluti, la ringrazio
Salve, qualsiasi prodotto che funzioni con qualsiasi tensione emette onde elettromagnetiche, quindi è soggetto alla direttiva Compatibilità Elettromagnetica, anche quando le emissioni sono infime e non è necessario fare prove di laboratorio.
Comunque la direttiva va rispettata, anche solo per dire che il prodotto non crea alcun problema in merito a disturbi emessi, perché c’è anche la questione dei disturbi subiti.
Cordiali saluti
Buonasera Ing. Carraro,
volevo chiederle quale sia il riferimento normativo che obbliga l’apposizione della marchiatura CE anche ai prodotti elettrici al di sotto dei 50V, o 75V (come previsto dalla direttiva 2006/95) che non rientrino in altre direttive specifiche.
Cordiali Saluti
Mi fa piacere di averLe fornito delle informazioni corrette.
Per quanto riguarda la Sua nuova richiesta, avere il certificato emesso in Inghilterra è una cosa utile , ma non sostituisce la marcatura CE, che deve fare Lei come importatore da un Paese extraCEE, come la Cina.
Quindi se vuole importare questo prodotto deve eseguire tutte le procedure previste per la marcatura.
Ovviamente se Le dovesse servire una consulenza specifica i nostri uffici sono a disposizione.
Cordiali saluti
Gentile Ing. già ci siamo sentiti tempo fa per del materiale edile da cina , e aveva ragione lei ( profili di acciaio) ora vorrei importare dispenser acqua e l’azienda mi sta proponendo un CE certification fatto in Inghilterra , non va bene? che faccio? come faccio a sapere se va bene , per importarli che devo fare se CE non va bene?
Ringraziamenti
Andrea Cepollina
Mi pare che Lei abbia le idee chiare, anche se è evidente che sono diverse dalla nostre, quindi non vedo motivo per farle cambiare idea e modo di operare, spero che non citi noi come coloro che hanno ispirato il Suo comportamento.
Cordiali saluti.
Chiarissimo.
La ditta che mi fornisce le centraline ha però tutti i test report effettuati sui suoi prodotti, per poterli dichiarare conformi a tutti i requisiti richiesti dalla legge.
Sono io che, sotto loro autorizzazione, rietichetto i loro prodotti e modifico la dichiarazione di conformità sostituendo il loro nome con la dicitura generica “Il costruttore”.
Nel caso di un eventuale controllo ho tutti i test report dei prodotti che commercializzo. Ci sarebbe solo una non corrispondenza fra il nome riportato sull’etichetta del prodotto da me venduto e quello riportante sulla documentazione dei test report. Ma il prodotto è lo stesso.
Salve, Le faccio solo una domanda, senza rispondere al Suo quesito, così Lei capirà lo stesso, poi se desidera sapere quello che dovrebbe fare, ci può contattare direttamente.
Ecco la domanda:- se domani si presenta alla Sua ditta B, l’autorità di controllo ( es. G.d.F. ) e Le chiede di esibire il fascicolo tecnico ( che presumo non abbia neppure la ditta A ), Lei cosa mostrerà alla suddetta autorità?
La marcatura CE scorretta o mancante, non è solo illecito civile, ma anche penale, quindi preferisco non parlarne in relazione ad un caso specifico.
Cordiali saluti.
Buonasera.
Ho una piccola azienda (chiamata A) che commercializza centraline elettroniche per tapparelle.
I prodotti che vendo li acquisto da un’azienda (chiamata B) costruttrice che me li fornisce con la sua etichetta e la relativa dichiarazione di conrmità.
Su autorizzazione scritta di questa azienda io posso rietichettare le centraline con una mia etichetta, riportante il mio logo, e fornire insieme al prodotto la dichiarazione di conformità.
Effettuo solo una modifica su questa dichiarazione. L’azienda B me la fornisce con scritto: “L’azienda B dichiara che il prodotto centralina elettronica modello…..è conforme…..”. Io la cambio in “Il COSTRUTTORE dichiara che il prodotto centralina elettronica modello…..è conforme…..”. Sto commetendo un illecito? Grazie
Mi è stato molto utile
Grazie ancora per la sua cortesia e disponibilità
Salve. Lei potrebbe fare arrivare i prodotti con un’etichetta che riporti il nome della Sua ditta, la descrizione del prodotto. l’anno di produzione e la scritta “made in Cina”, inoltre ci deve essere il manuale d’uso scritto in italiano.
Non sono in grado di fornire indicazioni su come superare indenni la dogana, ho appena finito di seguire un caso in cui del materiale è stato sequestrato, prima di essere immesso in commercio cioè alla dogana, e la non conformità consisteva nel fatto che era mancante di etichetta descrittiva con il marchio CE e di manuale.
Per avere un parere tecnico il materiale è stato inviato ad un primario istituto di qualità, che ha confermato la non conformità per tali motivi.
Noi dopo aver preparato la documentazione mancante, abbiamo avuto lo scrupolo di voler controllare la sicurezza del prodotto ed abbiamo riscontrato che la messa a terra non funzionava, quindi era pericolosissimo, ma l’importatore non ha mai ricevuto questa contestazione e potrebbe mettere in commercio i prodotti anche senza ripararli.
Ovviamente noi gli abbiamo indicato il corretto comportamento, ma nel frattempo lui ha già pagato un fermo merce di 7 mesi e costi quasi pari al valore della stessa, vede quindi che sui controlli non si può fare nessuna previsione, in qualche caso sono corretti in altri no.
Grazie mille per la risposta
Quindi se ho capito bene, la prego di correggermi se sbaglio, le direttive mi dicono che le custodie e in generale oggetti di tipologia simile senza parti elettroniche le posso importare senza problemi,il problema è invece sapere come reagiranno i doganieri che non sempre seguono alla lettera le direttive.
Però mi chiedo anzi le chiedo non esiste nessun documento, per esempio la dichiarazione di conformità o altro che possa sbloccare eventuali situazioni problematiche alla dogana?
Non vorrei dovermi rassegnare a sperare nella “buonasorte” di incappare nel doganiere giusto.
Grazie
Matteo
Salve, grazie per i “non complimenti” l’importante è che ciò che è presente nel blog serva a qualcuno, a noi certamente è utile, sia perché abbiamo la necessità di approfondire molti argomenti, sia perché qualche azienda ci chiede la consulenza e noi viviamo di quella.
Per i prodotti che ricadono sotto la direttiva 2001/95/CE non si può e non si deve applicare il marchio CE, la legge lo considera un messaggio ingannevole per il consumatore.
Cosa ne pensa il “doganiere” all’ingresso del prodotto in Europa, non è dato sapere, quindi ciò che scriviamo noi corrisponde alle direttive, ma non a quello che può succedere in dogana.
La dichiarazione di conformità serve sempre.
Cordiali saluti
ing. Carraro
Buongiorno,
Non le faccio i complimenti per il sito dato che ho letto più volte che chiede ai suoi lettori di evitare.
Spero che possa chiarirmi alcune idee e la ringrazio in anticipo.
Ho intenzione di iniziare una piccola attività di importazione da paesi terzi (soprattutto Cina) di accessori per cellulari.
Ora, sono al corrente che per gli accessori a bassa tensione e comunque per tutto quello che ha una parte elettronica è obbligatorio il marchio CE quello che però mi crea confusione è l’iter da seguire per l’importazione di materiale non elettronico quali custodie per esempio, per lo più composte di plastica, silicone ed alluminio.
Per quel che ho capito questi ultimi articoli ricadono nella direttiva 2001/95/CE quello che non mi è chiaro però è :
Per questi articoli il marchio CE non è formalmente obbligatorio ma non metterlo è una classica prassi da furbetti?
oppure è necessaria solo la dichiarazione di conformità?
La ringrazio e le porgo cordiali saluti
Ringraziamo per la richiesta e ricordiamo che le procedure per la marcatura sono indicate in questo blog.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali della richiesta, accettiamo ovviamente la richiesta di risposta privata, non avremmo agito altrimenti.
Cogliamo l’occasione per ricordare due regole fondamentali da rispettare nella partecipazione al blog:
1 parlare della marcatura CE, evitando discussioni o valutazioni nei confronti di altri partecipanti ( di noi potete dire ciò che volete )
2 non entrare in questioni commerciali, per queste potete utilizzare la nostra mail
p.s. i commenti con la pubblicità di aziende e blog concorrenti non sono graditi, grazie
buon pomeriggio
siamo una piccola casa editrice. Vorremmo applicare il marchio CE su una nostra scatola di un puzzle 3 D fatto di Laminil da 3 mm. La scatola ed il puzzle sono prodotti in Italia .
Ci può indirizzare come fare , qual’è la procedura ?
E quanto costa questo Suo servizio di consulenza ?
E come potremmo fare per avere anche l’ok sulle norme EN 71 e segg.?
Risposta privata. Grazie
Giuseppe Villamaina
Lev sas
telefono e fax 081 62 88 64
Salve, La ringrazio per la domanda che mi permette di chiarire un punto che spesso è oggetto di discussione.
Il fatto che Lei non abbia trovato nel nostro sito e neppure in altri, alcun riferimento alla marcatura CE degli alimenti è già una risposta, cioè gli alimenti non devono essere marcati CE.
Quando si fanno delle affermazioni tecniche si dovrebbe sempre portare la documentazione di supporto, chieda quindi al Suo interlocutore in base a quale direttiva gli alimenti devono essere marcati, io non gliela posso dire, perché non c’è, ma se mi sbaglio sono pronto a riconoscerlo e ad imparare qualcosa di nuovo.
Tenga inoltre presente che apporre il marchio CE quando non è richiesto equivale a non metterlo quando è obbligatorio, c’è sempre la sanzione civile e penale.
Purtroppo nel nostro Paese veniamo dettagliatamente informati su un appartamento a Monaco o su omicidio ad Acerra, ma su questioni “banali” come la nostra sicurezza quotidiana, NESSUNO sente la necessità di fornirci qualche informazione chiara, penso che dovremo aspettare la melamina nel latte o qualche giocattolo letale.
Cordiali saluti.
Buonasera Sig. Carraro,
ho cercato molto sia sul vostro sito sia in internet ma non ho trovato riferimento agli alimenti.
Il mio caso è il seguente:
sarei intenzionato ad esportare all’estero, in un paese comunitario, un prodotto alimentare surgelato prodotto in Italia. Il titolare della ditta produttrice mi ha riferito che per fare ciò dovrebbe apporre la marcatura CE. E’ obbligatoria la marcatura CE per poter esportare questo tipo di prodotti? Ed eventualmente io come importatore ho degli obblighi?
La ringrazio per la sua gentile attenzione.
Enrico
Salve, per i prodotti elettrici, con qualsiasi voltaggio è necessario il marchio CE.
Per i modellini, se vengono venduti ai minori di 14 anni serve il marchio CE.
Il marchio applicato dai cinesi, o indiani o altri extra CEE, è sempre un falso e non tanto perché il prodotto non rispetti la norma, ma perchè solo gli europei possono apporre il marchio CE.
Cordiali saluti.
Salve Sig. Carraro
avendo un negozio di modellismo vorrei acquistare direttamente dalla cina sia degli articoli elettronici a bassa tensione che altri articoli privi di elettronica tipo strutture di aeromodelli, elicotteri barche ecc.
premetto che buona parte di questi prodotti hanno sulla confezione esterna un marchio ce…. 1^ domanda: posso utilizzare quel marchio e quindi esser in regola?? presumo di no pertanto le faccio la seconda domanda: cosa dovrei fare per regolarizzare questi articoli modellistici in riferimento al suddetto marchio?? e sopratutto a chi mi doveri rivolgere?? è possibile una autocertificazione??
GRAZIE FILIPPO
faccio a metteremi in regola quindi come importatore apporre io il marchio ce??
Salve, finalmente un caso in cui almeno formalmente i cinesi fanno le cose fatte correttamente, invece di cercare vie alternative o farsi fregare da “consulenti” europei.
L’unico modo che i produttori extra CEE hanno per poter apporre il marchio CE è quello di avere un mandatario ( o filiale ) in Europa.
Questo mandatario agisce in nome e per conto della ditta, mandante ed è responsabile della marcatura, con tutto ciò che ne consegue.
Il fascicolo tecnico ( che non è il manuale ) sarebbe meglio si trovasse in Europa (Italia in questo caso) in modo da poter essere esibito su richiesta delle autorità di controllo.
A parte questo tutta la prassi è corretta.
Buona giornata e grazie per l’attenzione.
Buon giorno Sig. Carraro,
volevo sapere se la filiale cinese di un’azienda italiana può marchiare CE un prodotto (firma il progettista cinese).
Il progetto è italiano (azienda certificata in Italia) viene assemblato in Cina.
Tutta la documentazione tecnica di supporto sarà in Cina?
Grazie per il chiarimento
No, nel momento in cui Lei modifica in qualsiasi modo anche nella confezione il prodotto, deve fare la marcatura CE.
Stiamo però parlando di cose ignote, nel senso che non sapendo di cosa si tratta, protrebbe anche darsi che sia un prodotto non soggetto a marcatura obbligatoria e che il costruttore marca per errore o eccesso di zelo.
Il prodotto di cui sta parlando è un DM, un attrezzo, un ricambio o che altro?
Diventa difficile esprimere pareri sull’ignoto ed anzi direi che ho fatto anche troppe ipotesi, per una valutazione oggettiva si deve partire da dati certi, quindi la conoscenza del prodotto.
Saluti
Salve, forse non mi sono espresso bene
compro delle conf da 100 pz e vorrei confezionarli da 10 pz
posso utilizzare il ce del produttore e personalizzare una mia etichetta
facendo riferimento al produttore?
Quindi non modifico il prodotto lo personalizzo.
Grazie
Salvatore
Salve spero di aver compreso bene il significato di quello che scrive, in caso contrario me ne scuso, Lei modifica il prodotto che acquista e poi riattacca l’etichetta del produttore originale, in questo caso commette un certo numero di illeciti oltre a mettere l’attrezzatura fuori garanzia.
Nel caso invece Lei apponga la marcatura CE con i Suoi dati, deve seguire tutta la procedura per la marcatura e non solo attaccare l’etichetta.
In ogni caso Le consiglio di fermarsi, anche perchè se non sbaglio i prodotti di cui si occupa sono dispositivi medici, quindi soggetti anche a registrazione presso il Ministero della Sanità.
Se non ho sbagliato a comprendere ci sono sia illeciti di tipo civile che penale.
Cordiali saluti
Buona sera sig. Carraro
Volevo sapere se acquisto un prodotto, posso riconfezionarlo o etichettarlo apponendo il CE del produttore?
Grazie
Salvatore
Salve, lasciamo perdere ciò che diceva la precedente direttiva, basti pensare che in base a quella, qualche importante associazione di categoria sosteneva che le pompe non sono macchine, perchè senza motore non girano e ci ha messo 5 mesi dall’entrata in vigore della nuova direttiva per arrendersi all’evidenza.
La nuova direttiva distingue tra “macchine” e “quasi macchine”, ma la differenza non sta nel modo in cui lavorano o sono costruite, ma se lavorano da sole o inserite in un insieme di altre macchine.
La stessa attrezzatura può essere macchina o quasi macchina a seconda se ha sistemi di comando autonomi o interagenti con altri.
Nel caso da Lei citato si tratta di quasi macchina e l’unica differenza tra le due situazioni sta nella dichiarazione che rilascia il costruttore.
Per la macchina si tratta di dichiarazione di conformità ed abilità la macchina all’utilizzo.
Per la quasi macchina si tratta della dichiarazione di incorporazione e non consente l’utilizzo della macchina se prima non si fa la marcatura dell’intero sistema, marcatura che deve essere eseguita a carico del committente o di chi ne è incaricato.
Emettere una dichiarazione di conformità invece che di incorporazione comporta il rischio di assumersi la responsabilità anche per le altre quasi macchine collegate e proprio non lo consiglierei.
Buona giornata sig.Carraro,
avrei un dubbio che spero Lei possa chiarire.
Con la vecchia normativa c’erano differenze tra macchine che potevano lavorare “da sole” cui andava rilasciata la dichiarazione CE e semi-macchine, cui andava rilasciato l’allegato “tipo B”.
Se non ho capito male con la nuova normativa vengono equiparate macchie e semi-macchine, quindi va rilasciata sempre la CE giusto?
Un esempio concreto: la nostra macchina potrebbe funzionare anche da sola, basterebbe che un operatore la carichi manualmente e un altro la scarichi al termine del ciclo do lavoro, ma sappiamo benissimo, visto che abbiamo effettuato montaggio e collaudo, che alimentazione e scarico vengono effettuati da un sistema di nastri trasportatori non di nostra fornitura e competenza. La dichiarazione CE va comunque rilasciata giusto?
Grazie infinite
Davide
Se l’azienda da cui acquistate è extra CEE, siete Voi i responsabili dell’immissione nella CEE e quindi siete considerati alla stregua dei produttori.
Voi siete rintracciabili in Europa ed in Italia, il “cinese” no, è per questa ragione che la marcatura assume un aspetto importante per la salvaguardia del consumatore, infatti individua un responsabile raggiungibile. Per la stessa ragione molti importatori evitano di apparire con la loro ragione sociale sulle etichette e lasciano il nome del produttore, tanto chi lo becca più?
Per utilizzare il marchio CE non serve un titolo in quanto è un obbligo, come avere la patente per guidare.
Si può avere la patente prima di 18 anni ? No.
Si può guidare la macchina senza patente? Si
Occorre distinguere l’assolvimento di un obbligo, dal rispetto della legge, ed infine il rispetto solo formale da quello sostanziale.
Non è il marchio che rende sicuro il prodotto, la sicurezza è una caratteristica oggettiva, il marchio dovrebbe servire ad evidenziare questa oggettività.
Quindi il problema vero è: i colori sono sicuri e possono essere utilizzati dai bambini che ovviamente li metteranno in bocca? Se la risposta è affermativa vale la pena di considerarli come gioco e destinarli anche ai piccoli.
Se come mi sembra di capire, non sapete nulla del contenuto di questi prodotti, come fate a metterli in commercio, con o senza marchio, destinandoli anche ai bambini?
Se fossero tossici vi basterebbe dire che la colpa è del “cinese” di turno? Voi non avreste nessuna responsabilità?
Aggiungo un’ultima considerazione, Lei portebbe a Suo figlio o al Suo fratellino o nipote, quei colori perchè ci giocasse?
I criteri ed i metodi per stabilire se un prodotto è sicuro per i bambini o per gli adutli, esistono e sono a Vostro carico, dato che in genere il “cinese” se ne frega ( legga l’articolo “la sicurezza cinese” ).
Nel dubbio non si applica un marchio a caso, si fanno le ricerche di conformità
Ritengo che la sua risposta si presti ad ulteriori approfondimenti!
Quando Lei dice “… se è il caso di esporsi al rischio di dover pagare un’ammenda…”, intende dire che, se l’azienda dove io lavoro ha acquistato un prodotto che dovesse avere il marchio CE contraffatto o irregolare diventeremmo noi responsabili in quanto la merce è in carico a noi?
Io avrei dato per scontato che dovesse essere il produttore o comunque chi immette sul mercato un determinato prodotto, a doverne rispondere in tutto e per tutto !
Anche perchè, credo, che sia diversa la posizione di chi utilizza un marchio di conformità, pur non avendone alcun titolo, e chi, pur avendone i requisiti o essendo in possesso delle certificazioni richieste ometta o si “dimentichi” di farlol
D’altronde con quale criterio è possibile stabilire o escludere, con certezza, se un prodotto destinato ai bambini, quale potrebbero essere i pastelli colorati o i pennarelli, possano essere considerati anche giocattoli e quindi, nel dubbio, è preferibile indicare un marchio di conformità quando magari non è necessario?
Cordiali Saluti
Ambrogio
Grazie per l’intervento, vediamo di rispondere ad una cosa per volta.
Il marchio CE va applicato solo per le categorie oggetto di direttiva e tra queste non mi risulta esserci la cancelleria per adulti o per bambini, a meno che non sia oggetto di gioco.
Il marchio CE apposto a vanvera corrisponde ad un marchio che manca quando dovrebbe esserci.
Il marchio CE contraffatto, cioè sbagliato, comporta un’ammenda di 2.500 € ed il possibile seuqestro della merce, quindi veda Lei se è il caso di pensare ad un cambio di etichetta, certo possibile, ma che non protegge dai rischi suddetti.
La domanda che mi sorge spontanea è: perchè fare una seconda etichetta con il marchio corretto se si sa all’origine come deve essere fatto a norma di legge? Non è forse possibile che lo si sbagli apposta per poter eventualmente affermare che non è il marchio CE, dato che magari c’è solo il marchio e niente più? Non sono ancora riuscito a spiegarmi perchè anche aziende multinazionali abbiano sui loro prodotti il marchio sbagliato, provi a controllare le pennette usb della Vodafone.
Cordiali saluti
Buongiorno sig. Carraro,
lavoro in un’azienda che si occupa della fornitura di prodotti di cancelleria, tra cui, anche, matite colorate, pennarelli o astucci ad uso scolastico, tutti prodotti destinati principalmente ai bambini e pertanro dovrebbero avere la marcatura CE, giusto?
Le faccio questa domanda perchè nel nostro mondo circolano tanti manufatti cinesi ed ho sentito parlare di problemi legati ad una errata applicazione o addirittura ad un uso improprio del marchio CE.
Alcuni fornitori mi dicono che se anche il marchio CE non è quello corretto, l’importante è che loro siano in possesso delle certificazioni di conformità e che è possibile risolvere il problema rietichettando il prodotto con il marchio CE a norma.
E vero?
Cordiali Saluti
Ambrogio
La Tua risposta e non solo quella è la dimostrazione che il mio lavoro ha una qualche utilità e soprattutto che saper ascoltare i giovani è sempre utile ed opportuno, Ti assucuro che è una grande soddisfazione.
Le maggiori soddisfazioni nel mio lavoro di consulenza le avute proprio dai giovani e soprattutto da quelli che mettendo da parte il rispetto reverenziale nei confronti dell’esperienza, della conoscenza e perchè no dell’età, esprimevano i loro pareri in modo chiaro e convinto.
I giovani, proprio per la loro età, sono fortunatamente disposti a inserirsi nei dibattiti senza timori di sbagliare o di fare domande inopportune, certamente hanno tante cose da imparare, ma il loro entusiasmo è impagabile.
Ti ringrazio e spero di ricevere ancora Tuoi commenti e magari anche qualche osservazione critica, sarà sempre un piacere dialogare e discutere con Te, servirà certamente ad una comune crescita. Come vedi sono passato al Tu, mi è venuto naturale.
Giustissimo! Abbiamo affrontato il problema su 2 livelli differenti.
Lei è andato alla base cioè ha spiegato il perchè le direttive hanno un impostazione differente..adesso ho colto la finezza!! Io invece cercavo la motivazione dell’utilizzo volontario o meno delle norme giustificandolo sulla differenza tra idoneità all’uso di un prodotto da costruzione e conformità ai requisiti di sicurezza per una macchina.
La ringrazio per la sua disponibilità e per l’esperienza messa a disposizione dei più giovani!
Apprezzo le sue conoscenze e rispetto il Suo punto di vista, ma le spiegazioni da Lei riportate oltre a non essere in contrasto con quanto da me affermato non contengono la motivazione secondo la quale le direttive siano impostate in modo diverso. Lei sostiene che sono diverse perchè sono diverse e su questo sono d’accordo, è un dato di fatto, ma il perchè siano diverse non lo vedo spiegato dalla Sua argomentazione, peraltro erudita.
Inoltre l’aspetto della sicurezza è alla base di tutte le direttive in modo indistinto e le norme entrano in questioni prestazionali, con l’intento di disciplinare in modo più efficace i prodotti che devono rispettare anche leggi di tipo nazionale ed europeo, come quelle sul risparmio energetico da Lei citate.
Ribadisco quindi il criterio diverso dipende da una utenza di tipo diverso, per le macchine esiste un manuale d’uso a disposizione dell’utente, per una costruzione es. un palazzo, gli utenti non dispongono di questo manuale e si aspettano prestazioni determinate e garantite, a prescinde dal costruttore.
Piace anche a me il confronto e il contraddittorio (anche se nel 68 non ero nemmeno in progetto…mia madre aveva 3 anni!!!).
Ritornando al discorso secondo me la differenza tra le direttive non dipende dalla differenza nell’utilizzatore finale bensì nella diversa struttura delle direttive stesse.
La direttiva prodotti da costruzione prevede l’idoneità all’impiego che un prodotto da costruzione deve possedere rispetto alle caratteristiche dell’opera nella quale deve essere incorporato. Tale idoneità è soddisfatta solo mediante norme armonizzate o benestare tecnici (ETA) che seguono linee guida specifiche (ETAG).
Per fare un esempio…se devo costruire una casa con dei requisiti di trasmittanza termica specifici, anche i serramenti devono rispondere a tali requisiti, quindi devono avere non solo livelli di sicurezza ma anche livelli prestazionali (es. isolamento termico) ben definiti in funzione dell’opera in cui sono inseriti. E i livelli prestazionali li garantisco solo se per il prodotto seguo le stessa linea prevista per le opere in cui lo inserisco.
Al contrario se costruisco una macchina la direttiva non impone livelli prestazionali ma solo il rispetto dei requisiti di sicurezza.
es. sto lavorando adesso su una macchina per l’industra alimentare costruita in categorie diverse a seconda della produzione oraria richiesta ma la direttiva macchine in questo caso non richiede che quella macchina per essere utilizzata in una macelleria deve avere una produzione oraria specifica ma solo che abbia delle misure idonee a eliminare o ridurre i rischi indipendentemente dai livelli prestazionali. E questo lo posso fare applicando le norme (volontariamente) o con qualsiasi altro metodo che garantisca lo stesso standard di sicurezza.
Saluti
Simone
La ringrazio per la precisazione, molto pertinente e completa, naturalmente spero che interverrà anche in futuro su altre questioni, perchè un confronto ed un approfondimento anche di altri punti di vista, migliora la conoscenza di tutti, e poi mi evita di fare sempre la figura di quello che spiega agli altri, a me piace di più il confronto e perchè no anche il contraddittorio. (Si vede che sono passato attraverso il 68 ?).
Per aggiungere qualcosa all’argomento cerco di chiarire, perchè le due direttive si comportano in modo diverso.
La direttiva macchine tratta di prodotti che in larga parte sono disciplinati da un rapporto fornitore cliente e coinvolgono un numero minimo di persone, in genere sempre identificabili e limitato (es: chi può utilizzare la macchina )
La direttiva sulle costruzioni regola prodotti destinati quasi sempre ad un uso collettivo, passivo, e da parte di soggetti non preventivamente definibili e limitabili, per tale ragione è molto più vincolante della prima e prevede il rispetto obbligatorio delle norme armonizzate.
Spero di essere stato chiaro ed attendo eventuali integrazioni e/o correzioni.
Vorrei fare una precisazione in merito alla seconda parte del commento del sig. Fabrizio, senza nulla togliere ovviamente alle risposte dell’ing. Carraro.
Penso che il signor Fabrizio non abbia chiara la distinzione tra norma e direttiva. Di fatto l’obbligatorietà della marcatura CE nasce dalla presenza delle direttive europee, mentre la volontarietà è legata esclusivamente all’utilizzo delle norme armonizzate.
Serramenti e vetrocamera (a cui fa rif. il sig. Fabrizio) rientrano nel campo di applicazione della direttiva prodotti da costruzione, che prevede l’applicazione obbligatoria delle norme (se presenti) in quanto rendono idoneo il prodotto all’opera in cui vengono inseriti, mentre per la direttiva macchine l’utilizzo delle norme armonizzate è su base volontaria e da presunzione di conformità ai RES (requisiti essenziali di sicurezza) della direttiva.
Quindi per i serramenti così come per le macchine l’obbligatorietà della marcatura CE esiste, la differenza sta nel fatto che seguono 2 direttive differenti, per cui la prima(dir. prodotti da costruzione) rende obbligatorio l’uso delle norme, per l’altra (dir. macchine) l’utilizzo delle norme invece è su base volontaria(strada cmq consigliata)….
La risposta è affermativa e ci si arriva applicando il buon senso, cioè Lei si metterebbe sotto un paranco, anche se può sollevare meno di 200 Kg, diciamo 180, senza avere garanzie di sicurezza?
Risposta ovvia, quindi è necessario che il costruttore assicuri in merito alla corretta progettazione e costruzione del prodotto ed inoltre in funzione del tipo di uso stabilisca il margine di sicurezza adeguato.
Spero che l’esempio non sia stato banale, ma sia servito per fornire il criterio a cui si ispirano le direttive sulla marcatura CE, che sono tutt’altro che burocratiche.
Egr. Ingegnere, potrebbe chiarirmi un dubbio?
Dovrei far costruire da un fabbro artigiano un telaio metallico di sostegno per un paranco azionato manualmente e con portata inferiore a 200 kg.
La macchina in questione dovrebbe essere marcata CE?
Grazie in anticipo per la risposta.
Cordiali saluti
La ringrazio, perchè mi da la possibilità di chiarire un punto molto importante.
Premetto che quanto sto per dire non riguarda la Sua azienda, il Suo consulente o chi La certificherà, purtroppo è una situazione diffusa per non dire assoluta.
Le ISO 9001 2008 prevedono che l’azienda deve rispettare le norme cogenti e tra queste quelle relative alla marcatura CE, sono tra le più importanti.
Come si spiega allora che ci siano persone come Lei che si stanno certificando e che pongono queste domande? La risposta è semplice, si continuano ad impostare e certificare aziende nelle quali il sistema ISO viene visto come un soprabito e non come il vestito principale che serve a gestire l’azienda.
L’argomento richiederebbe un’approfondimento che prenderebbe capitoli interi e non lo spazio di un commento, magari ne parleremo un pò per volta.
Pe rispondere alle Sue domande, Le dico che Lei è obbligato alla marcatura CE se immette i prodotti con il Suo marchio, se invece è una commercializzazione pura, deve solo verificare che la marcatura ci sia.
Nel caso avesse bisogno di ulteriori informazioni ci può contattare direttamente. Cordiali saluti.
Buongiorno Sign Renato.
Sono un azienda (che si sta certificando secondo la UNI EN ISO9001:2008)
che commercializza macchine per la potabilizzazione o il trattamento delle acque potabili e per alcuni prodotti fa assemblaggi di componenti già esistenti sul mercato marcati CE. E’ sufficente la dichiarazione di conformità secondo la EMC e quella per la bassa tensione (basata chiaramente su prove) o va fatta anche quella relativa alla direttiva macchine?
Inoltre mi pare di capire che a parte questa Dichiarazione di Conformità alla regola d’arte e a presupposti di sicurezza la Marcatura CE invece nasca o da una esigenza volontaria oppure da obblighi definiti da norme tecniche di riferimento definite in ambito nazionale (vedi ad esempio la commercializzazione di vetrocamera, serramenti ecc la cui marchiatura è un obbligo per legge).
Dal punto di vista degli obblighi del costruttore, non esiste differenza tra macchine e quasi macchine, se non che una ha bisogno della dichiarazione di conformità e l’altra della dichiarazione di incorporazione, quindi il fascicolo tecnico ( che non è il manuale ) deve essere preparato anche per le quasi macchine.
Saluti
buongiorno.
Gentilmente vorrei sapere se per marcare CE le quasi macchine (tavole rotanti) è necessario redigere il fascicolo tecnico.
Grazie.
Cordiali saluti,
Luca
Sig. Luciano, non si deve scusare, il sito è pensato per fornire informazioni e raccogliere commenti, quindi sono le persone come Lei che lo fanno vivere e per questo La ringrazio.
Per quanto riguarda le richieste da Lei rivolteci, per fare la marcatura CE si deve seguire una precisa procedura che è indicata nel nostro sito in varie parti, ad esempio nella prima puntura di vespe.
Non deve rivolgersi obbligatoriamente ad alcun ente e caso mai si può fare aiutare da qualche società di consulenza, non necessariamente la nostra.
Per quanto riguarda i costi, Le chiedo cortesemente di utilizzare la nostra mail carraro@xvoi.net e noi provvederemo a risponderLe privatamente.
Questo sito non viene utilizzato per attività di vendita, ma solo di promozione, di divulgazione e di confronto.
Cordiali saluti
Sono sempre io Sig. Renato,
intanto grazie per la risposta. Ma le volevo chiederle, visto che riscuote un buon gradimento, se decidessi di costruirle, che documentazione devo presentare per ottenere la CE, e sopratutto a quale ente devo rivolgermi per ottenerlo?
Mi perdoni anche questa domanda, ma indicativamente quanto potrebbe venire a costare?
Tenga presente che sono residente nell’Astigiano.
Grazie mille di tutto
Luciano
Salve. se l’utilizzo è solo Suo e nessuno è coinvolto, non serve la marcatura CE, se però la fa usare ad altri o la utilizza Lei in cantieri in cui ci sono altre persone, allora la gru deve essere marcata.
Cordiali saluti e grazie per gli apprezzamenti.
Salve Sig Renato
Mi sono costruito una mini mini gru elettrica, il motor eche solleva è marchiato ce, mentrre il resto essendo stato costruito da me è chiaro che non ha nessuna marchiatura.
é sufficente che lo sia il motore o devo fare fare la marchiatura ce anche al resto?
Grazie per le eloquenti risposte.
Luciano
Salve, se per “certificato” intende con sistema di gestione per la qualità secondo le ISO 9001, la risposta è:- si lo può fare anche se non è certificato -, se invece allude ad una “certificazione” per il CE, questa non esiste, anche se molti lo pensano.
Il marchio CE nel caso indicato, rientra certamente nell’ambito dell’autocertificazione e quindi il costruttore deve procedere secondo quanto previsto dalle direttive e dalle norme che regolano il prodotto, che dalla Sua descrizione non sono in grado di inquadrare in alcuna categoria.
un costruttore assembla un prodotto (cassa da trasporto merci) per cui è richiesto il marchio CE. Può il produttore non certificato apporre tale marchio? se si , dove lo deve recuperare?
grazie?
Salve, la risposta è affermativa la bicicletta deve essere marcata CE in base a più di una direttiva e tra queste c’è la direttiva macchine
Buongiorno,
una bicicletta elettrica a pedalata assistita art.50 codice della strada è considerata una macchina dalla direttiva ed è soggetta a marcatura CE?
Cordiali saluti.
Salve, il Vostro prodotto ha l’obbligo di marcatura CE e tra le altre documentazioni dovete predisporre anche la dichiarazione di conformità, se ci sono altri dubbi siamo a disposizione. Cordiali saluti
Buongiorno,
la nostra azienda produce un purificatore a carboni attivi ad uso domestico per il trattamento di acque potabili.
Tale prodotto è soggetto all’obbligo della marcatura CE?
In caso negativo possiamo rilasciare una di dichiarazione di conformità?
In che forma?
Grazie e cordiali saluti
Salve, a domanda concisa, risposta concisa:
assolutamente SI
Buongiorno,
Volevo chiedere produttori di manufatti in cemento e muri prefabbricati, sono soggetti obbligati alla marcatura ce?
Salve, comprendo perfettamente il Suo dubbio ed anche la causa.
Lei fa riferimento alla direttiva Bassa Tensione che vale per apparecchiature da 50 a 1000 V e non è certamente questo il caso.
I trasformatori in questione sono regolati da altre norme, che con la BT non c’entrano proprio nulla, forse per questo Lei non trovava risposte certe.
Metta insieme la Direttiva 2001/95/CEE e le norme CEI di prodotto e vedrà che il problema non è la presenza del marchio ed in ogni caso le normative di prodotto ne detrminano la necessità.
Se ha bisogno di chiarimenti più approfonditi, mi contatti pure direttamente, anche perchè approfondire in questa sede questo argomento non mi sembra il caso. Cordiali saluti.
Io ho solo il dubbio di come possa una apprarecchiatura collegata ad una rete di media tensione dover essere marcata CE; che se non mi sbaglio fa riferimento ad apparecchiature per tensioni di esercizio inferiori a 1000V (cioè riguarda apparechhiature di bassa tensione). il problema è quello di fare chiarezza sul fatto se sia necessario (obbligatorio) o meno apporre il marchio CE. non sono ancora riuscito ad avere risposte in merito anche da addetti del settore, i dubbi sono molti e le interpretazioni molteplici.
Grazie per la cortese attenzione
Salve, i trasformatori di potenza ed anche quelli di misura, sono disciplinati da precise norme, che chi costruisce tali prodotti dovrebbe possedere e conoscere, anche perchè non stiamo parlando di lampadine tascabili, pure esse normate, ma molto meno pericolose.
Dato che come ritengo, Lei sia un operatore del settore, La invito a ricercare alcune di queste norme, solo quelle di prodotto superano la decina.
Se l’Enel non richiede tale marcatura è un problema dell’Enel, quindi sarebbe più utile girare la domanda al soggetto interessato, come potrei io misero mortale rispondere in nome e per conto dell?Enel?
Lo stesso discorso vale per i costruttori di trasformatori, ma se Le può essere di confonrto, sappia che neppure i costruttori di pompe oleoidrauliche applcano la marcatura CE, infatti secondo loro una pompa non è una macchina.
Mi piacerebbe sapere e quindi facendo il Suo stesso gioco lo chiedo a Lei, una pompa che spinge l’olio a 200/300 bar cos’è?
I costruttori rispondono che la pompa da sola non si muove, quindi è evidente che è il motore elettrico l’unico colpevole. Sic!
buongiorno,
in merito al quesito della mail del 11/02/2010 riguardo al marchio CE di trasformatori MT/BT:
come mai una apparecchiatura che si collega alla media tensione dovrebbe essere marcata CE?
ad esempio ENEL distribuzione non richiede che i trasformatori siano marchiati CE.
i maggiori produttori di traformatori non marcano o non prevedono di marcare i trasformatori MT/BT con marchio CE.
Mi sa dare una risposta in merito?
grazie per la cortese attenzione
Salve, Lei sarebbe obbligato alla marcatura CE, anche se avesse assemblato macchine acquistate ieri e regolarmente marcate CE, in quanto ha realizzato una nuova macchina di cui ha piena e totale responsabilità.
Tenga presente, solo per rigore di norma, che la Sua macchina potrebbe essere sequestrata, sigillata, e Lei incorrerebbe in grossi problemi.
Lo dico nel Suo interesse e sulla bsae di fatti documentati, ci capita spesso di intervenire per mettere a norma macchine modificate all’interno delle aziende e bloccate dall’ISPESL.
Grazie per l’attenzione riservataci
Gentile Renato Carraro, sono titolare di un’attività che imbottiglia olio. Ho assemblato alcune macchine di cui alcune con marchio CE e altre prive di marchio CE perchè acquistate prima del 1995. Con la marcatura sono comunque in regola?
La marcatura CE ha una scadenza o è perenne?
Un ultima domanda: la direttiva bassa tensione quali attrezzature riguarda ed è inclusa nella nuova direttiva macchine?
Grazie
Buongirono, la prima è quella buona, possono essere marchiati con un’operazione di autocertificazione, veda l’e-book in prima pagina e se lo scarichi.
Naturalmente è necessario che il costruttore sia tranquillo sul piano della compatibilità elettromagnetica, ovvero garantisca che il telecomando non invii disturbi ad altre apparecchiature.
Buongiorno,
i telecomandi a radiofrequenza, tipo apricancello, e relative riceventi possono essere marcati direttamente dal produttore o devono essere certificati da un ente terzo.
Grazie
grazie per la cortese risposta.
Effettivamente sono componenti che vanno inglobati in una macchina più complessa, poichè il loro funzionamento è vincolato alla macchina stessa.
Da soli non servono a nulla.
Cordiali saluti,
Luca
Buon giorno, e grazie perchè c’è almeno qualcuno che saluta, sembra che in internet la buona educazione sia bandita.
Nel caso in cui quelli che Lei chiama “componenti”, siano “quasi macchine” secondo la Nuova Direttiva Macchine, è necessario che siano marcati CE e che siano accompagnati dalla Dichiarazione di incorporazione,
Attenzione non Dichiarazione di conformità, ma Dichiarazione di incorporazione, che è cosa ben diversa.
Nel caso questi componenti siano effettivamente tali, è sufficiente la dichiarazione di conformità, senza marcatura.
buongiorno.
Per quanto riguarda le macchine utensili, i componenti che entrano a far parte di una macchina più complessa (esempio: tavole rotanti, morse di bloccaggio,…)devono avere il marchio CE sul prodotto o basta la dichiarazione nel manuale di uso e manutenzione?
grazie
La risposta alla prima richiesta è affermativa, il prodotto deve essere marcato CE.
Alla seconda richiesta rispondo con una domanda:- quando va dal medico gli pone mai una domanda simile?
Se invece vuole sapere in base a quali norme o direttive ho fatto la mia valutazione, la risposta è:- quelle relative al prodotto – che Lei dovrebbe conoscere essendo, come ritengo un operatore o una persona interessata a questo prodotto.
La fornitura di informazioni tecniche specifcihe, rientra nel settore della consulenza, che è una delle nostre mission aziendali.
avrei un quesito:
un trasformatore di potenza MT/BT è sottoposto ad obbligo di marcatura CE ?
Grazie
mi sarebbe utile conoscere sulla base di quali documenti è data la risposta
Mi pareva che la risposta fosse chiara. Si la dichiarazione di conformità deve essere inviata al cliente fino a 10 anni addietro, quindi fino al 2000, però se il prodotto è lo stesso di 15 anni fa e viene chiesta la dichiarazione di conformità, non vedo quale sia il problema a rilasciare la dichiarazione al cliente
forse non ho formulato bene la domanda:
la ditta, dal 2005 ad oggi, pone direttamente sul prodotto il marchio CE,
mentre, per lo stesso prodotto fabbricato nel Es. 1995 o 1997 o 2001, la ditta non poneva il marchio CE direttamente sul prodotto, il compratore può chiedere il rilasciato del certificato attestante la conformità europea CE del prodotto.
Grazie
L’unico motivo per cui potrebbe non essere rilasciato alcun documento è che se sono passati più di 10 anni, non c’è più l’obbligo della conservazione. Per i prodotti dal 2000 in poi l’obbligo permane. Il prodotto a quanto comprendo è ancora in produzione, quindi il cliente potrebbe richiedere la dichiarazione di conformità di quelli attuali e visto che sono uguali, non cambierebbe nulla. Ho però il sospetto da come Lei pone la questione, che sarebbe meglio fare un controllo generale sul Vostro processo di marcatura.
vorrei porle un quesito:
una ditta costruttrice italiana ha costruito un prodotto senza marchio CE dal 1994 al 2004, dopodichè, lo stesso prodotto rispettando lo stesso tipo di fabbricazione e gli stessi materiali, è stato marchiato CE.
la domanda è la seguente: la ditta puo essere obbligata a rilasciare un certificato CE all’utente per i prodotti immessi sul mercato dal 1995 al 2004
Grazie
vorrei sapere se una ditta che vende attualmente materiale a marchio è obbligata a rilasciare la dichiarazione di conformità CE, per i prodotti costruiti dal 1995 alla data che comunque rispettano i parametri della direttiva
parole sante ! è il primo pensiero che ho formulato nel leggere il Suo articolo. credo che il punto focale della Sua analisi resti imperniata ancora sullo stato mentale di chi affronta l’obbligatorietà del marchio CE come una imposizione esterna e non ancora come (non voglio rubarLe le parole) garanzia di tranquillità per tutti.
spero ed auguro a tutti, costruttori ed acquirenti di poter assimilare i concetti da Lei espressi in maniera chiara.
al prossimo.