Rispetto delle direttive: anche i grandi sbagliano
Essere “grandi” non significa infallibili, quindi prima di guardare i “grandi” è bene conoscere le leggi.
Prima di spiegare come anche i grandi possono sbagliare nel NON rispetto delle direttive, chiariamo il concetto di “grandi”.
Con il termine “grandi” intendiamo le dimensioni delle aziende e non il valore di alcuni personaggi. Ad esempio Microsoft o Apple sono grandi per le loro dimensioni, mentre Einstein è stato grande, ma non nel senso che intendiamo qui.
La storia dimostra che anche i grandi come Einstein possono sbagliare, quindi non si comprende per quale ragione non possano sbagliare quelli che sono grandi come dimensioni.
Ricordate la vicenda di Volkswagen? Indubbiamente grande e che indubbiamente ha sbagliato nella gestione delle marmitte catalitiche e nella valutazione dei gas di scarico usati su cavie umane.
Spesso ci contattano persone che di fronte alle nostre spiegazioni sul rispetto delle direttive ci dicono: ma l’azienda che fa questo è “grande”, sottintendendo che non può sbagliare. Ciò non è reale, innanzitutto perché gli interlocutori non sono le aziende ma gli operatori, la cui preparazione non coincide con quella dell’azienda per la quale lavorano e poi perché chiunque può sbagliare.
Attenzione alle informazioni sbagliate
L’ultima richiesta, che rappresenta l’imitazione di quelle di un funzionario del MISE (le fa ripetitivamente) è l’obbligo per l’inserzionista di mettere a disposizione di Amazon la “dichiarazione di conformità”, ma non firmata da un soggetto europeo, bensì dal produttore cinese.
Se escludiamo tale funzionario del MISE ed alcuni consulenti di Confindustria, che sostenevano pubblicamente la legittimità per un produttore cinese di marcare le proprie macchine, ritengo che non siano molte altre le persone che ignorino che la “dichiarazione di conformità” può essere firmata esclusivamente da un soggetto europeo.
Eppure, questi “Amazon” che ovviamente non rappresentano il gigante multinazionale, ma parlano in suo nome e per conto, continuano a creare problemi agli inserzionisti i quali non ci capiscono più nulla.
Come rispettare le direttive per i propri prodotti?
- istruzioni
- dichiarazione di conformità
- etichetta
Se parlano invece con questi soggetti, viene loro chiesto tutt’altro e non sanno più cosa fare.
Non comprendiamo la difficoltà di un colosso come Amazon nel dotare i propri dipendenti di un manuale operativo di una pagina, nella quale spiegano esattamente cosa gli inserzionisti devono consegnare col prodotto per rispettare le direttive.
Se si tiene poi conto che Amazon, in quanto piattaforma di vendita, risponde (dovrebbe rispondere) della sicurezza di ciò che viene venduto, l’incomprensione è ancora maggiore.
Vabbè, che se i governi non riescono neppure a fargli pagare le tasse figuriamo se intervengono per queste inezie, in fondo si tratta solo della “sicurezza dei prodotti” e dei consumatori, tss, echissene…….
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